In questo articolo esploreremo Provincia di Cosenza da diverse angolazioni e prospettive. Provincia di Cosenza è un argomento che è stato oggetto di dibattiti e riflessioni nel corso della storia, generando opinioni contrastanti e risvegliando l'interesse di esperti e appassionati. In questo senso, approfondiremo le varie dimensioni di Provincia di Cosenza, analizzando il suo impatto sulla società, la sua rilevanza in campo accademico, la sua influenza sulla cultura popolare, tra gli altri aspetti. Attraverso questa esplorazione, miriamo a offrire una visione completa di Provincia di Cosenza, approfondendo il suo significato, le sue implicazioni e il suo posto nella realtà contemporanea.
Provincia di Cosenza provincia | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Amministrazione | |
Capoluogo | ![]() |
Presidente | Rosaria Succurro (FI) dal 20-3-2022 |
Territorio | |
Coordinate del capoluogo | 39°18′N 16°15′E |
Superficie | 6 709,75 km² |
Abitanti | 670 943[2] (31-12-2022) |
Densità | 100 ab./km² |
Comuni | 150 comuni |
Province confinanti | Potenza, Matera, Crotone, Catanzaro |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 87100 |
Prefisso | 0981, 0982, 0983, 0984, 0985 |
Fuso orario | UTC+1 |
ISO 3166-2 | IT-CS |
Codice ISTAT | 078 |
Targa | CS |
PIL | (nominale) 11 139,06 mln €[1](2021) |
PIL procapite | (nominale) 16 513 €[1](2021) |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
La provincia di Cosenza è una provincia italiana della Calabria di 670 943 abitanti[2], con capoluogo Cosenza. Con un territorio di 6709 km²,[3] è la quinta provincia d’Italia per estensione[4] e la seconda del Mezzogiorno. È inoltre la provincia più popolosa della Calabria.
Affacciata a ovest sul Mar Tirreno e a est sul Mar Ionio, confina a nord con la Basilicata (province di Potenza e di Matera), a sud con le province di Catanzaro e di Crotone. Corrisponde, grosso modo, ai territori dell'antica provincia di Calabria citeriore, dalla quale ha ereditato anche i simboli. Il territorio cosentino è piuttosto variegato, caratterizzato da una prevalenza di montagne e colline a dispetto di aree pianeggianti, ma con ampi tratti di costa e con i suoi 150 comuni è la prima provincia calabrese per numero di comuni. Ospita, presso Arcavacata di Rende, l'Università della Calabria. Sullo Jonio - Sibaritide, dopo il Referendum del 2017, è nata la città di Corigliano-Rossano. Con i suoi 74.057 abitanti, è il comune più popoloso della provincia, mentre per estensione territoriale, è il primo comune della regione.
Fanno parte del territorio provinciale la catena del Pollino (2248 m) a nord, la catena costiera dell'Appennino Paolano sul Tirreno, l'Orsomarso e il massiccio montuoso della Sila. Vi sono numerose valli; le principali sono la Valle del Crati e la Valle del Savuto, ed un'area pianeggiante, quella di Sibari. Sono presenti tre grandi laghi artificiali, Cecita-Mucone, Arvo e Ampollino, ed altri di minori dimensioni. Il fiume più lungo della regione Calabria è il Crati, che partendo dalla Sila, attraversa l'omonima la valle, dove è situato il capoluogo, Cosenza, e la piana di Sibari per sfociare nel mar Ionio. Vi sono da citare certamente il Golfo di Policastro, a nord/ovest al confine con la Basilicata tirrenica, e il Golfo di Corigliano, a nord/est che comprende la costa della piana di Sibari fino al confine con la Basilicata ionica.
La superficie territoriale è suddivisa in 3.604 km2 di montagna, 2.696 km2 di collina e 352 km2 di pianura. La provincia ha anche 228 km di coste[3], divise quasi equamente fra i mari del Tirreno e dello Jonio, sulle quali sono presenti numerose località balneari.
Passi e valichiRiportiamo i principali passi e valichi delle quattro conformazioni montuose che si trovano nel territorio provinciale.
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MontiRiportiamo i principali monti delle quattro conformazioni montuose che si trovano nel territorio provinciale.
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FiumiRiportiamo i principali corsi d'acqua che scorrono nel territorio provinciale. |
LaghiRiportiamo i principali bacini idrici presenti sul territorio provinciale.
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Il clima della provincia presenta molte differenze climatiche fra i centri e le aree della costa, e le aree più interne. Le catene montuose presenti sul territorio, incidono sulle condizioni climatiche e le precipitazioni delle aree pianeggianti e dei rilievi minori, facendo della provincia di Cosenza, una delle aree più piovose del meridione e dell'Italia Intera.
Il clima si caratterizza per autunni, inverni e primavere molto piovose, ma con clima miti in pianura e sulle coste, ed estati piuttosto secche. Le valli principali, le aree interne del Pollino e quelle della Sila, presentano le prime, condizioni climatiche condizionate da forti tassi di umidità, e le seconde, temperature tipiche montane.
