Oggi Isacco è un argomento che genera grande interesse e dibattito in diversi ambiti della società. Sia a livello personale, professionale o accademico, Isacco ha acquisito rilevanza negli ultimi anni grazie al suo impatto sulle nostre vite. Dalle sue origini fino alla sua evoluzione attuale, Isacco ha suscitato l'interesse di esperti e curiosi e la sua influenza è sempre più evidente nella nostra vita quotidiana. In questo articolo esploreremo a fondo Isacco e tutte le implicazioni che ha sulla nostra società attuale.
Isacco | |
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Isacco benedice Giacobbe (Govert Flinck) | |
Patriarca | |
Nascita | Bersabea |
Morte | Mamre |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Canonizzazione | Pre canonizzazione |
Santuario principale | Tomba dei Patriarchi, Hebron |
Ricorrenza | 25 marzo |
Isacco (in ebraico יִצְחָק?, AFI: ; in greco antico Ἰσαάκ?, Isaák; in arabo إسحاق?, ʾIsḥāq; Bersabea, XX secolo a.C.? – Mamre, XIX secolo a.C.?) è uno dei grandi patriarchi di cui si narra nella Bibbia; è il figlio di Abramo e Sara. La sua vita è narrata nel libro della Genesi (15-35). Il suo nome (che letteralmente significa "egli riderà" o "egli ha riso"),[1] proviene dalla reazione di sua madre Sara all'udire la profezia della sua nascita, perché era abbastanza anziana e sterile. È venerato come santo da tutte le chiese cristiane che ammettono il culto dei santi, ed è molto venerato anche nella religione ebraica e in quella islamica (nella quale è chiamato Isḥāq e la sua vita è narrata nel Corano).
Isacco venne circonciso otto giorni dopo la nascita e proclamato il solo legittimo progenitore del popolo eletto. Trascorse i suoi primi anni a Bersabea; qui, suo padre lo portò sopra un monte nel territorio di Moria per sacrificarlo al Signore che in seguito ad una esplicita richiesta voleva mettere alla prova la sua fede[Nota 1], (Gen. 22). Vista la grande fede di Abramo, il racconto biblico narra che Dio risparmiò invece la vita di Isacco. Questo episodio è stato ripreso innumerevoli volte nell'arte (vedi ad esempio Rembrandt oppure, in questa pagina, Andrea del Sarto, Caravaggio e Andrea Mantegna) e nella letteratura.
Isacco sposò Rebecca, la figlia di Betuel, che suo padre mandò a prendere in Mesopotamia, la propria terra di origine. Il matrimonio ebbe luogo nel "paese del sud" dove Isacco viveva e continuò ad abitare dopo aver accompagnato Ismaele a seppellire il corpo di Abramo nella grotta di Macpela, di fronte alla città di Hebron. Da Rebecca ebbe due gemelli, Esaù, il suo favorito e Giacobbe, il favorito di Rebecca.
La siccità e la carestia costrinsero Isacco a dirigersi in Egitto, ma, ispirato dal Signore, si fermò a Gerar presso Abimelech re dei Filistei. Temendo che la bellezza della moglie gli procurasse l'invidia di quella gente e che qualcuno arrivasse ad ucciderlo pur di possederla fece passare Rebecca per sua sorella; tale sotterfugio, un tema "trasmesso dalla tradizione in varie forme"[2], era già stato usato due volte dal padre Abramo con sua moglie Sara sia con il faraone (Gen12,10-20[3]) sia con lo stesso re Abimelech (Gen20[4]).[Nota 2] Tuttavia Abimelech vide Isacco e Rebecca in intimità e scoprì l'inganno; pur esprimendo a Isacco il suo rammarico per la scarsa fiducia dimostratagli gli assicurò la sua protezione. I Filistei comunque, invidiosi della prosperità di Isacco, iniziarono a perseguitarlo. Dopo una paziente resistenza, i patriarchi ebrei decisero di ritornare a Bersabea. Lì, Isacco ebbe una nuova visione dal Signore, dopo la quale strinse una solenne alleanza con Abimelech.
Durante gli ultimi anni della vita di Isacco, egli ormai cieco conferì la benedizione a suo figlio Giacobbe invece che al prevedibile Esaù per uno scambio avvenuto tra i due fratelli, del quale sua moglie Rebecca era al corrente, seguito dalla promessa di Isacco di proteggere Giacobbe dal risentimento del fratello e di assicurargli una moglie in Mesopotamia. Dopo il ritorno di Giacobbe, Isacco morì a Mambre, all'età di 180 anni e fu seppellito dai suoi figli nella grotta di Macpela.
La figura di Isacco è meno problematica di quella di suo padre Abramo. La sua pacatezza e la sua fede nella guida di Dio lo resero un degno erede delle gloriose promesse fatte ad Abramo. Fu essenzialmente un uomo di pace.
Isacco rappresenta la Sefirah Ghevurah: il sacrificio viene infatti considerato episodio di rigore divino, esso avvenne infatti nel giorno poi celebrato dagli Ebrei con Rosh haShanah. Isacco non lasciò mai la Terra d'Israele.
Il Nuovo Testamento contiene pochi ma significativi riferimenti a Isacco (v. Matteo 8,11; Luca 20,37; Atti 7,8; Romani 9,7; Galati 4,28; Ebrei 11,17-20; Giacomo 2,21).
Il Martirologio romano fissa la memoria liturgica il 25 marzo.
Altre leggende e dettagli sulla vita di Isacco sono riscontrabili nel Talmud e altri scritti rabbinici.
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