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Diocesi di Namur Dioecesis Namurcensis Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Malines-Bruxelles | ||
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Vescovo | Pierre Warin | ||
Vescovi emeriti | Rémy Victor Vancottem | ||
Presbiteri | 366, di cui 236 secolari e 130 regolari 1.404 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 171 uomini, 332 donne | ||
Diaconi | 53 permanenti | ||
Abitanti | 796.228 | ||
Battezzati | 514.000 (64,6% del totale) | ||
Stato | Belgio | ||
Superficie | 8.105 km² | ||
Parrocchie | 727 (30 vicariati) | ||
Erezione | 12 maggio 1559 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Sant'Albano | ||
Santi patroni | Albano da Magonza (21 giugno) | ||
Indirizzo | 1 Rue de l'Évêché, B-5000 Namur, Belgique | ||
Sito web | www.diocesedenamur.be | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2024 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Belgio | |||
La diocesi di Namur (in latino Dioecesis Namurcensis) è una sede della Chiesa cattolica in Belgio suffraganea dell'arcidiocesi di Malines-Bruxelles. Nel 2023 contava 514.000 battezzati su 796.228 abitanti. È retta dal vescovo Pierre Warin.
La diocesi di Namur è la più vasta, ma anche la meno popolata del Belgio. Comprende le province di Namur e di Lussemburgo, ed il suo territorio include alcuni dei posti più belli delle Ardenne e della valle della Mosa. Il relativo carattere rurale e turistico del territorio è quindi predominante.
Sede vescovile è la città di Namur, dove si trova la cattedrale di Sant'Albano. Nel territorio diocesano si trovano anche il santuario diocesano di Notre-Dame-de-Foy, e le basiliche minori di Notre Dame d'Orval, di Saint-Benoît di Maredsous, dei Santi Pietro e Paolo a Saint-Hubert, di San Materno (o di Notre-Dame) a Walcourt, e di Notre-Dame au Coeur d'Or a Beauraing. Inoltre la diocesi ospita anche l'abbazia di Chevetogne, importante centro di studi sull'ecumenismo nella Chiesa cattolica.
Il territorio diocesano si estende su 8.105 km² ed è articolato in otto regioni pastorali, trenta decanati e 727 parrocchie.
Nel XVI secolo, per meglio contrastare la riforma protestante, nonché per risolvere annose questioni di carattere politico e linguistico, i Paesi Bassi e i Paesi Bassi del Sud subirono una sostanziale modifica della geografia ecclesiastica, che era rimasta immutata fin dall'epoca carolingia. Con la bolla Super universas del 12 maggio 1559, papa Paolo IV riorganizzò le circoscrizioni ecclesiastiche della regione ed istituì quattordici nuove diocesi, tra cui la diocesi di Namur, resa suffraganea dell'arcidiocesi di Malines.
L'11 marzo 1561, con la bolla Ex iniuncto nobis, papa Pio IV definì i confini della nuova diocesi, stabilì la suddivisione in decanati con le rispettive parrocchie e assegnò la dotazione per il mantenimento del vescovo. La nuova diocesi fu ricavata in larga parte dal territorio della diocesi di Liegi ed in minima parte, una quindicina di parrocchie, dalla diocesi di Cambrai.[1]
Primo vescovo fu il domenicano Antoine Havet, che organizzò la nuova diocesi ed istituì il seminario diocesano nel 1569; l'odierno edificio, che accoglie gli studenti di teologia delle diocesi francofone del Belgio, fu edificato dal vescovo Jean Wachtendonck ed inaugurato nel 1656. Durante l'episcopato di Thomas de Strickland, tra il 1728 ed il 1732, fu costruito il nuovo palazzo episcopale, confiscato durante la rivoluzione francese e trasformato in sede per differenti amministrazioni pubbliche.
Il vescovo Paul de Berlo de Franc-Douaire dette avvio alla ricostruzione dell'antica cattedrale, edificata nell'XI secolo, ma divenuta troppo piccola per le esigenze di culto; la posa della prima pietra avvenne il 24 giugno 1751, e la consacrazione solenne della nuova cattedrale si celebrò il 20 settembre 1772 ad opera del vescovo Ferdinand-Marie de Lobkowitz.[2]
Inizialmente suffraganea di Cambrai, in seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 la diocesi di Namur divenne suffraganea di Malines. Con la medesima bolla, il territorio diocesano venne fatto coincidere con il dipartimento francese, oggi non più esistente, di Sambre-et-Meuse.
