Al giorno d'oggi, Zafferana Etnea è un argomento che ha catturato l'attenzione di molte persone in tutto il mondo. Con un impatto significativo su vari ambiti della vita, Zafferana Etnea ha generato un dibattito senza precedenti, attirando sostenitori e critici. Mentre Zafferana Etnea continua a incombere nella coscienza collettiva, la sua influenza si estende a molteplici settori, dalla politica all’intrattenimento, dalla tecnologia alla società in generale. In questo articolo esploreremo i vari aspetti di Zafferana Etnea, esaminandone l'attuale rilevanza e il potenziale impatto futuro.
Zafferana Etnea comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Salvo Russo (lista civica) dal 30-4-2019 (2º mandato dal 9-6-2024) |
Territorio | |
Coordinate | 37°41′N 15°06′E |
Altitudine | 580 m s.l.m. |
Superficie | 76,87 km² |
Abitanti | 9 352[1] (31-12-2024) |
Densità | 121,66 ab./km² |
Frazioni | Fleri, Petrulli, Pisano Etneo, Poggiofelice, Sarro |
Comuni confinanti | Aci Sant'Antonio, Acireale, Adrano,Biancavilla, Bronte, Castiglione di Sicilia, Giarre, Maletto, Milo, Nicolosi, Pedara, Randazzo, Sant'Alfio, Santa Venerina, Trecastagni, Viagrande |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 95019 |
Prefisso | 095 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 087055 |
Cod. catastale | M139 |
Targa | CT |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 184 GG[3] |
Nome abitanti | zafferanesi(zafaranoti in siciliano) |
Patrono | Maria SS. della Provvidenza |
Giorno festivo | seconda domenica di agosto |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Zafferana Etnea ('a Zafarana in siciliano) è un comune italiano di 9 352 abitanti[1] della città metropolitana di Catania in Sicilia. Fa parte del Parco dell'Etna.
Zafferana Etnea sorge a 574 m. s.l.m., alle pendici orientali dell'Etna, il vulcano attivo più grande d'Europa. Si estende fino alla vetta sommitale del vulcano, includendo nel proprio territorio paesaggi di inestimabile bellezza naturalistica, dai fitti boschi alle distese di deserto lavico.
È uno dei comuni del Parco regionale dell'Etna e nel suo territorio rientrano le tre grandi valli che secondo accreditate ipotesi[4] rappresentano la testimonianza della sequenza della genesi del vulcano: Valle del Bove, Val Calanna e Valle San Giacomo.
L'abitato è adagiato in una vallata, ai piedi dei monti Pomiciaro (1715 m s.l.m.), Zoccolaro (1739 m s.l.m.) e Fior di Cosimo (1178 m s.l.m.), disposto in lunghezza parallelamente alla costa jonica, sul cui mare si affaccia come una terrazza.
Collocata in una posizione gradevole per gli amanti della tranquillità e della natura, dista pochi chilometri dai centri maggiori (Catania 24,6 km, Taormina 36,6 km, Acireale 13,7 km) e si trova a metà strada tra il mare e la montagna.
Zafferana rappresenta una delle porte d'accesso al vulcano, grazie alla strada provinciale dell'Etna che la collega alla stazione turistica di Rifugio Sapienza (Nicolosi) da un lato, e a quella di Piano Provenzana (Linguaglossa) dall'altro.
Le distanze dai capoluoghi di provincia siciliani sono:
Zafferana rappresenta un'importante stazione climatica, essendo luogo adatto per la villeggiatura quando il clima, nelle grandi città, diventa irresistibilmente caldo. La presenza della montagna, con i suoi boschi rigogliosi, consente infatti di far fronte alle temperature particolarmente elevate dei mesi estivi.
Il clima, mite nei mesi autunnali e primaverili, diviene abbastanza rigido in inverno, causando gelate e occasionalmente qualche nevicata, ma favorendo gli amanti degli sport invernali ad alta quota.
La temperatura media è di alcuni gradi più bassa rispetto a quella della città di Catania e, in generale, delle città della provincia poste in riva al mare.
