Nel mondo di oggi, Giorgio Strehler è un tema ricorrente che ha attirato l'attenzione di milioni di persone in tutto il mondo. La sua rilevanza ha trasceso i confini e il suo impatto si è fatto sentire in vari ambiti. Fin dalla sua nascita, Giorgio Strehler ha suscitato l'interesse di esperti e appassionati, generando dibattiti, ricerche e riflessioni che cercano di comprenderne il significato e l'influenza sulla società. Nel corso del tempo, Giorgio Strehler è diventato un fenomeno che non lascia nessuno indifferente, sfidando percezioni e convinzioni consolidate. In questo articolo esploreremo da vicino l'impatto di Giorgio Strehler in diversi contesti e le implicazioni che ha sulla vita di tutti i giorni.
Nel 1944 viene catturato dai nazifascisti e incarcerato per sette giorni.[senza fonte]Questa esperienza ha ispirato la canzone Ma mi...,[Chi lo dice?] di cui ha composto il testo, musicato da Fiorenzo Carpi.
Giorgio Strehler ha dichiarato che Ma mi... non è una canzone della Resistenza, ma una canzone che parla della resistenza, del non tradire, del sapere resistere e dire di no.[4]
In accordo con la categoria proposta da Luigi Squarzina[6] e accolta dalla teatrografia successiva, il lavoro di Strehler rientra nei canoni della "regia critica": nei suoi spettacoli il regista cerca di restituire dignità al passato eseguendo un'interpretazione rispettosa del testo e della volontà dell'autore. Attraverso un approfondito lavoro di ricerca storica, egli cerca di raggiungere lo spirito originario dell'opera, ripulendola dei cascami della tradizione. Nel centro dell'interesse del regista sono sempre la storia, l'essere umano e le sue azioni.[7] Nel 1971 gli è stato conferito il premio San Giusto d'Oro dai cronisti del Friuli-Venezia Giulia.
Nel 1985 verrà arrestato[8] per detenzione di stupefacenti, uso che riguarderà anche Ornella Vanoni.[9][10]
Fra i suoi più strenui difensori vi fu l'attore dialettale ed amico Piero Mazzarella. Da questo fatto sarà in seguito completamente scagionato ammettendo l'uso personale per motivi di salute.[11] In quello stesso anno il governo francese gli mette a disposizione il Teatro Odeon: diverrà Il Teatro d'Europa, che dirigerà, avendo per collaboratori il critico Renzo Tian e il "teatrologo" croato (jugoslavo, all'epoca) e regista Peter Selem. Nel 1990, il passo successivo, con la fondazione, assieme a Jack Lang, dell'Unione dei Teatri d'Europa, un'associazione a scopo culturale, con la volontà di fondere esperienze teatrali comunitarie sotto il segno degli scambi culturali. Nello stesso anno gli viene assegnato il premio Europa per il teatro. Fu parlamentare europeo del Partito Socialista Italiano, subentrato nel settembre 1983 a Bettino Craxi. Nel 1987 venne eletto al Senato con la Sinistra indipendente.[12] È stato insignito della Legion d'onore (la massima onorificenza attribuita dalla Repubblica Francese) dall'allora presidente François Mitterrand. Regolarmente tornava a soggiornare a Lugano nel suo appartamento nel quartiere di Castagnola con vista sul golfo del Ceresio.
Il 23 novembre 1992 ha ricevuto dall'Università degli Studi di Pavia una laurea honoris causa in lettere. Nel 1993 verrà processato dal Tribunale di Milano, su richiesta del pubblico ministero Fabio De Pasquale, con l'accusa di truffa e malversazione relativa all'utilizzo di contributi del Fondo sociale europeo. Nel 1995 verrà completamente scagionato ed assolto in quanto "il fatto non sussiste". Il procedimento giudiziario aveva determinato una forte reazione dell'artista, che aveva annunciato "mi dimetto da italiano" trasferendosi a Lugano ed annunciando che sarebbe rientrato in Italia solo da innocente.[13][14]
Morì a Lugano la notte di Natale del 1997, durante le prove del Così fan tutte. Questa sarebbe stata la sua prima regia al nuovo Piccolo Teatro di largo Greppi, che egli non inaugurerà mai. I funerali con grande partecipazione di cittadini e di autorità si svolsero due giorni dopo a Milano partendo dalla sede di via Rovello del Piccolo Teatro. Le sue ceneri sono conservate nel cimitero monumentale di Sant'Anna, a Trieste, sua città natale[15][16].
Omaggi
Il 10 ottobre 2005 gli è stata dedicata la via attigua al Politeama Rossetti a Trieste.
In occasione del decennale della morte, il comune di Trieste ha realizzato un'esposizione dedicata al profilo "privato" del regista. Ideata da Roberto Canziani, l'esposizione comprende oggetti e fotografie personali, lettere, libri, documenti privati, giocattoli d'infanzia donati dalle eredi, Andrea Jonasson e Mara Bugni, e custoditi adesso nel "Fondo Strehler" del Civico Museo teatrale Carlo Schmidl.
La ricerca sulle radici viennesi e balcaniche delle famiglie Strehler (linea paterna) e Lovrich (linea materna) permette di far luce sulla formazione intellettuale e civile dell'artista, e mette in rilievo tratti finora poco noti della sua personalità. Oggi il teatro di largo Greppi, che ne salutò le spoglie con l'ouverture di Così fan tutte il giorno dei funerali, si chiama "Teatro Giorgio Strehler".
Teatro
Regista
Strehler-Sastre-Brecht, La storia della bambola abbandonata, locandina
Histoire du soldat, balletto in 2 parti, 6 scene e 11 numeri per recitanti, danzatrice e 7 strumenti di Igor' Stravinskij, Piccola Scala, riprese il 21 maggio 1962.
L’opera di Giorgio Strehler, al quale la giuria ha attribuito all’ unanimità il Premio Europa per il Teatro 1990, è una pietra angolare dell'edificio del teatro europeo così come si è andato configurando nel dopoguerra.
Opera non soltanto di regista, ma di direttore e animatore, attore, scrittore, traduttore, pedagogo, propugnatore di una globale "idea di teatro" radicata nel tessuto sociale e politico, che si è riverberata sull'intera cultura teatrale europea. Diversi aspetti di una personalità che convergono nella unicità di un’azione costantemente tesa alla costruzione delle strutture di un teatro europeo, inteso come laboratorio comune di iniziative ed esperienze, manifestatasi prima nel Piccolo Teatro di Milano poi nella fondazione nel primo organismo teatrale europeo, quel Théâtre de l’Europe di cui Strehler fu chiamato ad assumere la responsabilità, oggi dilatata a una dimensione ancora più vasta nel quadro delle trasformazioni che hanno investito il nostro continente e di cui la cultura teatrale è stato uno dei propulsori.[18]
Alberto Bentoglio, Invito al teatro di Strehler, Milano, Ugo Mursia Editore, 2002, ISBN 9788842529910.
Alberto Bentoglio, 20 lezioni sul teatro di Giorgio Strelher, Imola, CUE Press, 2020, ISBN 9788855101097.
Giorgio Strehler o la passione teatrale. L'opera di un maestro raccontata da lui stesso al 3º Premio Europa per il teatro, a cura di Renzo Tian, Alessandro Martinez, Franco Quadri, Ubulibri, 1998, ISBN 9788877481948.