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Baldassarre Lombardi, al secolo Antonio Maria[1] (Vimercate, 21 luglio 1718 – Roma, 2 gennaio 1802) è stato un letterato, critico letterario e religioso italiano, autore di un'edizione critica della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Nato da Isidoro e Caterina Forlona a Vimercate, in Brianza, il 21 luglio 1718[2], entrò ancor giovane nell'ordine francescano, risiedendo in un primo tempo nel loro convento di Desio. Dal 1750 al 1763 è attestata la sua presenza a Bergamo, dove insegnò filosofia ed entrò in contrasto con Giuseppe Rota sulla natura dell'anima[3]. Dal 25 luglio 1769[1] fino al 1802, anno della sua morte, fu poi trasferito a Roma come parroco di San Salvatore in Onda[3] e come minutante presso la Congregazione di Propaganda Fidei[1]. Fu durante il periodo romano che Baldassarre Lombardi, innamorato da sempre della Divina Commedia, decise di operare un'edizione critica completa che superasse quella operata dall'Accademia della Crusca nel 1595 e di difendere la memoria di Dante dal clima a lui poco favorevole del Secolo dei Lumi (si ricordino le invettive di Saverio Bettinelli e l'edizione della Commedia curata dal gesuita Pompeo Venturi, uscita nel 1749 a Verona)[4].
Il lavoro (La ‘Divina Commedia’ di Dante Alighieri novamente corretta spiegata e difesa, in 3 tomi), durò anni, vide la luce nel 1791 e si basò sull'edizione curata da Martino Paolo Nibia del 1478[5], confrontandola con altri trenta codici del XV secolo[6]. Benché l'edizione critica fosse deficitaria di un valido sistema filologico, come gli fece notare un altro dantista, il canonico veronese Giovanni Jacopo Dionisi[6], l'edizione del Lombardi è meritoria per le prospettive interpretative ed esegetiche innovative rispetto alle edizioni precedenti, rendendo la sua edizione della Commedia l'antesignana di quelle moderne[7]. Infatti, come afferma Domenico Consoli nella sua voce dell'Enciclopedia dantesca:
L'edizione, apprezzata da Ugo Foscolo, Ippolito Pindemonte e Vincenzo Monti, fu costantemente riedita fino alla metà dell'Ottocento, per poi declinare con la nascita della critica filologica. L'ultima edizione, infatti, risale al 1905[8].
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