Classificazione climatica: Zona C, GR-G (gradi-giorno) 1184, Altitudine 574.
L'ipotesi più attendibile la si trova nell'Enciclopedia italiana di Gerolamo Boccardo, in cui facendo accenno alla coltivazione dello zafferano egli scrive che questa coltivazione «era industria principale nel moderno comunello di Zafferana Etnea; che da detta cultura prese il nome». Questa supposizione è avvalorata dal quadro della Madonna della Provvidenza (1838) di Giuseppe Rapisardi, in cui è dipinto un vaso con fiori di zafferano.
È definita la "Perla dell'Etna".[senza fonte][5]
Il territorio di Zafferana Etnea era attraversato, fin dal tempo dell'occupazione romana, da un importante asse viario che collegava la città di Tauromenium a quella di Katane, costituendo un percorso alternativo alla via Consolare Pompeia che costeggiava il litorale jonico[6]. Questa strada pedemontana consentiva lo spostamento dei soldati romani al riparo dagli attacchi nemici e permetteva di raggiungere e attraversare l'imponente Bosco d'Aci, la cui legna veniva utilizzata per la costruzione delle navi.[7]
A tal proposito, il celebre antropologo palermitano Giuseppe Pitrè, nella sua Biblioteca delle tradizioni popolari, cita Zafferana[8] come luogo di passaggio dei tre santi Alfio, Filadelfo e Cirino, condotti dal preside Tertullo da Tauromenium a Leontini per esservi martirizzati il 10 maggio 253. Secondo alcune fonti in quel caso un'eruzione dell'Etna aveva reso impraticabile la strada costiera (via Pompeia), costringendo la legione e i condannati a servirsi della strada etnea.[9]
Una piccola parte di questa antica strada lastricata, in seguito riadattata a mulattiera e utilizzata fino agli inizi del secolo scorso, è ancora visibile presso la contrada Dagalone. Altra testimonianza della presenza dei romani nel territorio è rappresentata dal ritrovamento di alcune monete romane.[10]
A causa delle eruzioni dell'Etna e dei terremoti che più volte devastarono la zona, non si hanno altri reperti storici anteriori al sisma del Val di Noto del 1693.
La storia dell'abitato attuale ha origine con la fondazione del Priorato di San Giacomo, un monastero benedettino costruito nel Medioevo e di cui si hanno notizie certe a partire dal 1387 in un documento firmato dal Vescovo di Catania Simone del Pozzo[11]. Da una bolla papale firmata da Papa Eugenio IV nel 1443 si apprende dell'esistenza di un'annessa chiesa dedicata a san Giacomo, sacramentale e parrocchiale, il che fa presumere che fosse frequentata da un primo nucleo di abitanti sorto attorno al monastero, oltre che dai numerosi pellegrini che accorrevano nel giorno della festa del santo, il 25 luglio.[12] La vita monastica nel Priorato finì nel 1464,[13] ma la chiesa rimase aperta al culto fino almeno al 1677[14] venendo poi probabilmente distrutta, insieme all'intero complesso, dal terribile terremoto del 1693.[15] Il Priorato si trovava all'inizio della svasatura della Valle San Giacomo, a monte dell'odierno abitato.
Alcuni studiosi agiografi sostengono che un primo piccolo monastero in territorio zafferanese fosse stato istituito da san Sabino (m. 15 ottobre 760), vescovo di Catania, che lasciò la gestione della diocesi per ritirarsi in un luogo pacifico insieme ai suoi discepoli.[16] Questo fatto non è sostenuto da fonti certe, ed è azzardato ipotizzare che il Priorato di san Giacomo sia sorto in seguito sull'originario Monastero di san Sabino.
