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Jean Guitton (Saint-Étienne, 18 agosto 1901 – Parigi, 21 marzo 1999) è stato un filosofo francese, esponente del pensiero cattolico, nominato, da papa Paolo VI, primo uditore laico al Concilio Vaticano II.
Nacque da una famiglia cattolica: il padre di corrente tradizionalista, la madre di corrente umanista, entrambi di estrazione borghese. Considerando che il nonno era di tendenze agnostiche, Guitton crebbe in un contesto culturale aperto alla diversità.
Studiò alla École normale supérieure di Parigi e si laureò in filosofia nel 1933. Fino al 1939 insegnò all'Università di Montpellier. Durante la Seconda guerra mondiale subì una lunga prigionia. Tornato libero insegnò all'università di Digione, e dal 1955 al 1968 fu professore di storia della filosofia e filosofia alla Sorbonne di Parigi.
Nel 1954 ricevette il Gran premio di letteratura dell'Accademia francese per l'insieme della sua opera letteraria.[1] Parallelamente continuò a pubblicare libri filosofici e apologetici. Nel 1961 fu eletto membro dell'Académie française. Partecipò, come laico, ai lavori del concilio Vaticano II:
Fu il primo osservatore laico invitato a presenziare al Concilio indetto da papa Roncalli, che aveva conosciuto quando questi era nunzio apostolico a Parigi, negli anni dal 1944 al 1952[3], l'unico a partecipare fin dalla sessione iniziale[4]. Guitton divenne amico di Montini, fu allievo e seguace del filosofo Bergson[5][6]. (di cui scrisse il libro La vocation de Bergson), avversato dal neo-tomista Maritain.
Appassionato di pittura lungo tutta la vita, negli ultimi anni si dedicò a quest'hobby in modo particolare[4][7]. Ha affermato in proposito: "Scrivendo ci si serve delle parole già fatte, che sono al contempo una scala verso Dio, ma anche uno schermo. I colori invece mi rendono Dio immediatamente presente"[4].
Allievo di Léon Brunschvicg e di Henri Bergson, si laureò in filosofia e in lettere, esordendo nel 1933 con una tesi su Le Temps et l'Eternité chez Plotin et Saint Augustin, primo di una lunga serie di lavori filosofici appartenenti alla corrente del moderno spiritualismo cristiano.
Oltre alle ricerche sulla vita e le opere di Sant'Agostino, Pascal, Plotino, Leibniz, Bergson, Heidegger e altri, sono importanti i suoi studi su Gesù, sui Vangeli e sul cattolicesimo nel mondo moderno. Uno dei cardini del suo pensiero è quello della perfetta compatibilità tra fede e ragione.
Nei suoi scritti religiosi, Guitton, evidenziò la questione fondamentale di una fede totalizzante, che non riguardi solo l'intelligenza e la volontà, ma si estenda a tutto il nostro essere.
La filosofia, secondo Guitton, non deve escludere la presenza di Dio nel mondo e nello spirito, il senso del mistero, la realtà al di là delle apparenze e la ricerca del mistero ultimo.
Quindi, coerentemente, Guitton si occupò delle cause prime, come l'origine dell'uomo e del pensiero, sulle quali avanzò una proposta alternativa all'evoluzionismo. Il vero dramma per l'uomo, sostiene Guitton, è di non poter conoscere l'insieme della grande macchina dell'universo, visto che formiamo solo una piccola parte di esso. Quindi restano inevase le nostre risposte alle domande su chi siamo, cosa vogliamo, dove andiamo.
Punto focale della sua ricerca è la figura di Gesù e la questione della sua natura. Guitton indicò tre possibili vie, ma non soddisfacendolo né quella critica né quella mistica, resta aperta per lui solo quella della fede.
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