In questo articolo esploreremo l'impatto di Arch Linux sulla società contemporanea. Arch Linux è stato oggetto di numerosi studi e discussioni, generando opinioni contrastanti e dibattiti appassionati. Fin dalla sua nascita, Arch Linux ha catturato l'attenzione di ricercatori, accademici e professionisti di vari ambiti, diventando un argomento di interesse universale. Per comprenderne appieno l'influenza, ne esamineremo le origini, l'evoluzione e le ripercussioni su diversi aspetti della vita quotidiana. Allo stesso modo, analizzeremo le percezioni e gli atteggiamenti della società nei confronti di Arch Linux, nonché il suo impatto nella sfera culturale, economica e politica. Attraverso questa esaustiva analisi, ci proponiamo di far luce su un tema che continua ad essere oggetto di analisi e riflessione anche oggi.
Arch Linux sistema operativo | |
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Sviluppatore | Arch Linux Core Developers |
Famiglia | Linux |
Release iniziale | 0.1 (11 marzo 2002) |
Release corrente | 2025.04.01 (1º aprile 2025) |
Tipo di kernel | kernel Linux monolitico |
Piattaforme supportate | x86-64, supportata ufficialmente[1][2]; i686 e ARM, mantenute dalla community[3][4] |
Metodo di aggiornamento | Pacman[1] |
Interfacce grafiche | Nessuno[5] |
Tipo licenza | Software libero |
Licenza | Varie licenze libere[6] |
Stadio di sviluppo | Rolling release[1] |
Sito web | archlinux.org |
Arch Linux (o Arch, /ɑː(ɹ)tʃ/[7]) è una distribuzione Linux con architettura x86-64,[1][2] creata da Judd Vinet secondo la filosofia KISS (Keep It Simple, Stupid). Inizialmente ispirata a CRUX Linux,[8] è conosciuta per essere leggera, veloce, estremamente scalabile e adattabile alle proprie esigenze.[1]
Judd Vinet, un programmatore canadese, nei primi mesi del 2001 decise di creare una nuova distribuzione, chiamata Arch Linux, ispirandosi a Slackware, Polish Linux Distribution e soprattutto CRUX Linux. A questo progetto aggiunse un sistema di gestione dei pacchetti, che mancava alle distro precedentemente nominate, di modo che si potesse aggiungere, togliere ed eliminare i programmi sul PC con facilità. Tale programma venne chiamato Pacman, tuttora utilizzato nella distribuzione.[9]
Verso la fine del 2007, Judd Vinet si dimise da leader del team di sviluppo di Arch Linux e passò il testimone al programmatore statunitense Aaron Griffin, soprannominato Phrakture.[9]
A novembre del 2017 è cessato il supporto ufficiale di Arch Linux per i sistemi a 32-bit (i686). Agli utenti che non possono passare ad un sistema x64 è stata proposta la migrazione ad Arch Linux 32, distribuzione mantenuta dalla comunità.[10] Le istruzioni per il passaggio sono disponibili sul sito ufficiale della nuova distro.
A febbraio 2020 le redini di leader del team di sviluppo passano a Levente Polyak soprannominato Anthraxx.[11]
Nel 2021 tramite il comando archinstall
è stato introdotto un installer intuitivo per aiutare l'installazione.[12]
Per la sua filosofia minimalista, l'installazione base non incorpora nessuno strumento di configurazione automatica, nessun ambiente desktop e nessun altro programma o tool che non sia strettamente necessario all'avvio del sistema; per questo non è indicata per i nuovi utenti di Linux o coloro che non vogliono avere a che fare con la shell di comando.
Alcuni tratti salienti della distribuzione sono:
/usr/doc
e le pagine info, considerate inutili, dato che le stesse informazioni possono essere ottenute sulla Rete;Arch Linux offre un sistema di gestione dei pacchetti molto semplice ed estremamente comodo. I pacchetti binari sono gestiti grazie a Pacman che si occupa sia della sincronizzazione tra il repository locale e quelli ufficiali sia dell'installazione, rimozione e dell'aggiornamento. Pacman è il corrispettivo di dpkg e apt-get per Debian[13] e derivate, come Ubuntu, oppure dnf per Red Hat Linux, Fedora o CentOS, ed offre la possibilità di aggiornare tutto il sistema con un solo comando.