Il primo toponimo che si riscontra nella storia di Zafferana è “Cella”, che indicava lo stesso territorio di San Giacomo, dove era ubicato il priorato.[17] In un documento del 1694, invece, compare per la prima volta il toponimo “Zafarana” che darà poi il nome al paese.[18] Le terre della contrada Zafarana dipesero amministrativamente dai comuni di Trecastagni, Viagrande ed Aci Sant'Antonio fino al 1826, mentre dal punto di vista religioso la chiesa del borgo (chiesa della Madonna della Provvidenza), costruita agli inizi del Settecento, fu vincolata all'Arcipretura Parrocchiale "S. Nicola di Bari" di Trecastagni fino alla costituzione della parrocchia (1753).
Il 21 settembre 1826 un decreto di Francesco I, dispose che i quartieri Zafarana Etnea, Sarro, Rocca d'Api, Bongiardo e Pisano formassero, distaccandosi dai comuni di Trecastagni, Viagrande ed Aci SS. Antonio e Filippo, un nuovo comune col nome di Zafarana Etnea, poi Zafferana Etnea. A questo nuovo Comune si unirono in seguito le altre frazioni di Fleri (1851) e Petrulli (1951), mentre la frazione Bongiardo passò, nel 1934, al neo-costituito comune di Santa Venerina.
Il 19 ottobre 1984, alle ore 18.43, la cittadina fu colpita da un terremoto di magnitudine macrosismica 3.7.
Il terribile evento sismico creò il panico tra gli abitanti di Zafferana e dei borghi limitrofi: si contò una vittima[19] colpita da un calcinaccio durante la fuga; ingenti i danni alle abitazioni, agli edifici civili e amministrativi, a quelli sacri.[20]
La Chiesa Madre fu interessata dal crollo della volta della navata centrale che cadde rovinosamente sul pulpito distruggendolo, da crepe sugli stucchi e da profonde fratture lungo i pavimenti e le pareti; i danni la resero inagibile alle sacre funzioni e fu sostituita da una tensostruttura realizzata nella vicina Piazza della Regione Siciliana, che ospitò i fedeli per ben quattordici anni. Anche il Palazzo Municipale divenne impraticabile per i pericoli di crollo.
Gli abitanti, privati delle loro case, furono ospitati per mesi in tende messe a disposizione dalla Croce Rossa Italiana e dall'Esercito Italiano, chiamati sul posto per far fronte alle necessità dei senza tetto.
Una replica importante si ebbe sei giorni dopo, il 25 ottobre 1984, con epicentro nella frazione Fleri. Anche questo terremoto causò danni ingenti agli edifici civili e sacri nella frazione stessa e in quella limitrofa di Pisano Etneo.
A seguito degli eventi eruttivi cominciati nel marzo 1792, il primo di giugno si aprì un cratere sul lato est dell'Etna, preannunciato da terremoti. Il fuoco del vulcano divorò fertili terreni lasciando dietro di sé una lingua nera di lava.
I primi di agosto la colata lavica si affacciò dalle colline che vanno dall'Airone alla Valle San Giacomo, seminando il panico nel piccolo borgo. Ormai privi di speranza per la salvezza delle proprie case, gli zafferanesi raccolsero le loro cose e si prepararono a lasciare le loro proprietà.
Dai zafferanesi, che in un impeto di fede avevano portato in processione dalla chiesa la statua della Madonna della Provvidenza, l'improvviso cessare dell'eruzione alle porte dell'abitato venne inteso come una grazia straordinaria. Il popolo tutto gridò al miracolo e fece voto di recarsi in quel luogo in pellegrinaggio ogni anno. Sul posto nel 1861 venne edificato un monumentale altarino e, ancor oggi, la cittadinanza scioglie il voto dei padri recandovisi ogni anno durante i festeggiamenti patronali.
Cominciata il 14 dicembre 1991 e terminata il 30 marzo del 1993, fu l'eruzione etnea di più lunga durata tra quelle recenti. La lava fuoriuscì da un sistema di fratture localizzate lungo la base del cratere di sud-est, in direzione nord-sud, che si estese nel giro di alcuni giorni da quota 3.100 a quota 2.200 s.l.m.
Lo stemma e il gonfalone del Comune di Zafferana Etnea sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 4 ottobre 2001.[21]
Nel gonfalone in uso i ricami sono in argento, così come l'iscrizione centrata, cioè convessa, che è posta in alto e non in basso.
