In questo articolo verrà affrontato l’impatto di Diocesi di Saint-Malo sulla società contemporanea, analizzandone le implicazioni economiche, sociali e culturali. Diocesi di Saint-Malo è diventato un argomento di interesse per accademici, professionisti e pubblico in generale, grazie alla sua rilevanza nel mondo di oggi. Nelle sezioni successive verrà esplorata l'evoluzione di Diocesi di Saint-Malo nel tempo, nonché la sua influenza su diversi aspetti della vita quotidiana. Allo stesso modo, verranno esaminate le diverse opinioni e posizioni su Diocesi di Saint-Malo, con l'obiettivo di offrire una visione complessiva e plurale di questo fenomeno.
Nel 1680 la diocesi comprendeva circa 180 parrocchie, divenute 162 nel 1739.
Il territorio era suddiviso in due arcidiaconati, Dinan e Lohéac, ognuno a sua volta suddiviso in quattro decanati: Poulet, Poudouvre, Plumaudan e Bécherel (Dinan), e Lohéac, Montfort-sur-Meu, Saint-Malo-de-Beignon e Porhoët (Lohéac).
In diocesi si trovavano cinque abbazie maschili - Saint-Méen, Beaulieu (a Languédias), Saint-Jacques-de-Monfort, Saint-Jean-des-Prés (a Guillac) e Paimpont - e una femminile (abbaye de la Joie), e dodici priorati di nomina regia.
Storia
Incerte sono le origini della diocesi. La tradizione attribuisce a san Maclovio (Saint Maclou o Malo), monaco (o vescovo?) gallese la fondazione, tra la fine del VI secolo e gli inizi del VII, di un monastero ad Aleth, città celtica che assunse una certa importanza in epoca gallo-romana, sede di un praefectus a capo di una guarnigione chiamata milites Martenses. Tradizioni successive, alcune molto tardive, attribuirono a Maclovio dei successori, tutti santi, tra i quali Maëlmon, ricordato in una biografia dell'XI secolo come episcopus Aletis civitatis; Enogat, Gurwal e Colaphin, celebrati in breviari locali del XVI secolo; Armael, santo rivendicato anche da Dol.
Louis Duchesne ipotizza che la diocesi, pur non escludendo una sua fondazione in epoca bretone, sia stata definitivamente stabilita da Carlo Magno dopo la conquista della Bretagna sul finire dell'VIII secolo e che sia l'erede di tutte le fondazioni monastiche bretoni dei secoli precedenti.[3] Quando Nominoë prese il potere in Bretagna sconfiggendo i Franchi (846), per garantire il proprio potere, cercò il consenso ecclesiastico, creandosi una propria provincia ecclesiastica; in questo contesto creò le diocesi di Dol, di Saint-Brieuc e di Tréguier con territorio ricavato da quello di Aleth.[4] Altri autori invece[5], ritengono che Aleth sia la continuazione ecclesiastica dell'antica civitas Coriosolitum, oggi Corseul, menzionata nella Notitia Galliarum del V secolo tra le città della Gallia Lugdunense terza[6], e che i suoi vescovi furono solo degli ausiliari dei prelati di Dol, la cui diocesi sarebbe dunque anteriore a quella di Aleth.
Sui resti di un edificio gallo-romano del IV secolo, fu edificata ad Aleth nel IX secolo una cattedrale, dedicata a San Pietro, ricostruita verso il 920. Tuttavia, in seguito alle incursioni dei Normanni, l'antica città e la sua cattedrale caddero in rovina e la stessa popolazione pian piano iniziò a trasferirsi a Saint-Malo, spopolando così la città episcopale. Intorno al 1146 il vescovo Jean de Châtillon, con il consenso di papa Eugenio III, trasferì la sede della diocesi a Saint-Malo, e poco dopo vi trasferì anche il capitolo, che sottopose alla regola dei Canonici Regolari di Sant'Agostino dell'osservanza di San Vittore di Parigi; il capitolo sarà secolarizzato da papa Giovanni XXII nel 1319. Sede episcopale divenne l'ex monastero benedettino di Saint-Malo e nuova cattedrale la chiesa monastica, che fu dedicata ai santi Vincenzo e Maclovio.
Nel 1645 il vescovo Achille de Harlay de Sancy fondò il seminario diocesano nell'abbazia di Saint-Meen, affidando la sua direzione ai padri lazzaristi; fu il primo seminario istituito in Bretagna.[7] La diocesi inoltre possedeva un altro seminario a Saint-Servan-sur-Mer e una scuola di teologia a Dinan, istituita da Vincent-François des Maretz nel 1707.
Nel giugno 1817 fra Santa Sede e governo francese fu stipulato un nuovo concordato, cui fece seguito il 27 luglio la bolla Commissa divinitus, che prevedeva la restaurazione della diocesi; essa doveva comprendere gli arrondissement di Saint-Malo e di Fougères.[8] Il re nominò anche un nuovo vescovo, Charles-Siméon L'Archant de Grimouville, canonico di Lisieux.[9] Il concordato tuttavia non entrò in vigore in quanto non ratificato dal Parlamento di Parigi; per cui l'erezione della diocesi e la nomina regia non ebbero effetto. Da questo momento di una diocesi a Saint-Malo non se ne fece più alcun cenno.
Dal 13 febbraio 1880 gli arcivescovi di Rennes portano il titolo di vescovi di Saint-Malo.
^(LA) Bolla Commissa divinitus, in Sanctissimi Domini Nostri Pii divina providentia papae septimi allocutio habita in consistorio secreto die XXVIII julii MDCCCXVII, Romae, 1817, pp. 40-41.
^La tradizione riporta diverse date circa il decesso del fondatore della diocesi: 612, 621, 640, 649.
^Tra Maëlmon e Elogaro, alcune cronotassi tradizionali hanno inserito una ventina di nomi di vescovi, alcuni dei quali sono in realtà successivi a Elogaro, mentre gli altri sono completamente sconosciuti. Cfr. Gallia christiana, col. 996; Gams, p. 618; Guillotin de Corson, p. 574.
^Autore di una Vita di san Maclovio, dedicata al vescovo Ratvilio.
^Gallia christiana distingue due vescovi; Guillotin de Corson (op. cit., pp. 577-579) dimostra invece che si tratta di un unico vescovo. Il doppio nome di questo prelato ha indotto alcuni storici ad ipotizzare uno scisma nella Chiesa di Aleth, che coinvolse i vescovi da Renaud a Daniel II.
^Nel 1517papa Leone X autorizzò la diocesi a celebrare il 1º febbraio la festa di questo vescovo.
^Revocata la nomina, fu trasferito nuovamente a Saint-Brieuc (così Eubel). Guillotin de Corson ignora questa nomina ed ammette solo il successivo ed omonimo Jean L'Espervier.
^Il 9 settembre 1817 fu nominato arcivescovo di Besançon.