In base alle indicazioni della stazione meteorologica di Cosenza abbiamo: precipitazioni medie annue si aggirano sui 881,2 mm, con minimo in estate e picco in autunno-inverno[5]
COSENZA | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 11,7 | 12,5 | 15,5 | 18,9 | 24,4 | 29,2 | 32,8 | 33,1 | 28,3 | 22,9 | 16,7 | 12,9 | 12,4 | 19,6 | 31,7 | 22,6 | 21,6 |
T. min. media (°C) | 3,3 | 3,2 | 4,9 | 7,3 | 11,7 | 15,3 | 17,9 | 18,0 | 14,8 | 11,1 | 7,1 | 4,4 | 3,6 | 8,0 | 17,1 | 11,0 | 9,9 |
Precipitazioni (mm) | 120,0 | 104,3 | 92,8 | 73,2 | 45,6 | 19,8 | 13,3 | 20,9 | 47,0 | 100,8 | 131,5 | 111,8 | 336,1 | 211,6 | 54,0 | 279,3 | 881,0 |
La provincia calabrese, la più estesa della regione, ha vissuto stratificazioni culturali, le cui tracce sono ancora presenti su tutto il territorio, una storia millenaria ancora oggi visibile attraverso i reperti storici archeologici, i monumenti e i centri storici di tutti i comuni che fanno parte della provincia.
I primi insediamenti e presenze umane nella provincia di Cosenza, databili grazie al recupero e al ritrovamento di utensili rudimentali come la selce, ma anche utensili in metallo, riconducono a diverse fasi che vanno dal Paleolitico inferiore, al Neolitico. Vi sono ritrovamenti che, seppur limitati per le trasformazioni dell'ambiente originario, accertano la presenza di gruppi di popolazioni nomadi, con attività legate alla caccia e alla pesca.
Fra i siti più importanti della fase paleolitica, abbiamo Tortora, Praia a mare e Scalea, luoghi dove sono stati ritrovati siti di origine Paleolitica[6]. Altri insediamenti minori, ritrovati sul versante ionico della provincia, si associano ai siti appena citati. I siti più importanti sono posti in aree collinari del nord-est della provincia, di facile raggiungimento, e lungo corsi di acqua dei fiumi interni, quali il fiume Noce ed il fiume Lao. Fra i maggiori siti rinvenuti da scavi archeologici, i più importanti restano quelli della Grotta del Romito a Papasidero, ove sono state rinvenute incisioni rupestri raffiguranti bovidi[7], e la Grotta della Monaca di Sant'Agata di Esaro, una delle miniere preistoriche più antiche e meglio conservate d'Europa.
Sono stati rinvenuti insediamenti risalenti alla fase neolitica nei quali è documentata la presenza di gruppi che praticano le prime forme di agricoltura e allevamento, con rinvenimenti sul luogo di manufatti in ceramica. Di rilevante interesse gli insediamenti preistorici individuati ed in corso di studio da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria in Sila. Molti sono i siti nella quale sono stati rinvenuti interessanti testimonianze, alcune delle quali si sovrappongono al periodo precedente. Le testimonianze riportano le abitudini dei gruppi del luogo, alcune primitive forme di commercio utilizzando la navigabilità dei corsi d'acqua delle aree interne e i primi tracciati rupestri di alcune vie di comunicazione, che collegano le aree collinari con le valli e le coste. Di questo periodo sono le civiltà rupestri che verranno assoggettate e conquistate dalla futura Sybaris. Il periodo del rame, invece, è poco significativo, o per lo meno lo risulta essere dai rinvenimenti e dai reperti trovati nella provincia.
La cultura del rame è di derivazione campana e pugliese, ma gli scarsi reperti non riescono a restituire un quadro completo, mentre l'età del ferro è significativa grazie alle testimonianze rinvenute dalle necropoli di Spezzano Albanese (sito di Torre Mordillo) e San Lorenzo, stabilimenti di età pre-ellenica[8]; parte dei reperti rinvenuti è visitabile presso il Museo archeologico nazionale della Sibaritide ed il Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza.
Molto rilevante è il periodo ellenico che ha vissuto la provincia di Cosenza insieme a tutta la regione Calabria. Periodo florido, da tutti i punti di vista, economico, politico e sociale, probabilmente il miglior periodo storico, ad oggi, di tutta la provincia. Significative sono i ritrovamenti delle colonie greche che hanno interessato e scritto la storia di questo periodo. Il processo di colonizzazione da parte della Grecia verso quella regione che in seguito verrà definita Magna Grecia, comincia nell'VIII secolo a.C. Nella provincia di Cosenza, la colonia greca più importante è stata certamente quella di Sibari, fiorente città e struttura di centri urbani, che raggiunse la popolazione di 300.000 abitanti[9], con diversi centri abitati dislocati lungo la piana omonima, fino alle pendici del Pollino e la costa tirrenica, capace di controllare dunque, l'intera provincia cosentina.
Altri centri di rilevata importanza sono Pandosia, città sorta in quella che è adesso il capoluogo di provincia, in un'area interna della Valle del Crati[10], Laos fondata da Sibari e che un tempo sorgeva sulla riva destra del fiume Lao, Scidros (posta tra Cetraro e Belvedere Marittimo), Clampetia (nell'area tra Amantea e San Lucido), Temesa (tra Amantea e Nocera Terinese) e Ursentum (l'attuale Orsomarso). Di minore importanza ma di uguale pregio ed interesse, da citare sono certamente i siti e i centri di Aufugum (l'attuale Montalto Uffugo), Argentanum (l'attuale San Marco Argentano), Bergae, Besidiae (l'attuale Bisignano) e Lymphaeum (l'attuale Luzzi)[9][11].