La chiesa madre di Santa Maria della Provvidenza è il monumento più importante della città. Iniziata nel 1731 è stata più volte danneggiata e resa inagibile da terremoti, l'ultima volta dal sisma del 1984. Il suo prospetto, realizzato nel XX secolo, è in pietra bianca di Siracusa. Al suo interno conserva opere di Giuseppe Sciuti.
L'elegante costruzione fine ottocentesca, posta sullo stesso livello urbanistico della chiesa madre, si affaccia sulla centralissima piazza Umberto I.
Il palazzo è un gradevole esempio di stile Liberty, con cornicione merlato, inserti floreali sul prospetto principale e, al centro, sopra il balcone d'onore, uno stucco riprende lo stemma comunale, con l'aquila che tiene tra gli artigli due grappoli d'uva, posta sopra un medaglione su cui è dipinta l'Etna in eruzione.
L'edificio, reso inagibile dal terremoto del 19 ottobre 1984, dopo un lungo restauro, è stato inaugurato il 30 maggio 2009 alla presenza delle istituzioni comunali, del presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e dell'arcivescovo metropolita di Catania Salvatore Gristina.
Al suo interno si conservano due importanti opere del pittore locale Giuseppe Sciuti: Il Benessere e le Arti ed un autoritratto. Per raggiungere il municipio dalla piazza si percorre una coreografica scalinata curvilinea a doppia rampa, con lampioni anch'essi Liberty; al centro della scalinata è collocato un busto del pittore Giuseppe Sciuti, in memoria dell'artista cui Zafferana diede i natali.
Si tratta di una monumentale villa, la più maestosa del territorio comunale, appartenuta alla nobile famiglia catanese dei Paternò - Manganelli. La sua costruzione avvenne tra la fine del secolo XIX e gli inizi del secolo XX, in contrada Sarro.
Il Parco Comunale è il più grande giardino pubblico del comune, situato in pieno centro, sul lato nord del torrente Salaro in prossimità della Chiesa della Madonna delle Grazie e vi si accede da un piazzale intitolato a papa Giovanni Paolo II.
In contrada Carlino (o Carrino) si trova un antico leccio (ilici in siciliano) secolare: l'Ilice di Carrinu. Si tratta senza dubbio del leccio di maggiori proporzioni dell'Etna e probabilmente più antico dell'età attribuitagli di circa seicento anni. Il maestoso albero presenta le seguenti dimensioni: altezza 18 m circa, diametro massimo della chioma 24 m circa e circonferenza alla base di 4,8 m. Le attuali condizioni vegetative sono buone, lo stato di salute è discreto, con un inizio di marcescenza alla biforcazione principale.
L'ilice può essere raggiunto da un sentiero pedonale che inizia a monte dell'abitato di Zafferana Etnea, dalla contrada denominata "Dagalone", e da una pista di proprietà del Corpo Forestale che si diparte dalla borgata Caselle, nel comune di Milo. Nei pressi dell'albero ci sono due edifici rurali ed una cisterna.
Abitanti censiti[22]
La religione più diffusa tra la popolazione di Zafferano Etnea è il cattolicesimo, e le parrocchie che sorgono nel suo territorio comprese le frazioni di Fleri, Pisano, fanno parte del XI Vicariato paesi zona del bosco dell'Arcidiocesi di Catania.
La cittadina ha come patrona Maria Santissima della provvidenza.
Gli stranieri residenti a Zafferana Etnea sono 462 e rappresentano il 5,0% della popolazione residente.
La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dall' Albania con il 53,9% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Romania (26,2%) e dallo Sri Lanka (Ex Ceylon (4,3%).
