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Galbiate comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Piergiovanni Montanelli (lista civica) |
Territorio | |
Coordinate | 45°48′N 9°23′E |
Altitudine | 371 m s.l.m. |
Superficie | 15,64 km² |
Abitanti | 8 454[2] (31-12-2024) |
Densità | 540,54 ab./km² |
Frazioni | Bartesate, Ponte Azzone Visconti, Sala al Barro, Villa Vergano[1] |
Comuni confinanti | Annone di Brianza, Civate, Colle Brianza, Ello, Garlate, Lecco, Malgrate, Oggiono, Olginate, Pescate, Valgreghentino, Valmadrera |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 23851 |
Prefisso | 0341 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 097036 |
Cod. catastale | D865 |
Targa | LC |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 596 GG[4] |
Nome abitanti | galbiatesi |
Patrono | san Giovanni Evangelista |
Giorno festivo | 27 dicembre |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Galbiate (Galbiàa in dialetto brianzolo) è un comune italiano di 8 454 abitanti[2] della provincia di Lecco in Lombardia, capoluogo della Comunità montana Lario Orientale - Valle San Martino, sede del Parco naturale del Monte Barro e parte dei siti cluniacensi[5].
La località capoluogo si trova sulla sella che collega il monte Barro con il colle di Brianza, in una posizione sovrastante il lago di Annone, il lago di Garlate e gli altri comuni limitrofi. È uno dei comuni più a nord della Brianza.
Galbiate si trova su un pianoro situato alle pendici meridionali del monte Barro.[6] La parte nord-occidentale del territorio comunale si estende alle rive del lago di Annone.
Il toponimo comprende la radice Gal, da attribuire probabilmente o alla presenza di Galli o all'espressione celtica gala, ossia "roccia".[6]
Una campagna di scavo sul monte Barro ha riportato alla luce i resti di un complesso fortificato comprensivo di una corte, sei torrette e altri edifici più piccoli.[6] Anche se la datazione del complesso non è nota, già la Naturalis historia di Plinio il Vecchio riporta l'esistenza dell'insediamento orobico di Barra (o Parra).[6] La fortezza sarebbe stata successivamente riutilizzata dai longobardi.[6]
Già inserito nel Contado della Martesana e nella pieve di Garlate (della quale seguì le sorti per lunghi secoli), in età comunale Galbiate fu abitato prevalentemente da ghibellini.[6]
Nel 1450, durante le contese tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, il centro di Galbiate ospitava il castello dei De Ripa, i quali parteggiavano per i milanesi. Del castello sopravvive ancor'oggi una torre.[6]
Il comune di Galbiate ha come simboli lo stemma e il gonfalone concessi con decreto del presidente della Repubblica del 3 giugno 1975.[7]
L'origine di questa chiesa, Chiesa incompiuta di San Michele, situata nella località di San Michele risale all'XI e X secolo in cui recenti studi ipotizzano la sua attribuzione iniziale a uno xenodochio (luogo di ricovero per viandanti di passaggio). La particolarità di questo edificio è la struttura perimetrale orfana del tetto. Viene utilizzata come sala parrocchiale e saltuariamente adibita a mostre ed esposizioni.[8]
Situata nella frazione di Villa Vergano la chiesa è risalente al XII secolo è un esempio di architettura gotica borgognese essendo stata costruita per il priorato cluniacense.
Già dedicata a San Vittore Martire durante l'Alto Medioevo[9][10], la chiesetta si presenta come un edificio a navata unica, separata in tre campate contraddistinte da archi a sesto acuto.[6]
Dichiarata monumento nazionale nel 1912, la chiesa venne ingrandita nel XV secolo, al fine di poter meglio servire alle esigenze dei francescani che vivevano nel vicino convento.[6] A questo periodo risale una Madonna del Latte affrescata all'interno della chiesa.[6] La chiesa fu oggetto di rimaneggiamenti anche nei due secoli successivi.[10] Al Seicento sono riconducibili gli affreschi della cappella dedicata a san Francesco di Assisi, dipinti coevi dell'altarmaggiore.[6] Gli affeschi tardobarocchi del presbiterio sono invece databili agl'inizi del Settecento, secolo che si concluse con una provvisoria soppressione del convento (1798); la chiusura definitiva del convitto francescano avvenne nel 1810.[10] Tra gli affreschi settecenteschi collocati sulle pareti interne dell'edificio, un dipinto situato alla base destra dell'arco trionfale raffigura sant'Ambrogio[9] nell'atto di indicare la chiesa sul monte Barro come la località dove far portare una statua mariana.[10] Questa scultura, che la tradizione popolare vuole esser stata donata dallo stesso vescovo milanese, è tuttora conservata all'interno della chiesa.[6] Un leggendario miracolo legato a un tentato furto della statua è raffigurato nell'affresco alla base sinistra dell'arco di trionfo.[10]
Parrocchiale dal 1565, la chiesa, che si presenta con una facciata del XVIII secolo, risale al Quattrocento.[6] Il campanile venne invece eretto nel 1814.[6]
Al suo interno, la chiesa conserva uno Sposalizio della Vergine del Morazzone[6], una serie di dipinti su tela realizzati da Giovanni Battista Crespi[6] e un crocifisso in legno del XV secolo.[6][11] Su indicazione di Federico Borromeo, nel corso del Seicento il crocifisso fu spostato nell'attuale collocazione dall'arco trionfale dove era stato originariamente collocato.[11] Il Crocifisso si trova nell'omonima cappella laterale, situata sul lato destro e anticamente intitolata a sant'Ambrogio[11], il quale è raffigurato in un dipinto seicentesco situato nella cimasa dell'ancona che, anticamente, costituiva l'altare dedicato a questo santo.[12]
Situato in località Castello[6], è l'edificio civile di maggior pregio di Galbiate. L'attuale fabbricato, le cui prime tracce risalgono al Seicento e Settecento legate alle famiglie dei Gariboldi e dei Villa, è il risultato di contributi diversi succedutisi all'inizio dell'Ottocento quando erano proprietari i banchieri milanesi Ballabio. L'esedra che fronteggia la villa è opera dell'architetto lecchese Giuseppe Bovara[6] mentre la meridiana, la fontana e gli affreschi che conferiscono l'attuale aspetto neo-barocchetto si devono a Piero Portaluppi quando la proprietà passò alla famiglia Bertarelli. Nell'ottobre 2003 la proprietà passò al comune, il Parco del Monte Barro acquistò il giardino storico di circa 7000 m², un'ala della dimora e la dipendenza di 635 m² di superficie utile in cui, dal 2006, ospita la sede centrale del "Centro Flora Autoctona della Regione Lombardia".[13]
Abitanti censiti[15]
Sala al Barro e Bartesate, ex comuni autonomi, divennero frazioni di Galbiate nel 1927, mentre Villa Vergano, anch'esso ex comune autonomo, divenne frazione di Galbiate nel 1937.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 142338036 · LCCN (EN) nr93051065 · J9U (EN, HE) 987007540471805171 |
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