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Sosifane (in greco antico: Σωσιϕάνης?; in latino Sosiphanes; Siracusa, 357 a.C. – Atene, 313 a.C.) è stato un poeta e drammaturgo greco antico, incluso talora fra i sette poeti della Pleiade.
Esistono molte incertezze riguardo a questo poeta dell'età alessandrina. Secondo Suda, l'enciclopedia storica bizantina del X secolo, Sosifane sarebbe nato a Siracusa, avrebbe vissuto ad Atene sotto il dominio Filippo di Macedonia e di Alessandro Magno, avrebbe composto settantatré tragedie, riportando sette vittorie[1]. Di lui ci sono pervenuti pochi frammenti, fra cui uno molto breve sulla fugacità della felicità umana, appartenenti al dramma "Meleagro", peraltro l'unico titolo rimasto[2].
Sosifane è elencato fra i sette poeti tragici del Canone alessandrino (Pleiade), assieme ad Alessandro Etolo, Filico di Corcira, Licofrone, Omero di Bisanzio, Sositeo ed Eantide. In un'altra lista, i nomi di Eantide e di Sosifane sono sostituiti da quelli di Dionisiade Mallote e di Eufronio Cherronesite, due poeti vissuti nel secolo successivo, all'epoca di Tolomeo IV Filopatore (221-204 a.C.)[3]. Secondo alcuni studiosi, inoltre, sarebbero esistiti due poeti tragici a nome Sosifane, uno dei quali, di poco posteriore al Sosifane siracusano vissuto ad Atene, sarebbe stato il Sosifane incluso fra i poeti tragici della Pleiade[2]. Augusto Rostagni aveva sostenuto che Sosifane di Siracusa sarebbe stato confuso con Sositeo, incluso sempre fra i poeti della Pleide[4].
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