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Trevico Sede vescovile titolare Dioecesis Trevicensis Chiesa latina | |
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Vescovo titolare | Johannes Antonius de Kok, O.F.M. |
Istituita | 1968 |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Diocesi soppressa di Trevico | |
Suffraganea di | Benevento |
Eretta | XI secolo |
Soppressa | 27 giugno 1818 |
aggregata alla diocesi di Lacedonia | |
Dati dall'annuario pontificio | |
Sedi titolari cattoliche | |
La diocesi di Trevico (in latino: Dioecesis Trevicensis) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.
Fino al Cinquecento era denominata Diocesi di Vico (in latino Diocesis Vicensis o Diocesis Vicana).
La diocesi comprendeva gli attuali comuni di Trevico, Castel Baronia, Carife, Flumeri, San Nicola Baronia, San Sossio Baronia, Scampitella, Vallesaccarda[1] in provincia di Avellino, e Anzano in provincia di Foggia.[2]
Sede vescovile era la città di Trevico, dove fungeva da cattedrale la chiesa dell'Assunzione, che era anche l'unica parrocchia della città episcopale. Il capitolo della cattedrale era costituito dalle 4 dignità di arcidiacono, arciprete, primicerio e tesoriere, dal teologo e da un penitenziere, e da 8 canonici.[3]
Patrono della città e della diocesi era sant'Euplio.
Incerta è l'epoca di erezione della diocesi di Trevico. È menzionata per la prima volta nella bolla con la quale papa Stefano IX nel 1058 confermava all'arcivescovo metropolita di Benevento Uldarico tutti i suoi privilegi e la giurisdizione sulle sue suffraganee, tra cui anche la diocesi di Trevico. Fino alla sua soppressione, Trevico apparterrà sempre alla provincia ecclesiastica beneventana.[4]
Tuttavia il primo vescovo noto è Amato I, documentato quasi un secolo dopo e in due occasioni: nel 1136 sottoscrisse una donazione alla badia di Montevergine e nel 1143 dette il consenso ad un'altra donazione alla badia di Cava.
Segue il vescovo Giovanni I, che nel 1164 prese parte alla consacrazione della chiesa di San Cataldo di Montezungoli assieme al vescovo Guglielmo di Ariano. Ruggero nel 1179 fu tra i padri del terzo concilio lateranense. Un altro vescovo di nome Amato è documentato in un diploma del 1183 con il quale concede l'investitura al rettore della chiesa di Sant'Euplio. A chiudere la lista dei vescovi noti del XII secolo abbiamo Ruffino, che nel 1197 prese parte alla consacrazione della chiesa di San Marco a Bovino. Seguono altri vescovi, ma è solo a partire dalla metà del XIV secolo che la cronotassi episcopale di Trevico si fa più completa e continua.
Nella seconda metà del XVI secolo intercorsero delle difficoltà tra i vescovi ed il capitolo della cattedrale sull'elezione dei canonici.[5] Nel 1550 papa Giulio III emanò la bolla Cum a nobis,[6] diretta al capitolo di Trevico, con la quale regolava le modalità di elezione dei canonici. Nel 1571 papa Pio V delegò il vescovo Donato Laurenti di Ariano per risolvere le controversie sulle nomine e sulla distribuzione delle prebende. Altri interventi papali successivi (1697, 1703)[7] sono indicativi del persistere delle difficoltà fra le due istituzioni diocesane.
Nel periodo post-tridentino, diversi furono i sinodi celebrati dai vescovi, in particolare durante gli episcopati di Francesco Proto (1693-1701) e di Simeone Viglini (1702-1720). Durante la celebrazione di apertura del sinodo del 1694, con grande concorso di fedeli radunati nella piazza antistante la cattedrale, il violento terremoto dell'Irpinia-Basilicata si abbatté sulla regione e sulla città, facendo crollare il campanile della cattedrale e i palazzi circostanti, uccidendo molte persone.
«Dalle relazioni ad limina inviate entro un arco temporale che va dal 1592 al 1804 risulta che il vescovo aveva da tempo immemorabile trasferito la sede nel vicino paese di Castello (l'attuale Castelbaronia) perché meno isolata e meno esposta ai rigori di inverni freddissimi».[8]
Tra i prelati di Trevico, si ricorda in particolare il domenicano Gregorio Servanzi (1603-1607), teologo del cardinale Pietro Aldobrandini, futuro arcivescovo di Ravenna, che ebbe incarichi diplomatici e politici per conto dei papi, in particolare di papa Clemente VIII, e fu autore di trattati in difesa dell'immunità ecclesiastica.
Il 27 giugno 1818 per effetto della bolla De utiliori di papa Pio VII la diocesi fu soppressa ed il suo territorio annesso a quello della diocesi di Lacedonia.
Dal 1968 Trevico è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 15 gennaio 1982 il vescovo titolare è Johannes Antonius de Kok, O.F.M., già vescovo ausiliare di Utrecht.