Lo stato delle colonie e dei centri urbani di questo periodo durerà circa sei secoli, nel corso dei quali varie lotte interne, mutazioni politico-economiche nel Mediterraneo e la presenza dei popoli Bruzi all'interno del territorio provinciale portarono alla scomparsa prima dell'influsso della Grecia su questi territori, e in seguito alla scomparsa delle stesse colonie, che coincisero con l'avvento dei Romani.
Il territorio sotto la presenza dei Bruzi, venne ben presto fatto oggetto di attacchi da parte dei Romani, intorno all'inizio del III secolo a.C., che non trovarono grandi ostacoli da parte del popolo Bruzio nonostante il sostegno da parte dell'Impero dell'Epiro e di Pirro, sostegno che si spense con le guerre puniche nel II secolo a.C. Roma mutò drasticamente le condizioni sociali dei centri della provincia, colonizzando ampie parti di territorio, e dominando le antiche colonie presenti, queste ultime soggetto a sovrapposizioni urbanistiche o edificazioni affiancate alle città preesistenti. La scomparsa della cultura bruzia e l'assimilazione di quella greca, segnarono un confine netto tra il passato e il presente di quel periodo.
I romani si concentrarono nello sfruttamento delle risorse e dei minerali (vedi San Marco Argentano), mentre procedette ad un depauperamento del territorio, con l'estinzione dell'agricoltura e di tutte le attività portuali, e delle infrastrutture esistenti, eliminando il vecchio tracciato reticolare che collegava i vari centri interni, sostituendolo con la via Capua-Rhegium nel tratto provinciale della via Popilia-Annia. La via Popilia era una via realizzata a scopi militari, necessaria via di comunicazione per trasportare le risorse accaparrate nei territori occupati, e come collegamento fra i vari centri che stavano sorgendo lungo la stessa strada.
La conseguenza del dominio romano fu soprattutto un totale abbandono delle antiche aree greche, fertili e strategiche sotto il punto di vista delle comunicazioni marine; in seguito si diffusero e svilupparono i centri urbani a mezza costa, più protetti da attacchi via mare, e attigui ad aree collinari facilmente coltivabili, centri urbani che ancora oggi costituiscono l'ossatura generale di praticamente tutti i centri storici urbani costieri della provincia, che solo nell'immediato dopoguerra, svilupparono nuovamente le aree costiere, dopo quasi due millenni di abbandono.
In questa fase storica, importante e molto influente, fu l'avvento del cristianesimo di tradizione orientale. Giunsero molti monaci provenienti dal medioriente e dal nord dell'Africa, che importarono la cultura orientale della cristianità, ma anche nuovi metodi di coltivazione e di conduzione agricola. Il periodo fu piuttosto florido anche sotto l'aspetto sociale, favorendo l'aggregazione delle culture latine con quelle greche e quelle bruzie. Sorge in questo periodo l'eparchia di Mercurion (sistema urbano di luoghi di culto) e vengono edificati complessi religiosi di grande rilievo, specie nelle aree ioniche della provincia.
I principali ordini religiosi di questa fase sono quelli dei Benedettini, dei Certosini e dei Cistercensi, di quest'ultimo ordine si stacco in seguito il ramo della riforma Florense. Tra le figure di spicco, in ambito religioso abbiamo invece San Nilo da Rossano, Gioacchino da Fiore da Celico e San Francesco da Paola, in ambito scientifico e filosofico invece spiccano le figure di Bernardino Telesio, mentre il reggino Tommaso Campanella insieme ad altri esimi studiosi, scienziati ed umanisti, daranno vita all'Accademia Cosentina.
Il periodo appena successivo alla caduta dell'Impero romano, vide come protagonisti i Bizantini, che occuparono tutta la regione combattendo contro i Barbari, e i Goti che lasciarono ampie tracce del loro passato. Da citare anche i Longobardi che occuparono il nord della provincia per tutto il IX secolo. L'impero Bizantino ebbe comunque, il predominio per molti secoli, e su tutti i centri urbani della provincia. I maggiori centri di questo periodo furono Rossano e Corigliano che ancora oggi conservono ampie testimonianze dell'epoca bizantina, mentre con l'avvento dei Normanni si proseguì l'opera di recupero del territorio, iniziato con i Bizantini dopo la caduta dell'impero romano. Vennero erette importanti fortificazioni militari, ma significative saranno anche le costruzioni religiose di questo periodo, condotto da grandi personaggi.
Dal XIII secolo in poi, la provincia e l'intera regione subiranno un periodo di declino economico, dovuto essenzialmente alle lotte interne fra i fari livelli di potere, le diverse dinastie che si contenderanno i terreni e i feudi della provincia cosentina.
