Palazzo dei Dieci Savi è un argomento che ha catturato l'attenzione di milioni di persone in tutto il mondo. Nel corso della storia ha suscitato grande interesse e intrighi, suscitando dibattiti, indagini e discussioni appassionate. Dalle sue origini ai giorni nostri, Palazzo dei Dieci Savi ha svolto un ruolo cruciale nella società, influenzando individui, comunità e culture in tutti gli angoli del pianeta. Mentre continuiamo a esplorare e scoprire di più su Palazzo dei Dieci Savi, sulle sue implicazioni e sul suo impatto sul mondo moderno, è essenziale comprenderne l'importanza e le implicazioni sulla vita di tutti i giorni. In questo articolo daremo uno sguardo approfondito a Palazzo dei Dieci Savi, esplorandone la storia, la rilevanza attuale e il possibile futuro, per fornire una visione olistica di questo fenomeno.
Palazzo dei Dieci Savi | |
---|---|
![]() | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | Veneto |
Località | Venezia |
Indirizzo | sestiere di San Polo |
Coordinate | 45°26′18.03″N 12°20′07.75″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XVI secolo |
Stile | rinascimentale |
Uso | sede dell'ex Magistrato alle acque |
Piani | tre |
Realizzazione | |
Architetto | Antonio Abbondi |
Palazzo dei Dieci Savi è un'architettura di Venezia, ubicata nel sestiere di San Polo e affacciata sul Canal Grande, presso il ponte di Rialto.
Costruito nella prima metà del XVI secolo, Palazzo dei Dieci Savi è un progetto di Antonio Abbondi. Divenne sede dei Dieci Savi alle Decime, magistratura responsabile delle finanze della Serenissima. Ebbe questa funzione per tutta la durata della Repubblica.[1]
Restaurato nel 1925 dall’arch. Agostino Jaccuzzi e in buono stato di conservazione, il palazzo fu sede del Magistrato alle acque, ente pubblico soppresso nel 2014 a seguito dello scandalo del MOSE[2].
Il palazzo ha una facciata lunga sulla ruga degli Oresi e una corta sul Canal Grande.
La facciata lunga è aperta al pian terreno da un portico di ben trentasette arcate a tutto sesto, il soffitto del quale, a volte a crociera, è coperto da affreschi, vaste porzioni dei quali sono discretamente conservate.
I due piani superiori, divisi da lunghe e spesse cornici marcapiano, sono disegnati all'insegna della razionalità, coerentemente con la funzione stessa che aveva il palazzo: lo aprono due file di trentasette monofore rettangolari in disadorne cornici lapidee. Sulla sommità, un sottile cornicione a dentelli percorre il sottotetto.
Simile l'impostazione della facciata sul canale: essa è aperta da quattro arcate al piano terra e da cinque coppie di monofore rettangolari ai piani superiori.
Solo due gli elementi decorativi: una statua cinquecentesca rappresentante la Giustizia, posta al secondo piano, nell'angolo tra le due facciate; un bassorilievo con un Leone di San Marco, inserito in cornice circolare e risalente al 1848, epoca della breve Repubblica di San Marco, in opposizione al dominio austriaco che l'aveva recentemente tolto.