Al giorno d'oggi, NGC 869 è diventato molto rilevante nell'area _var2. La sua importanza ha trasceso i confini e ha catturato l’attenzione degli esperti del settore, così come del grande pubblico. NGC 869 è stato oggetto di numerosi studi e indagini che cercano di comprendere il suo impatto su _var3 e la sua influenza su _var4. In questo articolo esploreremo diversi aspetti legati a NGC 869, dalla sua origine ed evoluzione, alle sue implicazioni nella società odierna. Inoltre, analizzeremo la sua rilevanza nel contesto _var5 e la sua proiezione futura.
NGC 869 Ammasso aperto | |
---|---|
![]() | |
Dati osservativi (epoca J2000) | |
Costellazione | Perseo |
Ascensione retta | 02h 19m 1s[2] |
Declinazione | +57° 09′ :[2] |
Distanza | 6800[3] a.l. (2100[3] pc) |
Magnitudine apparente (V) | 4,3 (v); 5.3 (b)[3] |
Dimensione apparente (V) | 30′ |
Caratteristiche fisiche | |
Tipo | Ammasso aperto |
Classe | I 3 r[1] |
Età stimata | 19 milioni di anni |
Altre designazioni | |
Cr 24, Mel 13, h Per, h Persei | |
Mappa di localizzazione | |
Categoria di ammassi aperti |
NGC 869 è un ammasso aperto della costellazione del Perseo, ben conosciuto per essere uno dei due ammassi della celebre coppia nota come Ammasso Doppio di Perseo.
L'oggetto è uno dei più osservati dagli astrofili, nonché uno dei soggetti preferiti dagli astrofotografi, in quanto si possono fotografare anche avendo a disposizione dei piccoli telescopi. Facile da trovare, è visibile anche ad occhio nudo fra le costellazioni di Perseo e Cassiopea, come una macchia chiara allungata sulla Via Lattea. In un telescopio amatoriale appare come un gruppo brillante di stelle addensate in un campo stellare già molto ricco, dominato da alcune stelle blu e arancioni.
La declinazione fortemente settentrionale di quest'ammasso favorisce notevolmente gli osservatori dell'emisfero nord, da cui si presenta circumpolare fino alle latitudini medio-basse; dall'emisfero australe d'altra parte resta piuttosto basso e non è osservabile dalle aree lontane dalla zona tropicale.[4] Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra agosto e gennaio.
Fu riportato per la prima volta da Ipparco di Nicea, sebbene si possa ragionevolmente pensare che sia noto fin dalle epoche più antiche. Fa parte dell'associazione Perseus OB1, assieme all'altro, NGC 884, dal quale dista fisicamente alcune centinaia di anni luce; entrambi si trovano sul Braccio di Perseo, uno dei due bracci di spirale maggiori della Via Lattea.
Talvolta viene indicato come "h Persei", probabilmente riferendosi anche alla vicina stella omonima.[5] L'ammasso è situato a 6800 anni luce[3] di distanza da noi e si pensa abbia circa 19 milioni di anni.[3]