Il dialetto parlato a Zafferana Etnea è quello catanese (non metafonetico orientale), da cui però si discosta in alcune singolari caratteristiche, derivate dalla distanza dal capoluogo etneo e dall'influenza della più vicina città di Acireale. Nei verbi della terza coniugazione (italiano: -ire; siciliano: -iri), ad esempio, la terza persona singolare cambia la "i" con la "a": per il verbo véniri (venire), a Zafferana si utilizza spesso iddu vena in luogo di iddu veni (egli viene). Nell'utilizzo della 1ª persona singolare dell'aggettivo possessivo "mio", nella forma contratta di utilizzo corrente, si assiste alla sostituzione delle "è" con la "ò": a mò casa in luogo del catanese a mè casa (a casa mia).
Non mancano anche a Zafferana gli antichi proverbi dialettali, alcuni comuni anche alle altre località, altri invece propri della cittadina:
Tipica inoltre l'associazione agli abitanti di un nomignolo o un soprannome, il cosiddetto nciùria (o peccu o peccuru), ancora oggi frequentemente utilizzati, derivati dall'attività lavorativa, da fatti accaduti o da vezzi personali, oppure ereditati nei secoli dagli avi. I soprannomi servivano inoltre a consentire una rapida identificazione delle persone, essendo anticamente Zafferana una piccola comunità con stretti legami di parentela tra gli abitanti, e quindi stessi cognomi, e vigendo l'usanza di dare ai figli i nomi dei nonni.
Interessante anche la tradizione religiosa orale, che tramanda fino ad oggi innumerevoli componimenti dialettali, ancora oggi mai scritti in un'unica raccolta. Il dialetto a Zafferana è ancora correntemente utilizzato nelle relazioni sociali locali, anche da buona parte delle giovani generazioni, in alternativa alla lingua nazionale.
Prestigioso evento culturale nato nel 1967 per desiderio di importanti nomi della letteratura e del giornalismo italiani: Dacia Maraini, Pier Paolo Pasolini, Leonardo Sciascia, Vanni Ronsisvalle e molti altri ancora. Il Convegno-Premio si prefigge di commemorare la vita e le opere del grande scrittore siciliano Vitaliano Brancati, che a Zafferana Etnea amava soggiornare, ritenendo la cittadina il luogo ideale per dare voce alla sua “Ninfa ispiratrice”.
Zafferana diviene così, ogni anno, la sede culturale di un importante momento di dialogo e di confronto sui temi della cultura, nazionali ed internazionali.
Il Premio è organizzato dall'Amministrazione Comunale (Assessorato alla Cultura) in collaborazione con la Regione Siciliana, con la Provincia di Catania e con l'Università degli Studi di Catania, che insieme hanno istituito la “Fondazione Brancati-Zafferana”, ente volto a promuovere la cultura a livello internazionale.
L'evento culturale si svolge alla fine del mese di settembre ed è ospitato presso l'Auditorium dell'ex-Collegio "S. Anna".
Etna in scena è il cartellone di eventi in programma per l'estate zafferanese. Ogni anno da giugno a settembre il Comune di Zafferana Etnea, l'Associazione Pro loco, la Provincia Regionale di Catania e la Regione Siciliana organizzano serate con spettacoli di danza, cinema e teatro.
L'Ottobrata zafferanese è un evento fieristico-culturale che si svolge tutte le domeniche del mese di ottobre nel centro storico del paese.
Nata all'inizio degli anni ottanta come una semplice mostra-mercato di prodotti tipici, è frequentata da vari[23] visitatori.
Airone, Algerazzi, Ballo, Bonanno, Cancelliere, Carlino, Cassone, Cavotta, Civita, Dagalone, Emmaus, Finaita, Fleri, Fortino, Marino, Mulini, Passopomo, Petrulli, Piano dell'Acqua, Pietralunga, Pisanello, Pisano Etneo, Poggiofelice, Primoti, Rocca d'Api, San Giacomo, San Giovannello, San Vito, Sarro, Scacchiere, Sciara, Sparavite, Spoligni, Villaggio san Vito.
