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Nulla si sa della sua educazione, forse ha studiato con Tommaso De Vigilia a Palermo. Il suo nome compare talvolta in connessione con lo scultore Domenico Gagini. Operò soprattutto come pittore nella realizzazione di pale d'altare, polittici e di croci di legno riccamente illustrate a Palermo, ma lavorò anche a Alcamo, Chiusa Sclafani, Corleone e Termini Imerese.[5]
Opere
Opere documentate da Gioacchino di Marzo al netto delle recenti scoperte documentali e attribuzioni postume.
XVI secolo, Trittico, controversa attribuzione ad Antonello da Palermo dei pannelli custoditi nella chiesa di Santa Caterina e nel duomo di San Nicolò.
Corleone
Studi, ricerche e recenti ritrovamenti di fonti documentali attestano:[2]
Duomo di San Martino.
1522, Cappella della Madonna del Rosario, un documento notarile riportato da Francesco Marsalisi e Calogero Ridulfo, riferisce dell'intervento del pittore per l'arricchimento decorativo dell'altare della Vergine.
1522, Spasimo e immagini raffiguranti San Sebastiano e San Giovanni Battista, dipinti su tela, su incarico di Andrea Giaconia, procuratore degli eredi di Vincenzo Gotto, realizzazione della commissione per la cappella nobiliare dei citati eredi.
1522, Madonna, pittura a fresco, opera destinata per l'altare dell'illustre famiglia.
1523, Dipinto, incarico dal notaio Giovanni De Pittacolis di dipingere un quadro per la cappella del nobile nella chiesa di San Giovanni Battista.[8]
Palermo
1517, San Pietro Martire, dipinto autografo su tavola "A.D. MCCCCCXVII Petrus Ruculoni Pan. pinxit", opera documentata da Antonino Mongitore nella chiesa di San Pietro Martire.[1][9]
Madonna delle Grazie o Madonna greca[23]), I benefattori della chiesa di Santa Maria della Grazia, don Giovanni Federico Enriquez e donna Anna Cabrera, in un dipinto documentato nella chiesa di Santa Maria di Gesù.
1484, Croce in legno dipinto con la raffigurazione del Cristo Crocifisso, Vergine Maria, Maria Maddalena, San Giovanni Evangelista, il Pellicano che nutre i suoi piccoli e il Serpente attorcigliato sull'albero della conoscenza. Nel verso è raffigurato il Cristo Risorto con il vessillo in mano sull'avello, un centurione, due angeli reggicartigli con scritte evangeliche ai lati, i simboli degli evangelisti ai capicroce con frasi tratte dai vangeli, opera custodita nel presbiterio del duomo di San Nicola di Bari.[24][25]
^abCalogero Ridulfo, Francesco Marsalisi, "Ecclesia sancti Martini. Storia e arte della Chiesa Madre San Martino di Corleone", Palladium Editore, Antichità e storia locale, Anno edizione: 2012, Pagine: 144, EAN: 9788890455070.
^Gaspare Palermo, "Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo" , Volume III, Palermo, Reale Stamperia, 1816.
^Pagina 3, Vito Maria Amico, traduzione dal latino Gioacchino di Marzo, "Dizionario topografico della Sicilia" , Volume secondo, Pietro Morvillo, Palermo, 1856.