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Gommagutta | |
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Coordinate del colore | |
HEX | #EF9B0F |
sRGB1 (r; g; b) | (228; 155; 18) |
CMYK2 (c; m; y; k) | (0; 35; 94; 6) |
HSV (h; s; v) | (38°; 94%; 94%) |
1: normalizzato a (byte) 2: normalizzato a (%) |
La gommagutta o gomma gutta è una gommoresina contenente il 60-80% di resina e il 15-25% di gomma, insieme a piccole quantità di olio essenziale estratta da alcune piante tropicali del genere Garcinia, in particolare la Garcinia hanburyi.
Il nome è composto dalle parole gomma e gutta: sull'origine di quest'ultima v'è discordanza tra le fonti, il Vocabolario etimologico della lingua italiana indica il malese gatah (ghutah) che significa "gomma", resina[1], mentre il Vocabolario Treccani cita il tardo latino gutta, che significa "goccia".[2]
L'estrazione dalla Garcinia avviene praticando delle incisioni a spirale nel tronco di alberi di almeno dieci anni d'età, il liquido resinoso che gocciola fuori viene raccolto in canne di bambù cave. Una volta che il liquido si è solidificato, il bambù viene aperto lasciando delle grosse bacchette di gommagutta grezza.
È parzialmente solubile in alcool, etere ed altri solventi organici.
È di colore giallo oro intenso e viene impiegata per colorare gli acquarelli o come purgante drastico.
In pittura si utilizzava soprattutto come giallo trasparente, per colorare le stampe o anche per le velature. Era utilizzata dai pittori fiamminghi del XVI secolo fino al XIX secolo ma l'uso in seguito si è drasticamente ridotto per via degli alti costi di produzione.
Nelle vetrate artistiche piombate veniva mescolata al nitrato d'argento per creare il caratteristico color oro detto "giallo d'argento".[3]
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