Tra i mestieri che appartengono ormai alla memoria delle tradizioni e degli usi popolari, è necessario ricordare l'importante figura dei carbonai e dei venditori di ghiaccio. Il carbone richiedeva una lavorazione del tutto particolare che obbligava gli operai alla permanenza per alcuni giorni in montagna, e che prevedeva la raccolta della legna ed il suo incenerimento attraverso tecniche tipiche di combustione per mezzo dei cosiddetti “fussuna”, montagnole di legna ricoperte di terra.
I venditori di ghiaccio, invece, rappresentavano un'importante risorsa refrigerante durante l'estate: grossi cubi di ghiaccio, conservati fin dall'inverno in montagna, ad alta quota, in grotte o buche appositamente scavate, venivano al bisogno sezionate e trasportate in paese e nelle località limitrofe, ed utilizzate per tenere in freddo alimenti e bevande, oltre che per la produzione di gelati e granite.
L'economia zafferanese oggi si basa essenzialmente sulla pastorizia, la produzione di vino e l'apicoltura. L'allevamento degli ovini ha sempre costituito un'importante risorsa, grazie alla presenza dei vasti pascoli erbosi durante tutto il corso dell'anno; numerose sono le aziende casearie presenti sul territorio, alcune delle quali sono anche divenute delle importanti e prestigiose marche commerciali (Zappalà).
La produzione del vino si avvale degli ottimi terreni vulcanici alle pendici dell'Etna, che donano alle uve locali caratteristiche organolettiche pregevoli. Proprio queste qualità hanno consentito l'attribuzione al vino Etna del marchio DOC. Molte sono le aziende vinicole che producono ottimi vini da vitigni per lo più di nerello mascalese e carricante.
Il miele, considerato l'oro dell'Etna, è la principale fonte di reddito per la popolazione. Con oltre settecento apicoltori, Zafferana vanta la produzione del 15% circa del miele nazionale, con varietà di prodotto che vanno dal millefiori all'arancio, dall'eucalipto al castagno. “I lapari” (gli apicoltori) zafferanesi intrapresero questa attività a partire dal 1920 circa, quando sperimentarono questo mestiere e lo trasformarono in una vera e propria arte. Il miele zafferanese è rinomato in tutta Italia; ottimo per le sue proprietà curative (a seconda del tipo lassative, contro la tosse, il raffreddore, ecc.), è correntemente utilizzato per la preparazione di dolci e pietanze tipiche.
Da ricordare anche l'importanza economica offerta dalla produzione dell'olio, dalla piantagione delle mele (di qualità molto pregiata) e dalla raccolta e dalla lavorazione e conservazione dei funghi e delle castagne.
Il turismo rappresenta per il paese di Zafferana un'importante risorsa economica durante buona parte dell'anno.
Il turismo invernale nasce a Zafferana intorno alla fine degli anni venti del 1900, quando le contrade ad alta quota (Piano del Vescovo, Val Calanna e Valle del Bove) cominciano ad essere frequentate da appassionati di sci, di escursionismo e di arrampicata.
Il lunedì successivo alla seconda domenica di agosto, si svolge la festa patronale in onore della Madonna della Provvidenza, con uscita del fercolo e del simulacro dalla Chiesa Madre.
Alla fine del mese di settembre si svolge il Convegno-Premio letterario Brancati, nato nel 1967 a memoria dello scrittore siciliano Vitaliano Brancati. ottobre è segnato dalla “Ottobrata zafferanese”, una mostra-mercato di prodotti tipici.