L'età moderna comincia con un periodo di forte incertezza, proseguendo dunque il percorso lasciato con il medioevo. Gli Aragonesi dovettero far fronte alla proteste contadine represse con la forza dalle truppe guidate da Ferdinando I d'Aragona. Difficile fu la ripresa economica nonostante vani tentativi di sostegno ad iniziative imprenditoriali. In questo periodo da evidenziare è l'arrivo di un forte contingente di profughi albanesi che daranno vita a numerose località, ancora oggi presenti sul territori, che seppero mantenere la cultura arbëreshë e le caratteristiche delle popolazioni che le fondarono. Si intensificano le strutture militari e si rinforzano quelle esistenti, a difesa da parte degli Aragonesi, della provincia minacciata dagli ottomani e dai francesi, oltreché ancora da lotte feudatarie interne.
La sconfitta dei francesi per mano degli spagnoli, segnarono l'avvento dei napoletani, con Napoli vicereame spagnolo, in territorio regionale, con la Calabria che passa ad essere una provincia del Regno di Napoli, cosa che comportò l'ennesima crisi economica e sociale della provincia cosentina. Il territorio cosentino venne utilizzato solo a scopo militare, tant'è che in questo periodo vennero erette numerose torri di guardia a difesa del regno di Napoli. Vi furono inoltre, alcuni episodi di crudele barbarie, atti di pulizia etnica con la cacciata degli ebrei dal regno e lo sterminio delle popolazioni valdesi di Guardia Piemontese, episodi risalenti entrambi alla metà del ‘500.
Da aggiungere anche due devastanti terremoti presenti e ricordati negli annali del regno, ossia il terremoto del 27 marzo 1638 e quello del 1659, oltre ad una serie di pestilenze e carestie che decimano costantemente la popolazione. In ambito artistico, si afferma Giovanni Francesco Donadio detto il "Mormando", architetto e organaro, nativo di Mormanno sommo caposcuola e padre del Rinascimento a Napoli ed il pittore cinquecentesco Pietro Negroni.
La fase contemporanea inizia con gli impegni politici e amministrativi dettati da Carlo III di Spagna, che tentò di promuovere un miglioramento nel campo agricolo. Il lavoro di ripresa di questa attività verrà poi continuato da Ferdinando IV. Per poter promuovere le opere necessarie ad un rinnovamento nell'economia agricola, i vari governatori non si fecero scrupoli nell'utilizzare le ingenti risorse possedute dalla curia calabrese, un ingente patrimonio, tanto ingente da far ritenere necessaria l'istituzione di un ente gestore, la Cassa Sacra (fine XVIII secolo), ente attuato in concomitanza con un nuovo tragico terremoto, quello del 1783. L'esproprio dei beni ecclesiastici aveva lo scopo di risanare l'economia della provincia e della Calabria intera, procedendo unitamente con una distribuzione più equa della proprietà fondiaria. La riforma non ottenne gli effetti sperati.
Il governo francese cercò di riorganizzare l'assetto civile della provincia, eliminando il feudo, ma dovettero fare i conti con il fenomeno del brigantaggio, che imperverso in tutta la regione, ed anche nella provincia, specie in Sila. I Borboni ritornarono al potere e cercarono di limitare il progetto di restauro civico intrapreso dai francesi, con la conseguenza di continui conflitti sociali e politici. Si alimentarono le prime speranze rivoluzionarie, segnate dalla tragedia della spedizione dei fratelli Bandiera. Nel 1860 Garibaldi in Calabria, e con l'Unità d'Italia si diede avvio ad una repressione fortissima del brigantaggio. La provincia di Cosenza venne formalizzata l'anno successivo, e così appare oggi come allora, con gli stessi confini e le stesse città.
In ambito architettonico, la provincia visse un periodo altalenante. Il Barocco sarà l'architettura che condizionerà lo stile di molti edifici e luoghi di culto. Iniziato il secolo precedente, il barocco, di chiara influenza napoletana si affermerà nei centri principali della provincia, in particolar modo a Mormanno e a Morano Calabro, centri che sforneranno grandi interpreti dell'architettura barocca, come i pittori Francesco Oliva, Angelo e Genesio Galtieri nativi di Mormanno attivi fra Lucania e Calabria. Nel campo della pittura emergeranno alcuni ottimi interpreti, tra i quali il rendese Cristoforo Santanna e soprattutto Mattia Preti, catanzarese originario di Taverna, considerato il più grande pittore calabrese di ogni epoca, uno dei maggiori esponendi di quest'arte di tutto il Seicento[12], che affrescherà molti edifici religiosi della provincia. Purtroppo la provincia non virà il periodo florido del secolo precedente, ma si assisterà ad un assestamento delle strutture già esistenti.
Lo stemma[13], approvato con Decreto reale del 7 marzo 1938, ha la seguente descrizione:
Il gonfalone è stato approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 43 del 3 giugno 1991.
Lo stemma condivide la presenza della croce con gli stemmi delle province di, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria (quest'ultima però non è potenziata ma greca); è formato dallo scudo sul quale solitamente vengono figurate le armi, di forma sannitica quadrato ma in basso smussato ed aguzzo in punta, con sfondo in colore argento. La croce nera rappresenta il valore dei Crociati Calabresi che, sotto la guida di Boemondo Duca di Calabria, parteciparono alla liberazione di Gerusalemme. Lo scudo centrale presenta intorno gli accartocciamenti e i fregi tipici della foggia antica delle Province.
