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Supino comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Gianfranco Barletta (lista civica) dal 6-6-2016 (2º mandato dal 18-10-2021) |
Territorio | |
Coordinate | 41°37′N 13°14′E |
Altitudine | 321 m s.l.m. |
Superficie | 35,59 km² |
Abitanti | 4 587[2] (31-12-2024) |
Densità | 128,88 ab./km² |
Frazioni | Ortelle |
Comuni confinanti | Carpineto Romano (RM), Ferentino, Frosinone, Giuliano di Roma, Gorga (RM), Maenza (LT), Morolo, Patrica |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 03019 |
Prefisso | 0775 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 060076 |
Cod. catastale | L009 |
Targa | FR |
Cl. sismica | zona 2B (sismicità media)[3] |
Cl. climatica | zona D, 1 906 GG[4] |
Nome abitanti | supinesi |
Patrono | san Lorenzo, san Cataldo[1] |
Giorno festivo | 10 agosto, 10 maggio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Supino è un comune italiano di 4 587 abitanti[2] abitanti della provincia di Frosinone nel Lazio.
Situato sulle pendici dei Monti Lepini, ai piedi del Monte Gemma (1457 m), questo piccolo paese laziale si affaccia sulla valle del fiume Sacco.
La conformazione morfologica risulta eterogena, con le zone altimetriche più elevate nella parte occidentale del territorio comunale, che digradano nella zona collinare centrale, in corrispondenza dell'abitato di Supino, per diventare pianeggianti nella valle del Sacco.
Tra i rilievi montuosi, oltre a quella del Monte Gemma, si elevano le cime del Monte Malaina, del Monte Salerio e del Monte Semprevina. Intorno al paese alcuni rilevi montani e collinari, come Punta La Torricella, il Colle Piazza Marotta, il Cuccomaruzzo e il Pisciarello.[5]
La maggior parte dei corsi d'acqua sono a carattere torrentizio, con adamento da ovest ad est, in ragione dell'andamento altimetrico, confluendo per la maggior parte nel fiume Sacco, che passa la parte più orientale del territorio comunale, con andamento da nord a sud.[5]
Classificazione sismica: in base alla Classificazione Sismica della Regione Lazio [6] al territorio di Supino risulta assegnata la classe sismica 2B.[7]
Il comune non ha ufficialmente una stazione meteorologica di riferimento[8]
L'etimologia del lemma Supino deriverebbe dall'aggettivo latino supinus che nell'accezione riferita a luoghi significa inclinato, posto in pendio e fa riferimento alla sua posizione geografica.[9]
L'epoca dei primi insediamenti urbani nella zona è incerta, anche se alcuni ipotizzano che Supino sia nata ad opera dei profughi fuggiti dalla distruzione di Ecetra, mitica città dei Volsci. Tuttavia è stato attendibilmente dimostrato dal prof. Cesare Bianchi di Ferentino, già preside della scuola media di Supino, che Ecetra non poteva trovarsi nell'agro supinese, ma nella zona del "Bosco ferentino" (dedicato ad una divinità locale, "Ferentina", appunto, simile alla dea Feronia)[10]. Di certo durante l'epoca romana il nucleo abitativo doveva essere situato più a valle dell'attuale paese, dove sono stati rinvenuti importati resti di una villa con un ambiente termale con pavimenti a mosaico bianco e nero con soggetti marini del II secolo d.C.
Successivamente, in epoca medioevale, l'abitato si spostò verso la collina. Le prime notizie certe dell'esistenza di Supino ci provengono dalle cronache di Fossanova[11]. Nel 1125 il castello di Supino subì un lungo assedio, durato due anni, da parte delle truppe di papa Onorio II. In precedenza il signore locale, Tommaso di Supino, aveva stretto alleanza, nel 1216, con Ruggero d'Aquila, per contrastare i suoi rivali, i Conti de Ceccano. L'assedio, conclusosi con una sconfitta, segnò il passaggio del feudo alla potente famiglia dei De Ceccano. Le cronache ci riportano di un nobile Rinaldo da Supino che nel 1303 prese parte, con Guglielmo di Nogaret e Sciarra Colonna, al famoso episodio dello schiaffo di Anagni.[12] Con l'estinguersi dei da Supino il castello passò alla fine del XIV secolo ai Colonna, poi allo stato pontificio, per poi tornare di nuovo ai Colonna a metà XVI secolo. Venuto in disuso e decaduta la potenza dei Colonna a Supino, che com'è noto aveva interessi maggiori sia nella vicina Patrica, sia nella Capitale, alcuni tracciano la trasformazione della Rocca in abbazia denominata San Giovanni della Torre, a cui risultavano associati dei benefici diocesani[13]. Allo scopo è utile ricordare quanto può leggersi nel Dizionario di erudizione… (1844) di Gaetano Moroni[14]:
Le chiese di Supino sono quattro. Tre di esse, San Pietro Apostolo, Santa Maria Maggiore e San Nicola di Bari, hanno il titolo parrocchiale, con certezza, sin dal 1300[15], ma esistevano anche prima. I relativi edifici furono ricostruiti su quelli preesistenti a partire dal XVIII secolo.
La Chiesa arcipretale e matrice di San Pietro Apostolo, con annesso Santuario di San Cataldo, fu riedificata per la terza volta tra il 1750 ed il 1790.