Il concordato fu contestato dal vicario capitolare Stevens, che da un rifugio segreto invitava il clero a disobbedire. Dopo l'elezione di un vescovo francese, alcuni sacerdoti si strinsero attorno a Stevens e si dissero stevenisti. Le dimissioni del vescovo nel 1803 non mutarono la situazione. Lo scisma durò fino al 1814.[3]
Con un decreto della Santa Sede del 30 luglio 1823[4], fu unito alla diocesi tutto il Lussemburgo[5], che prima apparteneva alla diocesi di Metz. Il 2 giugno 1840, con la proclamazione dell'indipendenza del granducato di Lussemburgo, la diocesi cedette quel territorio a vantaggio dell'erezione dei vicariato apostolico del Lussemburgo, oggi arcidiocesi.
Con un altro decreto vaticano del 18 maggio 1842[6], che impose alcuni scambi di parrocchie fra le diocesi di Namur e di Liegi per far coincidere i loro territori con quelli delle province civili, la diocesi di Namur assunse quella fisionomia territoriale che conserva tutt'oggi.[7]
Dal 1866 il diritto di elezione del vescovo, in precedenza privilegio del capitolo della cattedrale, fu riservato al papa.[3]
Tra il 1932 ed il 1933, il villaggio di Beauraing fu interessato da apparizioni mariane, riconosciute ufficialmente dalla Santa Sede il 2 febbraio 1943.[8] La vergine di Beauraing, conosciuta con il nome di Notre-Dame au Coeur d'Or, ricevette la visita di papa Giovanni Paolo II nel 1985.
Durante la seconda guerra mondiale, alcuni preti della diocesi entrarono nella resistenza; qualcuno fu messo a morte, altri vennero condannati alla prigionia. Tra questi si distinsero Joseph André, riconosciuto come giusto tra le nazioni nel 1967, e Arthur Georges, morto nel campo di prigionia di Siegburg nel 1944.[9]
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
Nel 2013, contavano case in diocesi le seguenti comunità religiose:[10]
La diocesi nel 2023 su una popolazione di 796.228 persone contava 514.000 battezzati, corrispondenti al 64,6% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
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battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 569.000 | 569.568 | 99,9 | 1.906 | 1.252 | 654 | 298 | 1.202 | 3.380 | 731 | |
1970 | 596.057 | 602.987 | 98,9 | 1.550 | 1.078 | 472 | 384 | 1 | 919 | 2.553 | 738 |
1980 | 596.020 | 611.791 | 97,4 | 1.295 | 878 | 417 | 460 | 22 | 766 | 2.055 | 742 |
1990 | 580.000 | 642.324 | 90,3 | 1.002 | 661 | 341 | 578 | 36 | 666 | 1.533 | 742 |
1999 | 590.000 | 682.000 | 86,5 | 810 | 598 | 212 | 728 | 53 | 402 | 872 | 742 |
2000 | 590.000 | 682.000 | 86,5 | 805 | 593 | 212 | 732 | 52 | 403 | 872 | 742 |
2001 | 592.000 | 685.000 | 86,4 | 771 | 564 | 207 | 767 | 51 | 394 | 857 | 732 |
2002 | 550.000 | 695.000 | 79,1 | 842 | 570 | 272 | 653 | 55 | 452 | 857 | 742 |
2003 | 550.000 | 698.000 | 78,8 | 823 | 551 | 272 | 668 | 57 | 452 | 921 | 742 |
2004 | 550.000 | 700.000 | 78,6 | 804 | 532 | 272 | 684 | 58 | 448 | 921 | 742 |
2013 | 568.000 | 751.000 | 75,6 | 695 | 423 | 272 | 817 | 66 | 446 | 536 | 743 |
2016 | 500.000 | 765.000 | 65,4 | 667 | 395 | 272 | 749 | 59 | 446 | 536 | 743 |
2019 | 504.000 | 776.000 | 64,9 | 370 | 251 | 119 | 1.362 | 56 | 205 | 536 | 743 |
2021 | 508.600 | 783.576 | 64,9 | 379 | 249 | 379 | 1.341 | 49 | 169 | 356 | 730 |
2023 | 514.000 | 796.228 | 64,6 | 366 | 236 | 130 | 1.404 | 53 | 171 | 332 | 727 |
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