Sopra lo scudo vi sta la corona, simbolo di sovranità, di forma ducale senza i simboli classici del ramo di quercia e di oliva, questi ultimi posti ai lati dello scudo, in quanto lo stemma della provincia di Cosenza, come per altre province, non conserva le forme stabilite per le Province, ma rientra nelle concessioni speciali, o meglio nell'art. 95 del R.d. n. 651 approvato il 7 giugno del 1943.
La provincia di Cosenza venne istituita con un decreto del 2 gennaio del 1861.
Le principali architetture religiose della città di Cosenza sono:
Mentre nel territorio provinciale sono notevoli i seguenti edifici sacri:
Nella città di Cosenza i principali edifici civili sono:
Mentre nel territorio provinciale sono presenti le seguenti architetture civili notevoli:
- Castello di Paola, la sua costruzione si deve ai Normanni la costruzione del ‘’Castello di Paola’’ intorno all’anno 1110 d.C. Questa roccaforte fu eretta usando malta e tufo, in una posizione strategica che sovrastava la città e aveva lo scopo di difesa.
Torre Sant’Angelo Corigliano-Rossano ; Torre del Cupo Corigliano-Rossano; Torre di Ferro Corigliano-Rossano;
La provincia di Cosenza accoglie nel suo territorio, due Parchi nazionali e 11 Aree naturali protette (Riserve naturali).
I parchi nazionali sono:
Mentre le riserve naturali sono:
Infine vi è anche una Riserva naturale regionale che è la Riserva naturale Tarsia.
La tabella seguente riporta l'evoluzione del numero dei residenti nella provincia dal 2001 al 2007[27][28]:
Anno | Residenti |
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2001 | 733 368 |
2002 | 733 142 |
2003 | 734 073 |
2004 | 732 615 |
2005 | 730 395 |
2006 | 727 694 |
2007 | 732 072 |
2008 | 733 508 |
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2018 nel territorio provinciale di Cosenza risultano essere iscritti 37 314 stranieri, ripartiti in 18 169 uomini e 19 145 donne[29].
Di sotto sono riportate le comunità con più di 1000 persone:
Secondo la ricerca de Il Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle province italiane, la provincia di Cosenza nel 2009 si è collocata all'89º posto (la seconda provincia calabrese dopo quella di Catanzaro), perdendo quattro posizioni rispetto all'anno precedente.[30]
Anno | Qualità della Vita (Sole 24 Ore) |
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2004 | 91º (-5) |
2005 | 84º (+7) |
2006 | 87º (-3) |
2007 | 90º (-3) |
2008 | 85º (+5) |
2009 | 89º (-4) |
Anno | Qualità della Vita (Sole 24 Ore) | Rapporto Ecosistema Urbano (Legambiente) | Ecosistema Bambino (Legambiente) |
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2008 | 85ª posizione (+5) | 33ª posizione (-1) | 54ª posizione (+6) |
2009 | 89ª posizione (-4) | 45ª posizione (-12) | non presente |
Anno | Qualità della Vita (Il Sole 24 Ore) Dato riferito alla provincia | Ecosistema Urbano (Legambiente) |
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2015 | 98º Provincia Italiana | 11° Capoluogo di Provincia[31] |
2016 | 101º Provincia Italiana | 33° Capoluogo di Provincia[32] |
2017 | 91º Provincia Italiana | 13° Capoluogo di Provincia[33] |
2018 | 97ª Provincia Italiana[34] | 5° Capoluogo di Provincia[35] |
2019 | 96ª Provincia Italiana[36] | 14° Capoluogo di Provincia[37] |
2020 | 86ª Provincia Italiana[38] | 8° Capoluogo di Provincia[39] |
2021 | 93ª Provincia Italiana[40] | 4° Capoluogo di Provincia[41] |
2022 | 94ª Provincia Italiana[42] | 5° Capoluogo di Provincia[43] |
Oltre all'italiano, nella provincia di Cosenza viene parlato il dialetto cosentino, parte del calabrese, tranne nei numerosi paesi dell'Arberia di Calabria, 20 comuni e 7 frazioni, dove viene parlata la lingua arbëreshe, antica lingua albanese parlata nell'Albania meridionale. Nella comunità di Guardia Piemontese si parla invece il Guardiolo, un dialetto occitano portato dai Valdesi provenienti da Bobbio Pellice (TO) nel XI-XIII secolo per fuggire alle persecuzioni religiose in Piemonte.
La lingua arbëreshe è parlata dalla popolazione d'etnia albanese (Arbëreshë) in molti paesi della provincia, specie in quelli ai piedi del Pollino. La lingua albanese è ancora ampiamente parlata dalla minoranza etno-linguistica albanese, e, insieme alle tradizioni culturali e religiose d'origine, mantiene ancora fermamente la lingua madre albanese. Questa popolazione si è insediata in Calabria nel Medioevo, quando intere famiglie albanesi dovettero abbandonare la madre patria e fuggire dall'Albania a causa dell'invasione turca ottomana e alle conseguenti persecuzioni politico-religiose, rifugiandosi in tutta l'Italia meridionale.
