In questo articolo ci addentreremo nell'affascinante mondo di Durlindana, esplorandone le molteplici sfaccettature e significati. _Var1 è stato oggetto di interesse e dibattito nel corso della storia, risvegliando la curiosità e lo studio di esperti in varie discipline. Dal suo impatto sulla società contemporanea alle sue origini ancestrali, Durlindana è diventato un argomento di indiscutibile attualità. Attraverso un'analisi dettagliata, analizzeremo le diverse prospettive che esistono attorno a Durlindana, cercando di far luce sul suo vero significato e sulla sua influenza nel mondo di oggi.
Durlindana (chiamata anche Durindana, Durindarda, Durendala, Durandal, Durendal) è, secondo la tradizione del ciclo carolingio, la spada di Orlando, paladino del re dei franchi.
Le origini dell'arma non sono chiare, visto che il ciclo carolingio propone diverse tesi contrastanti, anche se la più conosciuta è che a forgiare la spada sia stato Weland il fabbro[1]. La Chanson de Roland vuole invece che la spada fosse stata donata a Orlando proprio da Carlo Magno, che l'avrebbe a sua volta ricevuta in dono da un angelo[2]; nel famoso poema Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, si dice invece che la spada sarebbe stata donata al cavaliere da Malagigi e che sarebbe un tempo appartenuta a Ettore di Troia (tuttavia non c'è nessuna menzione della spada nella Iliade).
Nella Chanson de Roland, si narra che la spada contenesse nell'elsa dorata un dente di san Pietro, del sangue di san Basilio, alcuni capelli di san Dionigi e un lembo di veste mariana[3]. Nello stesso poema Orlando brandì l'arma nella battaglia di Roncisvalle uccidendo con essa migliaia di Baschi, ma a causa delle ferite riportate anch'egli perì; prima di morire, tuttavia, Orlando tentò di distruggerla, per evitare che cadesse in mani nemiche, ma l'impatto con la roccia generò la cosiddetta breccia di Orlando, nei Pirenei[4]; Durlindana si dimostrò infrangibile e così Orlando la nascose sotto il proprio corpo assieme all'olifante con cui aveva avvisato Carlo della battaglia[5].
Secondo il folclore la spada esisterebbe ancora e sarebbe conservata a Rocamadour (in Francia) incastrata in una parete rocciosa verticale. Nel XII secolo i monaci della città affermarono invece che Orlando gettò la spada anziché nasconderla sotto di sé, tuttavia l'ufficio turistico di Rocamadour identifica la spada incastrata come la Durlindana[6].
A Roma, a poca distanza da piazza del Pantheon (è una laterale di piazza Capranica), si trova "Vicolo della Spada di Orlando", una strada che presenta - addossato a un palazzo - un grande masso con una fenditura: secondo la tradizione, sarebbe la roccia contro la quale il paladino avrebbe tentato invano di spezzare la sua spada prima di nasconderla.[7]
L'etimologia del termine Durlindana è sconosciuta: potrebbe comunque derivare dal latino durus (duro, resistente)[8]. Un'alternativa etimologica interessante fa derivare Durlindana dalla locuzione (spada) d'Orlandana, con la preposizione d’ assorbita nel nome Orlando e col suffisso -ana ad indicare appartenenza.