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Vayelech, Vayeilech, VaYelech, Va-yelech, Vayelekh, Va-yelekh, o Vayeleh (ebraico: וַיֵּלֶךְ — tradotto in italiano: "e se ne andò", incipit di questa parashah) 52ª porzione settimanale della Torah (ebr. פָּרָשָׁה – parashah o anche parsha/parscià) nel ciclo annuale ebraico di letture bibliche dal Pentateuco, nona nel Libro del Deuteronomio. Rappresenta il passo Deuteronomio 31:1-30[1], che gli ebrei leggono generalmente in settembre o ai primi di ottobre. Con soli 30 versetti, questa è la parashah più breve.
Il calendario ebraico lunisolare contiene fino a 55 settimane, col numero esatto che varia tra le 50 settimane negli anni comuni e 54 o 55 negli anni bisestili. In alcuni anni bisestili (per es., il 2012, 2015, 2016, 2018 e 2019), la Parashah Vayelech viene letta separatamente. Negli anni comuni (per es. 2013, 2014 e 2017), la Parashah Vayelech è combinata con la parashah precedente, la Nitzavim, per ottenere il numero di letture settimanali necessarie e le due porzioni vengono lette insieme nello Shabbat subito prima di Rosh Hashanah. Le due porzioni di Torah vengono congiunte eccetto quando due Shabbat cadono tra Rosh Hashanah e Sukkot e nessuno dei due coincide con le grandi Festività ebraiche.[2]
In questa parashah, Mosè esorta gli Israeliti ad essere forti e coraggiosi, poiché Dio e li avrebbero presto condotti nella Terra Promessa. Mosè comanda agli Israeliti di leggere la Legge a tutto il popolo ogni sette anni. Dio avverte Mosè che la sua morte si sta avvicinando, che il popolo infrangerà l'Alleanza, e che quindi Dio occulterà il Suo volto a causa del male che avranno fatto rivolgendosi ad altri dei; Dio poi ordina a Mosè di scrivere un cantico e di insegnarlo agli Israeliti perché "questo cantico sia di testimonio contro gli Israeliti." Deuteronomio 19-22[3]
(EN, IT, HE, YI)