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Si definisce triangolo scaleno un triangolo i cui tre lati non sono congruenti o, equivalentemente, un triangolo i cui tre angoli sono diversi. In effetti la prima definizione equivale a definire i triangoli scaleni come triangoli non isosceli; ma questi, per il teorema noto come pons asinorum, oltre a definirsi come i triangoli con almeno due lati congruenti, possono definirsi come i triangoli con almeno due angoli congruenti; quindi i triangoli scaleni sono esattamente i triangoli con i tre angoli diversi.
Come per i triangoli isosceli, ogni trasformazione di similitudine trasforma un triangolo scaleno in un altro triangolo scaleno; di conseguenza anche i triangoli isosceli si possono opportunamente ripartire in classi di similitudine.
I triangoli isosceli sono invarianti solo per le similitudini e il gruppo di simmetria di una classe di similitudine di triangoli scaleni si riduce alla sola trasformazione identità.
Vediamo ora come si possono classificare le classi di similitudine dei triangoli scaleni. Ciascuna classe si può rappresentare con un triangolo scaleno il cui lato maggiore ha lunghezza 1 e possiamo ricondurre il suddetto problema di classificazione al problema della parametrizzazione di questi triangoli rappresentativi. A questo fine consideriamo il triangolo curvilineo che ha come vertici A e B estremi del segmento AB di lunghezza 1 (che tracciamo orizzontalmente) e V, terzo vertice del triangolo equilatero avente come lato AB posto al di sopra dello stesso AB; T è delimitato da AB, dall'arco AV della circonferenza con centro in B e raggio 1 e dall'arco VB della circonferenza con centro in A e raggio 1. Inoltre chiamiamo M il punto medio di AB, S la semicirconferenza di centro in M e raggio 1/2 posta al di sopra di AB ed O il punto di intersezione della mediana VM con la S.
Si osserva che muovendo C all'interno e sulla frontiera di T si individuano tutte le classi di similitudine dei triangoli.