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Bartolomeo Felici (Firenze, 1695 – Firenze, 12 giugno 1776[1]) è stato un compositore e organista italiano.
È famoso per essere stato il maestro dell'operista Luigi Cherubini. Suo figlio fu il compositore e violinista Alessandro Felici.
Poco si sa della sua vita. Allievo di Giovanni Maria Casini[3] prese i voti e divenne membro della Compagnia dell'Ospizio di Gesù, Maria e Giuseppe a Firenze, per la quale compose gli oratori Isacco (1747) e Il figliuol prodigo (1753)[4], sui libretti rispettivamente di Pietro Metastasio e Giovanni Claudio Pasquini.[5][6] Nel 1739 compose l'oratorio Il prodigioso transito per la Chiesa fiorentina di San Pier Maggiore[4], su libretto di Andrea Nati[5], ma gran parte della sua attività si svolse presso la Basilica di San Marco, della quale divenne maestro di cappella. Il prestigioso incarico gli permise di comporre molta musica sacra (gran parte della quale oggi perduta, vedi la sezione Fonti) e lo rese famoso tra i concittadini e non: sappiamo che almeno una sua opera (il componimento sacro La notte prodigiosa su libretto di Camillo Tacchi) ebbe successo a Bologna nel 1759.[1][4] Nonostante figuri come maestro nei registri del Teatro del Cocomero di Firenze, non si hanno notizie di sue opere teatrali.[4] In seguito alla nascita del figlio Alessandro, dismise gli abiti monacali[4], e dal 1760 insegnò organo e composizione: tra i suoi allievi, oltre al figlio e a Cherubini, anche Gasparo e Gaetano Sborgi (1769-1821), Vincenzo Panerai (1750-1790) e Disma Ugolini.[3][4] La Gazzetta Toscana del 1776[7] descrisse i suoi funerali come un importante lutto cittadino.[1][4][8]
Si ha notizia di almeno una cinquantina di opere sacre e profane di Felici[1][8], quasi tutte andate perdute nella vendita dei suoi beni fatta dagli eredi nel 1778.[8] Il lavoro di ricerca e l'attività di censimento dei fondi musicali conservati in Toscana curati dal Centro di Documentazione Musicale della Regione (CeDoMus)[10] hanno permesso di localizzare alcune sue composizioni nei seguenti archivi e biblioteche italiani:
e stranieri:
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