Nella provincia di Cosenza la religione maggiormente diffusa è il Cristianesimo, nella maggior parte nella confessione cattolica. Sono molto numerosi i fedeli di rito greco-bizantino, della minoranza etnica e linguistica albanese. Come nel resto d'Italia sono comunque presenti altre minoranze religiose, quali musulmane, ebree e ortodosse. Nel territorio provinciale si estendono l'arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, la diocesi di Cassano all'Jonio, l'Eparchia di Lungro, l'arcidiocesi di Rossano-Cariati e la diocesi di San Marco Argentano-Scalea. Il totale delle parrocchie registrate nelle diocesi della provincia ammontano a 319[44].
Quotidiani | Riviste-Periodici | Televisione | Radio |
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(Edizioni di Cosenza e provincia): |
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La provincia di Cosenza in passato è stata scarsamente protagonista di set cinematografici, se si escludono alcuni importanti pellicole girate sulle montagne della Sila quali Il lupo della Sila, e Il brigante Musolino. A Cosenza e sul Tirreno Cosentino nel 2009 è stato girato il film "Vorrei vederti ballare" interpretato dal cast formato da Alessandro Haber, Gianmarco Tognazzi, Giuliana De Sio, Paola Barale, Chiara Chiti, Adriana Toman, Giulio Forges Davanzati, Franco Castellano[45]. Nel 2011 nella zona dell'alto Tirreno cosentino tra Praia a Mare e Fiumefreddo Bruzio viene girato in quattro settimane il film "La Moglie Del Sarto" del regista Massimo Scaglione con la partecipazione di Maria Grazia Cucinotta nelle vesti di protagonista, Marta Gastini, Anna Prete, Tony Sperandeo, Carlo Fabiano e Pietro Delle Piane. 'La moglie del sarto' di Massimo Scaglione al Festival di Montréal - Adnkronos Dal 2007 ogni anno nel capoluogo silano ad aprile si svolge il festival "La Primavera del Cinema Italiano- Premio Federico II", un evento la cui principale connotazione è quella di promuovere il cinema del nostro Paese con particolare attenzione all'incontro diretto con i protagonisti dello spettacolo filmico, le loro proposte, le manie e i miti. La manifestazione si chiude con la cerimonia di consegna del Premio Federico II (statuetta che rappresenta l'ottagono, simbolo della storia della città di Cosenza)[46]. Anche Diamante è spesso scelta come location per film cinematografici, fiction e programmi televisivi. Tra i lungometraggi ricordiamo:
Una parte del film Il Mondo di Mezzo è stata girata a Cosenza.
La provincia di Cosenza ospita i seguenti teatri:
La cucina della provincia cosentina, si rifà sostanzialmente alla tradizione regionale. Ampio è l'uso dei prodotti della terra, mentre a tavola a far da padrone è il maiale e tutti i suoi derivati. Nelle zone costiere, ampio e vario è l'utilizzo di prodotti ittici, mentre nelle aree interne montane si possono assaggiare piatti a base di cacciagione.
La produzione di vino, eccelle solo in alcune aree provinciali, in particolare tra la Valle del Crati e il Savuto. I vini doc della provincia sono, per ordine geografico:
Sul territorio provinciale è presente l'Università della Calabria. L'università ha sede ad Arcavacata, frazione di Rende. È un campus universitario con il complesso universitario realizzato negli anni settanta fuori da centri abitati, con la possibilità di realizzare residenze per gli studenti, adiacenti all'università.
I musei della città di Cosenza sono:
Mentre i principali musei presenti sul territorio provinciale sono[49]:
L'agricoltura è, come nel resto della regione, il settore più importante sia per numero di occupati che di aziende. Ampie sono le aree della provincia nella quale l'agricoltura è predominante sul resto del paesaggio, ed ampie sono le coltivazioni tipiche del luogo. Le aree interne, dalle piane alle valli alle aree pedemontane, fino alle valli montane della Sila, si prestano bene a varie forme di produzione agricola, offrendo un ventaglio di prodotti ricco e variegato.
Molte son quindi le aree interessate dall'agricoltura. La piana di Sibari è il cuore pulsante di questo settore: gli agrumeti sono il campo primario della piana, che produce circa il 55% delle clementine italiane[53], fregiate tra l'altro di marchio DOP. Le valli quali la valle del Savuto e la valle del Crati, sono ricche di vigneti e di piantagioni di alberi da frutta. Importanti sono le coltivazioni di ulivo presenti nelle valli, e nelle aree pedemontane ai piedi del Pollino e della Sila, che ben si prestano alla coltivazione dell'ulivo, con distretti alimentari attivi in questo settore, una produzione ottimale con prodotti riconosciuti nel mercato nazionale ed internazionale, come fra i migliori del mondo[54], così come da alcuni decenni si sono affermati nobili vitigni che garantiscono la produzione di alcuni vini D.O.C. quali il Donnici e il Savuto[55]. Negli anni consorzi agricoli insieme alle varie istituzioni, stanno cercando di ottenere ulteriori marchi IGP e DOP, per alcuni prodotti prettamente indigeni. Ricordiamo fra questi la Clementina di Calabria, e la Patata silana. Molto diffusi sono anche i prodotti caseari, prodotti sia nell'areale della Sila che nella zona di Campotenese ai piedi del Pollino, con la produzione dei prodotti tipici locali, specie del Caciocavallo Silano.
