Oggi Gunnlöð è un argomento di grande attualità che genera interesse e dibattito in diversi ambiti. Con il passare del tempo Gunnlöð è diventata sempre più importante nella società odierna e la sua influenza è evidente in diversi aspetti della vita quotidiana. Dalla sfera personale a quella lavorativa, Gunnlöð si è rivelato un argomento che non passa inosservato, suscitando l'interesse di esperti, accademici e persone in generale. In questo articolo esploreremo diversi aspetti relativi a Gunnlöð, nonché il suo impatto sulla società odierna.
Nella mitologia norrena, Gunnlöð o Gunnlöd ("schiuma della battaglia" in norreno) è una gigantessa, o principessa degli Jǫtnar. È la figlia del gigante Suttungr ed era stata posta a guardia della montagna Hnitbjǫrg dove era nascosto l'idromele della poesia, che rende poeta chi lo beve[1], trafugato da Odino.
La seconda parte dell'Edda in prosa di Snorri Sturluson descrive come Suttungr ottenne l'idromele, nel racconto di Bragi a Ægir:
Il racconto prosegue con il furto dell'idromele della poesia da parte del dio Odino. Questi, sotto il nome di Bǫlverkr, sedusse Gunnlöð offrendole tre notti d'amore in cambio di tre sorsi del prezioso idromele; Odino invece bevve tutto l'idromele e scappò ad Ásgarðr dove offrì la preziosa bevanda agli altri dei:
Nel poema Hávamál dell'Edda poetica Odino viene in possesso dell'idromele in maniera leggermente diversa:
Le ultime strofe sembrano indicare ancora più chiaramente che Gunnlǫð l'avesse aiutato volontariamente: