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Nacque a Vercelli il 20 ottobre 1924 da Guido e da Maria, figlia del pittore, decoratore e scenografo vercellese Francesco Bosso (1864-1933).[2]
Roberto Sambonet ha frequentato la Facoltà di Architettura di Milano, dedicandosi poi alla pittura. Dal 1948 al 1953 è in Brasile, a San Paolo, dove insegna al Museu de Arte de Sao Paulo (diretto da Pietro Maria Bardi), progetta esposizioni e disegna tessuti[3].
Nel 1953 rientra in Italia, apre uno studio a Milano e decide di dedicarsi soprattutto al design e alla pittura[4].
Nel 1953 collabora con l'architetto finlandese Alvar Aalto, la cui amicizia sarà un forte stimolo per il suo lavoro, e inizia a progettare oggetti in acciaio per Sambonet. Il più noto tra gli oggetti progettati sarà la Pesciera che, nel 1970, gli permetterà di vincere uno dei suoi quattro Compassi d'oro.
Nel 1957 partecipa alla XI Triennale di Milano[5].
Dal 1957 al 1960 è art director della rivista Zodiac. Negli anni Sessanta è consulente per la Rinascente e, in questa veste, si occuperà di vetrine e di comunicazione, ma sceglierà anche il repertorio merceologico del magazzino, con frequenti viaggi in Oriente e Sudamerica[6].
Come designer collabora con alcune aziende quali Baccarat (cristalli), Archimede Seguso (vetreria di Murano), Tiffany (gioielli) e Richard Ginori (porcellane)[7].
^Bob Noorda, Roberto Sambonet, Pino Tovaglia, Ricerca e progettazione di un simbolo. Una metodologia progettuale grafica, a cura di Bruno Munari, Bologna, Zanichelli, 1977
Mediterraneo, Elogio del sole e del mare di Carlo Bertelli, Fidia edizioni d'arte, Lugano-Milano 1993
Roberto Sambonet. Designer, grafico, artista (1924-1995), catalogo della mostra (Torino, Palazzo Madama, 8 aprile - 6 luglio 2008), a cura di Enrico Morteo, Officina Libraria, Milano 2008 ISBN 978-88-89854-22-8
Matteo Iannello, Roberto Sambonet artista e designer, Milano 2016 ISBN 978-8899669096