Da una recente statistica, Zafferana Etnea risulta essere il quinto comune della provincia di Catania per grado di attrattiva turistica, con un valore pari a 20,15, preceduta da Aci Castello (39,01), Calatabiano (26,29), Nicolosi (21,07) e Acireale (20,78).[24]
Per chi proviene da Messina in direzione Catania:
Per chi proviene da Catania in direzione Messina:
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1828 | - | Salvatore Rosa | eletto particolare | ||
- | - | Salvatore Bonanno | Sindaco | ||
- | - | Silvestro Sciuto | Sindaco | ||
- | - | L. Cavallaro | Sindaco | ||
- | 1882 | Eusebio Longo | Sindaco | ||
1882 | 20 luglio 1885 | Eusebio Longo | Sindaco | ||
1885 | 1888 | Sebastiano Di Prima | Sindaco | ||
1888 | 1890 | Bonaventura Barbagallo | Sindaco | ||
1890 | 1894 | Sebastiano Di Prima | Sindaco | ||
1894 | 1896 | Raffaello Sciuti | Sindaco | ||
1896 | 1900 | Aita Francesco Bonanno | Sindaco | ||
1900 | 1902 | Salvatore Castorina | Sindaco | ||
1902 | 1903 | Sebastiano Di Prima | Sindaco | ||
1903 | 1911 | Sebastiano Di Prima | Sindaco | ||
1911 | 1915 | Mauro Nicolosi | Sindaco | ||
1915 | 1917 | Francesco Grassi | Sindaco | ||
1917 | 1921 | Antonino Arcidiacono | Comm. regionale | ||
1921 | 1926 | Nunzio Romeo | Sindaco | ||
1926 | 1928 | Vittorio Accetta | Comm. pref. | ||
1928 | 1930 | Mauro Nicolosi | Podestà | ||
1930 | 1931 | Placido Tomaselli, Dott. Letterio Biondo, Avv. Salvatore Scuderi | Comm. pref. | ||
1931 | 1935 | Salvatore Scuderi | Podestà | ||
1935 | 1936 | Salvatore Scuderi | Comm. pref. | ||
1936 | 1937 | Alfio Pappalardo | Comm. pref. | ||
1937 | 1941 | Alfio Pappalardo | Podestà | ||
1941 | 1942 | Salvino Albino, Dott. Giuseppe Ciraolo | Comm. pref. | ||
1942 | 1943 | Alfio Russo | Comm. pref. | ||
1943 | 1944 | Salvino Albino, Dott. Salvatore Mazza | Comm. pref. | ||
1944 | 1956 | Salvatore Mazza | sindaco di nomina prefettizia |
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1956 | 10 giugno 1960 | Avv.Silvestro Castorina | sindaco eletto | ||
10 giugno 1960 | 8 dicembre 1960 | Angelo Vitarelli | Comm. regionale | ||
8 dicembre 1960 | 1962 | Silvestro Castorina | Sindaco | ||
1962 | 2 dicembre 1962 | Vincenzo Viviano, Dott. Leonardo La Rosa | Comm. regionale | ||
1963 | 1967 | Gaetano Nicolosi | Sindaco | ||
1967 | 1968 | Alfio Coco | Sindaco | ||
1968 | 1968 | Leonardo La Rosa | Sindaco | ||
1968 | 1969 | Alfio Mangano | Sindaco | ||
1969 | 1980 | Alfio Coco | Sindaco | ||
1980 | 1982 | Alfio Mangano | Sindaco | ||
1982 | 1983 | Leonardo La Rosa | Sindaco | ||
1983 | 1987 | Michele Sapienza | Sindaco | ||
1987 | 1988 | Alfio Mangano | Sindaco | ||
4 luglio 1988 | 20 ottobre 1990 | Alfio Leonardi | Democrazia Cristiana | Sindaco | [25] |
22 dicembre 1990 | 29 luglio 1991 | Giancarlo Manenti | Comm. regionale | [25] | |
29 luglio 1991 | 15 maggio 1995 | Alfio Leonardi | Democrazia Cristiana | Sindaco | [25] |
15 maggio 1995 | 14 giugno 2004 | Giuseppe Leonardi | lista civica | Sindaco | [25] |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Filadelfo Patanè | lista civica | Sindaco | [25] |
8 giugno 2009 | 30 aprile 2019 | Alfio Vincenzo Russo | lista civica | Sindaco | [25] |
30 aprile 2019 | in carica | Salvo Russo | lista civica | Sindaco | [25] |
Il Comune di Zafferana Etnea fa parte delle seguenti istituzioni e associazioni:
Controllo di autorità | VIAF (EN) 158380429 · LCCN (EN) n88106363 · GND (DE) 4294098-9 · J9U (EN, HE) 987007564946105171 |
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