Il settore ittico è un settore importante e molto diffuso nell'intera provincia, visto soprattutto il numero consistente di centri urbani, alcuni fra i più grandi dell'intera regione, sviluppati lungo le due coste dello Ionio e del Tirreno. Fra i centri più importanti di questo settore, vi sono Corigliano-Rossano e Cassano allo Ionio sulla costa ionica, Paola e i paesi dell'alto Tirreno, sul Tirreno.
Per quel che concerne l'allevamento questo è praticamente diffuso su tutto il territorio, dalla costa all'aree montane. In queste ultime aree si concentra maggiormente l'allevamento bovino, mentre nelle zone collinari della provincia e sulla costa è diffuso l'allevamento di ovini e caprini e di animali domestici di razza avicola (polli e tacchini).
L'industria è il settore che più di altri ha avuto nel corso del tempo uno sviluppo a macchia di leopardo su tutto il territorio. Attività industriali di un certo rilievo si trovano solo in alcune aree della provincia, mentre altre aree, specie le zone più interne, che soffrono della carenza di infrastrutture adeguate, presentano attività più che altro artigianali. La provincia è priva di distretti industriali; questo ha comportato la mancanza del know-how necessario ad uno sviluppo industriale con basi più solide su tutto il territorio. Non mancano rilevanti attività industriali, sia nel campo dell'industria alimentare che nei settori di industria pesante (fonderie, e industria chimica), questi ultimi nell'area urbana di Cosenza, e nell'area Corigliano-Rossano
Il settore energetico occupa una parte consistente dell'industria cosentina. Oltre alle centrali idroelettriche realizzate nei primi decenni del secolo scorso, site nei comuni di Acri e San Giovanni in Fiore, e le nuove centrali idroelettriche di Tarsia, vi sono altre infrastrutture energetiche di rilievo, come la centrale a gas di Corigliano-Rossano, di proprietà dell'Enel. Il settore delle fonti energetiche rinnovabili è in crescita, grazie alla creazione di parchi eolici realizzati nella valle del Crati e nella piana di Sibari. Il mercato dell'energia nel complesso, è un settore ancora in crescita nella provincia cosentina.
Quello del terziario e dei servizi è il settore più in crescita, conseguente ad un travaso di lavoratori da parte del settore manifatturiero verso questo settore. Il polo urbano di Cosenza con il suo hinterland è il maggiore centro erogatore di servizi. Un secondo polo urbano di una certa importanza è quello di Corigliano-Rossano sulla costa ionica. Cosenza e il suo hinterland forniscono pressoché tutti i servizi principali della provincia, oltreché servizi avanzati collocati soprattutto nella cittadina di Rende. I principali centri urbani della provincia offrono comunque tutti i servizi primari necessari per i comprensori territoriali che gravitano intorno ad essi.
Il turismo della provincia di Cosenza è il più variegato fra quello delle province calabresi, poiché all'ormai consolidato turismo estivo delle località marittime e a quello culturale e religioso dei principali centri interni la provincia di Cosenza ha oramai da molti anni acquisito anche un turismo montano pressoché annuale, che, se pur presente nelle altre province calabresi, resta per queste ultime un settore minore rispetto a quello della provincia di Cosenza. La provincia di Cosenza secondo il XV rapporto sul turismo in Calabria è il territorio calabrese che occupa la posizione maggioritaria della domanda turistica regionale con il 38,3% degli arrivi e il 37% delle presenze registrate nel 2017[56]. Nel Report su andamento turistico del 2019 promosso dalla regione Calabria a fronte di 8 820 489 presenze e 1 646 671 arrivi, ben il 42,6% hanno soggiornato nella provincia di Cosenza[57].
Fra le località marittime più importanti vanno segnalate: Praia a mare, Diamante, Belvedere Marittimo, Scalea, Cetraro, Paola, Fuscaldo, Fiumefreddo Bruzio ed Amantea sulla costa tirrenica. Cariati, Corigliano-Rossano, Sibari, Trebisacce e Mirto sulla costa ionica. I centri urbani culturali e religiosi nelle aree interne sono: Mormanno, Cassano allo Jonio, Castrovillari, Rocca Imperiale, Morano Calabro, Altomonte, Acri, San Giovanni in Fiore, San Marco Argentano, Bisignano e Orsomarso. Le località turistiche montane più importanti sono: Camigliatello Silano, Lorica, Fago del Soldato e Silvana Mansio.
Il sistema ferroviario della provincia si divide in:
I tratti ferroviari di competenza statale sono i tratti costieri tirrenici e quelli ionici, ed 4 tratti interni. Il primo va dalla stazione di Praja-Ajeta-Tortora a quella di Campora San Giovanni frazione di Amantea, mentre il secondo va dalla stazione di Marina di Rocca Imperiale fino alla stazione di Cariati. I tratti interni sono la Ferrovia Cosenza-Sibari e la Ferrovia Paola-Cosenza.
I tratti di competenza regionali sono la Ferrovia Cosenza-Catanzaro Lido che collega i due capoluoghi, la Ferrovia Cosenza-Camigliatello-San Giovanni in Fiore che è una trasversale.
