Questo articolo affronterà il tema Acido pentacosanoico, che negli ultimi anni ha acquisito grande rilevanza a causa del suo impatto su diversi aspetti della società. Fin dalla sua nascita, Acido pentacosanoico ha generato dibattiti, controversie ed è stato oggetto di studi e ricerche in diversi ambiti. Nel corso del tempo, Acido pentacosanoico si è evoluto e si è adattato alle esigenze dell'ambiente, diventando un argomento di interesse per un ampio spettro di persone. In questo senso, è rilevante esplorare le molteplici sfaccettature e prospettive che Acido pentacosanoico offre, così come le sue implicazioni a livello sociale, culturale, economico e politico.
acido pentacosanoico | |
---|---|
![]() | |
Nome IUPAC | |
acido pentacosanoico | |
Abbreviazioni | |
25:0; C25:0 | |
Nomi alternativi | |
acido pentacosilico; acido ienico | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C25H50O2 |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 208-036-0 |
PubChem | 10468 |
SMILES | CCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCC(=O)O |
Indicazioni di sicurezza | |
L'acido pentacosilico o pentacosanoico o ienico è un acido grasso saturo lineare a catena molto lunga, composto da 25 atomi di carbonio, notazione delta: 25:0 e formula di struttura: CH3-(CH2)23-COOH.
Come la maggior parte degli acidi grassi saturi lineari con un numero dispari di atomi carbonio, l'acido pentacosalico si presenta raramente in natura.[1]
È stato inizialmente isolato nelle feci della iena da cui prese il nome, caduto in disuso, di acido ienico.[2]
Varie analisi lo hanno rilevato negli oli vegetali di Sindora glabra (≈2,2%)[3], Punica granatum (≈1,8%)[4], Salvia cilicica (≈1,3%)[5], Senna tora (≈1%)[6], nelle spugne Ircinia spinulosa (≈1,3%)[7],nelle radici di Hemerocallis fulva (≈1,7%)[8] e nei lipidi della matrice extracellulare nel Botrytis cinerea (≈17%).[9]
Alcune ricerche mostrano che il grado di demielinizzazione in un paziente con adrenoleucodistrofia e la cataratta umana sono correlati al tenore di acido pentacosanoico.[10][11]