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San Conone l'ortolano | |
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Martire | |
Nascita | Nazareth, inizio III secolo |
Morte | Panfilia, 250 |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Ricorrenza | 5 marzo |
San Conone detto l'ortolano (Nazareth, inizio III secolo – Panfilia, 250) è ricordato nel Martirologio Romano come un agricoltore della Panfilia (in Asia Minore), morto martire durante le persecuzioni dell'imperatore Decio.
È venerato il 5 marzo. Nei racconti agiografici la sua figura è spesso sovrapposta a quella di san Cono il taumaturgo.[1]
Stando alle parole dello stesso Conone, egli era originario di Nazaret, in Galilea,[1] ed era un diretto appartenente della famiglia di Cristo. Il suo soprannome derivava probabilmente dallo stile di vita che conduceva: eremita, Conone possedeva un piccolo campo di legumi,[1] che utilizzava come unico sostentamento.
La tradizione colloca il suo martirio in Panfilia, nell'attuale Turchia, durante le persecuzioni contro i cristiani scatenate dall'imperatore Decio (249-251), sebbene altre fonti affermino che Conone venne martirizzato a Cipro.[1]
Alcune testimonianze riferiscono che, condotto davanti al prefetto romano di Panfilia, il santo rispose coraggiosamente, vantandosi della sua origine e della stretta parentela con Cristo stesso.[1] Come racconta il Martirologio Romano, Conone "fu costretto a correre, con i piedi trafitti da chiodi, davanti ad un carro", finché, caduto a terra, accecato dal dolore e dalla stanchezza, avrebbe reso lo spirito dopo un'ultima preghiera.[1]
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