In questo articolo approfondiremo l'affascinante mondo di Dialetti lucani. Dalle sue origini alla sua evoluzione nel corso degli anni, approfondiremo tutto ciò che riguarda Dialetti lucani. Analizzeremo la sua influenza su vari aspetti della società, il suo impatto sulla vita delle persone e la sua rilevanza nel contesto attuale. Inoltre, esploreremo diverse prospettive e opinioni di esperti su Dialetti lucani, con l'obiettivo di offrire una visione globale e completa di questo appassionante argomento. Senza dubbio Dialetti lucani è un argomento che non lascia nessuno indifferente e dal quale si può sempre imparare qualcosa di nuovo.
In dialetto materano: Tutt u Cristjénë nòscënë lubërë co' dignité i dërutt. Tègnënë rasciàunë i këscènz, i s'honn a këmbërté ijinë cu l'otë com cë fussërë frét.
La lingua originaria di gran parte della Lucania era quella osca (di ceppo osco-umbro) parlata dai lucani e da altri popoli italici, alla quale si sovrappose, nelle aree costiere della regione, quella greca antica parlata nelle polis della Magna Grecia. A questi idiomi, che costituiranno il sostrato linguistico della regione, si sovrapporrà, a partire dal III secolo a.C., una ulteriore lingua italica, in questo caso di ceppo latino-falisco: il latino; il quale segnerà per sempre il divenire linguistico di tutta l'area. A partire dal latino volgare parlato in zona durante il Medioevo si svilupperanno i vari dialetti lucani, appartenenti, a loro volta, alla più ampia continuità degli idiomi romanzi.
I vari dialetti lucani
Sebbene abbia caratteristiche proprie,[senza fonte] questo gruppo di dialetti presenta similitudini con i vernacoli parlati nelle regioni limitrofe (Campania, Puglia, Calabria).
In linea generale, si può affermare che i dialetti di questa regione sono suddivisi principalmente in quattro blocchi, a cui si aggiunge un dialetto alloglotto di origine extraromanza.
I dialetti dell'area appenninica lucana sono quelli parlati nella zona centrale e in quella occidentale della provincia di Potenza e in diversi comuni dell'entroterra materano. Presentano una pronuncia di vocali generalmente chiuse e legami con quello campano. All'interno di quest'area, secondo alcuni studiosi, farebbero eccezione sei comuni tra cui lo stesso capoluogo di regione (oltre a Potenza, Pignola, Tito, Picerno, Trecchina, Vaglio Basilicata) in cui si parlerebbero i dialetti gallo-italici di Basilicata, a causa di una probabile immigrazione avvenuta in epoca medioevale di popolazioni provenienti dal Piemonte, e in particolare dal Monferrato; conseguentemente a ciò la fonetica è molto differente con il resto dell'isola linguistica, anche se con il passare dei secoli si è verificato un processo di convergenza con i dialetti lucani circostanti.
Secondo la classificazione operata da Giovan Battista Pellegrini nella sua Carta dei dialetti d'Italia, invece, vengono annoverati tra i dialetti lucani il lucano nord-occidentale, il materano (o lucano nord-orientale), il lucano centrale, l'area Lausberg (o area arcaica calabro-lucana) e anche il calabrese settentrionale (a nord della linea Cetraro-Bisignano-Melissa, dunque esclusa Cosenza)[3][4]. In realtà tale suddivisione, che si basa prevalentemente su dati dell'Atlante italo-svizzero raccolti negli anni venti, non tiene conto dell'area metapontina che è un'area di antropizzazione abbastanza recente; inoltre le differenze rispetto alla classificazione precedentemente enunciata sono la separazione dell'area materana da quella del Vulture (che viene inclusa nel lucano nord-occidentale) pur senza una linea di demarcazione precisa tra le due zone, e la separazione tra l'area nord-occidentale e quella centrale.
^Riconoscendo l'arbitrarietà delle definizioni, nella nomenclatura delle voci viene usato il termine "lingua" in accordo alle norme ISO 639-1, 639-2 o 639-3. Negli altri casi, viene usato il termine "dialetto".
^ Rainer Bigalke, Basilicatese, Lincom Europa, 1994, pp. 4, 11.