Arch Linux è dotata di un sistema di port in pieno stile BSD, chiamato ABS (Arch Linux Build System). Creare un pacchetto con ABS è piuttosto semplice: è sufficiente creare un file (il PKGBUILD
) contenente le istruzioni necessarie per scaricare i sorgenti e compilarli con un solo comando, makepkg
.
Questo permette a chiunque di pacchettizzare software non ancora disponibile ufficialmente, demandando al gestore dei pacchetti (in inglese "package manager") il compito della gestione di installazione e rimozione.
I file PKGBUILD
hanno una struttura pulita e lineare, in linea con la filosofia della distribuzione, permettendo ad un qualsiasi utente di compilare sul proprio sistema tutto il software che desidera: difatti, le uniche conoscenze richieste sono i rudimenti dello shell scripting. Per l'installazione sono tuttavia necessari i privilegi di scrittura nell'intero sistema (di norma si usa sudo o l'utente root).
I pacchetti sono distribuiti in diversi repository:[14]
Sono inoltre disponibili i repository di testing, che includono i pacchetti candidati per l'inclusione negli altri repository stabili:
Esistono pure altri repository ufficiali (gnome-unstable e kde-unstable) ma anche non ufficiali,[15] facilmente utilizzabili previa configurazione di Pacman (sempre tramite file di testo).
L'Arch Build System[16] è il sistema di Arch Linux che automatizza e semplifica certe operazioni relative alla compilazione e pacchettizzazione del software a partire dal codice sorgente. Alcuni casi d'uso sono:[17]
Per eseguire queste operazioni l'utente, mediante pkgctl
o Git, clona nel suo computer dal repository ufficiale la directory del software che intende compilare. Per ogni software il repository contiene soltanto un file di testo chiamato PKGBUILD
(che è un semplice script Bash) e a volte qualche altro file, ma mai il codice sorgente o il binario. Tramite il comando makepkg
l'utente scarica il codice sorgente ufficiale e lo compila, ottenendo alla fine del processo un file che solitamente ha estensione .pkg.tar.zst
, installabile tramite pacman
.[16]
AUR[18] è una peculiarità che distingue Arch Linux dalle altre distribuzioni. Si tratta di repository di pacchetti a cui tutti possono contribuire, anche chi non si occupa di sviluppo.
Se un determinato pacchetto non è presente nei repository ufficiali, chiunque ne avesse bisogno può scrivere il PKGBUILD
di tale pacchetto e renderlo disponibile a tutti, caricandolo su AUR.[19]
L'installazione tramite AUR avviene, infatti, scaricando il PKGBUILD
piuttosto che il pacchetto, per poi compilarlo e installarlo secondo le linee guida di ABS. Per questioni di sicurezza, ovviamente, non è possibile includere direttamente pacchetti binari, che tutt'al più possono essere scaricati prima dell'installazione.
Esistono diversi sistemi automatici di creazione dei pacchetti a partire dall'AUR, chiamati AUR Helpers,[20] tra i quali si possono citare Paru e Yay. Questi, in particolare, si occupano di scaricare gli archivi contenenti i PKGBUILD
e gli altri file necessari, per poi compilare i sorgenti, ottenere un pacchetto regolare e installarlo nel sistema. Inoltre, gestiscono un database locale dei pacchetti installati dall'AUR in modo da poter verificare la presenza di eventuali aggiornamenti e gestirli quasi con la stessa semplicità di Pacman.
Quando un Trusted User adotta un pacchetto presente in AUR, il pacchetto diventa disponibile nel repository ufficiale community. La gestione e la sorveglianza di AUR, poi, sono uno dei compiti dei Trusted User.[21]
AUR contiene attualmente tutti i pacchetti compilabili creati dagli utenti. A marzo 2025 sono presenti in AUR più di 90 000 pacchetti.
Da Arch Linux sono nate diverse distribuzioni. Le più note sono riportate di seguito in ordine alfabetico:
L'attuale logo di Arch Linux è stato disegnato da Thayer Williams[24] nel 2007 durante il concorso per rimpiazzare il logo precedente.[25]