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La 64ª edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia si è svolta a Venezia, Italia, dal 29 agosto all'8 settembre 2007.
La madrina della rassegna è stata la soubrette italiana Ambra Angiolini. Il Leone d'oro alla carriera è stato consegnato al regista statunitense Tim Burton.
Per la seconda volta nella storia della Mostra dal dopoguerra (dopo il 2006) tutti i film del concorso erano in prima mondiale.
Le giurie internazionali della 64ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia erano così composte:
Per la prima volta nella storia della manifestazione, la giuria della sezione principale è composta solamente da registi:
I film sono in ordine alfabetico secondo il cognome del regista.
Concorso internazionale di lungometraggi in 35 mm e in digitale, proiettati in anteprima mondiale, in gara per il Leone d'Oro.
Speciale sezione monografica dedicata alla Storia segreta del Western all'italiana, i cosiddetti spaghetti-western, del periodo 1964-1976.
Si tratta della quarta parte della retrospettiva sul cinema italiano iniziata durante la 61ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia; il padrino dell'operazione è stato il regista statunitense Quentin Tarantino.
Speciale sezione dedicata a due registi scomparsi nel corso dell'anno e grandi protagonisti della storia del Lido, l'italiano Luigi Comencini, uno degli autori più significativi del rinnovamento del cinema italiano, e Ousmane Sembène, padre del cinema africano e capofila del nuovo cinema internazionale.
Evento di apertura delle Nuove Versioni Restaurate con il restauro Digital Cinema di Intolerance (1916) di David Wark Griffith.
La versione restaurata è stata prodotta da ZZ Productions, in associazione con il Danish Film Institute e con la partecipazione di ARTE France, digitalizzato sotto la supervisione di Thomas C. Christensen ed accompagnato dalla ri-creazione della Suite Symphonique composta da Antoine Duhamel e Pierre Jansen proprio per il film nell'esecuzione dell'Orchestre National d'Ile-de-France diretta da Jean Deroyer.
La mostra ha assegnato i seguenti riconoscimenti: