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Lucien Febvre (Nancy, 22 luglio 1878 – Saint-Amour, 26 settembre 1956) è stato uno storico francese, conosciuto soprattutto per il suo ruolo nella fondazione della Scuola delle Annales.
Lucien Febvre entrò nel 1897 nella École normale supérieure e conseguì il dottorato in storia nel 1911 dopo aver scritto una tesi su Filippo II e la Franca Contea, il cui titolo maschera l'importante contributo alla storia sociale e culturale oltre che a quella politica. Durante i suoi studi venne fortemente influenzato, nei seminari che si tenevano al posto delle lezioni più cattedratiche (permessi dal piccolo ed elitario numero di studenti), da vari intellettuali: il geografo Paul Vidal de la Blache, il filosofo-antropologo Lucien Lévy-Bruhl (che lavorò molto sul pensiero pre-logico), lo storico dell'arte Emile Mâle e il linguista Antoine Meillet (allievo di Durkheim)[1]. Poco tempo dopo ottenne una cattedra all'Università di Digione.
Combatté nella Grande Guerra ed ottenne una cattedra all'Università di Strasburgo nel 1919, quando l'Alsazia ritornò alla Francia. Negli anni successivi Strasburgo era quindi un'università nuova, e l'ambiente favoriva l'innovazione intellettuale, e facilitava lo scambio delle idee attraverso lo scambio le frontiere disciplinari. Quando, nel 1920, Febvre incontrò Marc Bloch, la loro conoscenza si sviluppò rapidamente in amicizia (i loro uffici erano contigui e le porte rimanevano aperte). Gli stimoli però non provenivano solo da loro, ma anche da una serie di altri grandi pensatori, delle più disparate discipline, come lo psicologo sociale Charles Blondel o il sociologo Maurice Halbwachs. Per quanto il periodo strasburghese durò soltanto tredici anni, dal 1920 al 1933, fu di fondamentale importanza e formazione per il movimento delle Annales.[1]
Nel 1929 Febvre e Bloch fondarono la rivista Annales d'histoire économique et sociale (riprendendo un progetto fallito, per una rivista di storia economica, che lo stesso Febvre aveva cercato di intraprendere con Henri Pirenne), dalla quale prese il nome la cosiddetta "scuola delle Annales" con il suo modo nuovo e innovativo di interpretare la storiografia, la cosiddetta nouvelle histoire. Avanzarono subito la loro candidatura alla leadership intellettuale nel campo della storia economica e sociale, cercando di diffondere gli appelli ad un nuovo approccio interdisciplinare (nel comitato redazionale figuravano molti non storici). Nel 1933 Febvre ottenne una cattedra al prestigioso Collège de France, anche grazie al successo datogli proprio dalle Annales.
Tra gli anni trenta e i primi anni quaranta pubblicò svariati studi e, con lo scoppio della seconda guerra mondiale, chiese all'occupante di far riapparire gli "Annales" nella zona occupata, nonostante l'opposizione del condirettore Marc Bloch[2]. L'autorizzazione a riapparire sotto un altro titolo fu concessa: lo stesso Bloch (rimosso dal comitato editoriale ai sensi dello Statut des juifs) vi pubblicò sotto pseudonimo e Febvre ricevette persino, nel 1942, una dichiarazione di sostegno del ministro collaborazionista Abel Bonnard[3].
Fu Febvre a guidare le Annales nel periodo del dopoguerra, data la morte, nel giugno 1944, di Bloch, che nel mentre era entrato nella Resistenza all'occupazione nazista, venendo però catturato e fucilato. Con Fernand Braudel, suo allievo, fondò nel 1947 la VI Sezione dell'École pratique des hautes études.
Morì nel 1956.
Lo storico Alessandro Barbero riporta una sua massima che bene sintetizza il fine della sua ricerca: "L'uomo non ricorda nulla... ma ricostruisce di continuo".
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