Raro esempio, all'epoca nella Campagna e comunque nel Lazio, di edificio a pianta poligonale con dodici facce, con due altari sui lati, che richiama la struttura e l'insieme della chiesa di San Lorenzo a Torino del Guarini.
In cornu evangelii si trova la cappella di San Cataldo, attestata già dal XVI secolo, con volta e tondi rappresentanti la "Gloria" e "Miracoli di San Cataldo", istoriati di nuovo dal pittore Agostino Monacelli nel 1890.
La statua di San Cataldo è una riproduzione del 1870 della prima statua, distrutta da un incendio, ad opera di uno sconosciuto artista romano, attivo all'epoca in Sant'Andrea della Valle a Roma, su disegno dello scultore Ernesto Biondi di Morolo, nel 1870 quindicenne.
La porta a bassorilievo in bronzo fu eseguita nel 1978 dall'artista Saverio Ungheri ed è composta da sette pannelli asimmetrici raffiguranti temi teologi e dottrinali.
La Chiesa di Santa Maria Maggiore fu eretta in età tardo - barocca o rococò intorno al 1753 ad opera della Confraternita della Beata Vergine, su una precedente intitolata a Maria Madre della Consolazione[16].
La Chiesa di San Nicola da Bari fu ricostruita nel 1774[17]. Vi si festeggia, sin dall'Alto Medioevo, sant'Antonio Abate, con due feste una il 16 e 17 gennaio (distribuzione delle panicelle e benedizione degli animali) e l'altra l'ultima domenica di settembre (con processione e festeggiamenti civili).
In località Capoleprata, con bolla del 1º maggio 1961 del vescovo diocesano Tommaso Leonetti, poi arcivescovo di Capua (1962), si creò la nuova Chiesa parrocchiale di San Pio X[18], tanto voluta da don Egidio Schietroma (1906-1995), già rettore del Santuario di San Cataldo (1950-1953) e benemerito parroco di Santa Maggiore dal 1934 fino al 1º ottobre 1984[19].
Sparute tracce del complesso termale di un'antica villa, risalente al II secolo d.C. (rinvenuta nel 1963), con pavimenti decorati con marmi bitonali (opus sectile) e a mosaico di tessere bianco-nero-grigie raffiguranti soggetti marini, come la biga del dio Nettuno, di cui restano evidenti gli impianti idrici, rasoterra e null'altro[20].
Si trova su Punta di Creta Rossa, colle che fa parte del Monte di Creta Rossa esteso dal territorio di Patrica e digradante su Supino, antica roccaforte del paese e tra Sette-Ottocento Chiesa-Monastero di San Giovanni della Torre. Alla sua sommità nel 1951, a ricordo delle Missioni popolari e del luogo divenuto sacro, un gruppo di uomini e giovani, guidati dal ventenne don Armando Boni, hanno posto una visibile Croce di ferro, illuminata nelle festività significative dell'anno liturgico[21].
Abitanti censiti[23]
Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema Unità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero di addetti delle imprese locali attive (valori medi annui).[25]
2015 | 2014 | 2013 | ||||||||
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Numero imprese attive | % Provinciale Imprese attive | % Regionale Imprese attive | Numero addetti | % Provinciale Addetti | % Regionale Addetti | Numero imprese attive | Numero addetti | Numero imprese attive | Numero addetti | |
Supino | 222 | 0,66% | 0,05% | 561 | 0,53% | 0,01% | 232 | 900 | 240 | 1.178 |
Frosinone | 33.605 | 7,38% | 106.578 | 6,92% | 34.015 | 107.546 | 35.081 | 111.529 | ||
Lazio | 455.591 | 1.539.359 | 457.686 | 1.510.459 | 464.094 | 1.525.471 |
Nel 2015 le 222 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano lo 0,66% del totale provinciale (33.605 imprese attive), hanno occupato 561 addetti, lo 0,53% del dato provinciale; in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato due addetti (2,53).
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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... | ... | ... | Sindaco | ||
1968 | ... | Dante Barletta | Sindaco | ||
... | 1984 | Dante Barletta | Sindaco | ||
1984 | 1989 | Alberto Volponi[fonte] | DC | Sindaco | |
1989 | 1991 | Camillo Bonome[26] | DC | Sindaco | scadenza per dimissioni |
1991 | 1993 | Alberto Volponi | DC | Sindaco | |
1993 | 1997 | Antonio Torriero | PSDI | Sindaco | |
1997 | 2001 | Gianfranco Nardecchia | Lista Civica | Sindaco | |
2001 | 2006 | Antonio Torriero | CEN-SIN(LS.CIVICHE) | Sindaco | |
2006 | 2011 | Alessandro Foglietta | Lista Civica | Sindaco | |
2011 | 2016 | Alessandro Foglietta | Lista Civica | Sindaco | |
2016 | 2021 | Gianfranco Barletta | Lista Civica | Sindaco | |
2021 | in carica | Gianfranco Barletta | Lista Civica | Sindaco |
Nel 1927, a seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando venne istituita la provincia di Frosinone, Supino passò dalla provincia di Roma a quella di Frosinone.
Fa parte della XXI Comunità Montana Monti Lepini, Ausoni e Valliva.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 132475756 · LCCN (EN) n2001029605 · J9U (EN, HE) 987007484886705171 |
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