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Tuber aestivum | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Fungi |
Divisione | Ascomycota |
Sottodivisione | Pezizomycotina |
Classe | Pezizomycetes |
Ordine | Pezizales |
Famiglia | Tuberaceae |
Genere | Tuber |
Specie | T. aestivum |
Nomenclatura binomiale | |
Tuber aestivum (Wulfen) Spreng. (1827)[1][2] |
Tuber aestivum Caratteristiche morfologiche | |
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Cappello | |
Imenio | |
Lamelle | |
Sporata | |
Velo | |
Carne | |
Ecologia | |
Commestibilità | |
Tuber aestivum Vittad., in Chevalier, Riousset, Riousset, Dupre & Gandeboeuf, Monographia Tuberacearum II: 38 (1831), nomen illegitimum.
Ben noto fra i conoscitori di tartufi con l'appellativo volgare di "Scorzone", il Tuber aestivum si contraddistingue per via di alcune caratteristiche fra cui spiccano le seguenti:
Forma tuberosa, talvolta reniforme, con cavità o depressione basale; 1-5 cm di diametro, raramente più grosso di una mela.
Nero o brunastro, con rugosità a verruche piramidali sporgenti, normalmente piccole di 2-4 mm di larghezza. Di colore rossastro da giovane; si scurisce nella maturazione.
Di colore nocciola, più o meno giallastra negli esemplari maturi, spesso anche di colore più chiaro, è solcata da numerose venature biancastre, più o meno sottili, ramificate e anastomizzate.
Fungo simbionte, ipogeo, cresce in associazione con latifoglie, si sviluppa su una grande quantità di terreni, anche se predilige terreni calcio-magnesiaci, drenati, ricchi di granulazioni fini e grossolane. Si può trovare in boschi dal livello del mare fino a circa 1000 metri di altitudine.
Diffuso specialmente in Umbria, Toscana, in Francia meridionale e in Aragona.
Matura e viene raccolto nel periodo estivo e viene individuato tramite ricerca con cani addestrati.[3]
Buona, ma trattasi di specie di valore inferiore rispetto ad altre del genere Tuber come, ad esempio, il pregiato Tartufo Nero.
Dal latino aestivum = che cresce in estate.