Inoltre va segnalata una tratta ferroviaria dismessa, ossia la Ferrovia Lagonegro-Castrovillari-Spezzano Albanese.
Le Principali arterie che attraversano la provincia sono:
La provincia di Cosenza possiede un reticolare sistema portuale. Fra i porti principali vi sono quello di Corigliano, il più importante nel settore ittico, e quello di Sibari. Quest'ultimo è un porto turistico, chiamato "Laghi di Sibari".
La provincia di Cosenza non ha sul proprio territorio aeroporti attivi. È operativa un'aviosuperficie a Scalea.
Appartengono alla provincia di Cosenza i seguenti 150 comuni:
Nella tabella sottostante vengono proposti i comuni con più di 10 000 abitanti, in ordine di popolosità:
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Carpanzano, con i suoi 212 abitanti è il comune meno popolato della provincia e il secondo meno popolato della Calabria.
Le caratteristiche orografiche dei territori della Provincia, essendo tendenzialmente montagnosi, hanno incentivato il costituirsi di aggregazioni comunali in Comunità Montane. Praticamente tutti i centri delle aree più interne fanno parte di Comunità Montane. Nonostante alcune modifiche avvenute per decreto regionale sull'ordinamento e il riassetto delle comunità montane calabresi, quelle della Provincia di Cosenza, sono rimaste pressoché immutate, salvo pochi cambiamenti, come ad esempio, l'esclusione di Trebisacce dalla Comunità Montana Alto Ionio.
Le Comunità Montane della Provincia di Cosenza sono:
Denominazione | Zona geografica | Sede amministrativa | Mappa |
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Comunità Montana Alto Jonio | Alto Jonio cosentino alle pendici della catena del Pollino al confine con la Basilicata | ![]() |
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Comunità Montana Appennino Paolano | La Catena Costiera che separa la Valle del Crati dalla costa Tirrenica calabrese | ![]() |
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Comunità Montana Dorsale Appenninica Alto Tirreno | Parte terminale della Catena Costiera fino alle pendici sud-est del Massiccio del Pollino | ![]() |
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Comunità Montana Greca Destra Crati | Area settentrionale della Sila Greca che scende fino alla Valle del Crati | ![]() |
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Comunità Montana Media Valle Crati | Valle del Crati a nord del capoluogo cinta dalla catena costiera a sinistra e la Sila a destra | ![]() |
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Comunità Montana del Pollino | Dorsale meridionale della catena del Pollino versante calabrese, che abbraccia molti paesi di lingua Arbëreshë | ![]() |
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Comunità Montana Savuto | Valle del Savuto | ![]() |
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Comunità Montana Serre Cosentine | Aree e paesi facente parte delle Serre Calabresi posti a sud di Cosenza al confine con la Provincia di Catanzaro | ![]() |
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Comunità Montana Sila Greca | La parte orientale della Sila Greca, fino ad abbracciare i comuni che scendono sullo ionio | ![]() |
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Comunità Montana Silana | Cuore della Sila Grande, comprendente le principali vette quali Botte Donato e Montenero, e i principali villaggi turistici dell'acrocoro calabrese, quali Camigliatello Silano e Lorica | ![]() |
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Comunità Montana Unione delle Valli | Area posta fra l'Appennino meridionale e l'Appennino calabrese, che congiunge il Pollino con la Catena Costiera | ![]() |
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Nell'area urbana cosentina (comprendente i territori conurbati di Cosenza, Rende e Castrolibero)[58][59][60][61][62][63] i residenti sono circa 120 000 (dati del 2018)[64][65]. Mentre nell'area vasta (comprendente un più ampio settore del territorio provinciale) secondo uno studio dell'Istituto nazionale di statistica del 2015 risiedono circa 260 000 abitanti[66]; entrambe non costituiscono un ente giuridico-amministrativo unitario[67][68]. Nell'ambito dell'area urbana vasta, i comuni di Cosenza, Rende (con il parco industriale di Rende), Montalto Uffugo, Castrolibero, Mendicino e Dipignano rientrano nel Piano strategico Cosenza-Rende e area urbana 2020[58].
Nessuna squadra appartenente a un comune della provincia ha disputato la massima categoria calcistica. La squadra di maggior blasone è il Cosenza Calcio, che conta 26 stagioni disputate in Serie B. Altre squadre calcistiche di rilievo sono il Rende Calcio e il Castrovillari Calcio, che hanno giocato nei campionati di Serie C1 e C2.
La principale squadra di calcio a 5 è la Pirossigeno Cosenza, che attualmente milita in Serie A.
La più importante squadra di pallavolo in provincia è la Volley Corigliano, formazione che ha militato in Serie A1.
L'impianto sportivo più capiente della provincia è lo Stadio San Vito di Cosenza, con 25.000 posti a sedere; altri impianti sportivi a Cosenza sono il PalaFerraro sito in via Popilia, il Palazzetto dello sport di via Casali e il Palazzetto dello sport di Donnici.
In provincia i maggiori impianti sportivi sono:
La provincia accoglie sul proprio territorio alcune località sciistiche, le più importanti delle quali, realizzate sull'altopiano della Sila. Queste sono:
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