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Partito Socialdemocratico Egiziano | |
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(AR) الحزب المصرى الديمقراطى الاجتماعى al-Ḥizb al-Miṣrī al-Dīmuqrāṭī al-Ijtimāʿī | |
Presidente | Muḥamad Abū-I Ghār |
Segretario | Mervat Tallawi |
Stato | ![]() |
Sede | Il Cairo |
Fondazione | 29 marzo 2011 |
Ideologia | Liberalismo[1][2][3] Liberalismo sociale,[4] Socialdemocrazia[4] Secolarismo[4] |
Collocazione | Centro-sinistra[4] |
Coalizione | Fronte di Salvezza Nazionale |
Partito europeo | Partito Socialista Europeo (osservatore) |
Affiliazione internazionale | Alleanza Progressista Internazionale Socialista (membro consultivo) |
Seggi Camera dei rappresentanti | |
Seggi Senato | |
Colori | arancione, rosso, bianco e nero |
Sito web | egysdp.org/ |
Il Partito Socialdemocratico Egiziano, o, alla lettera, Partito Egiziano Democratico Socialista (in arabo الحزب المصرى الديمقراطى الاجتماعى, in traslitterazione al-Ḥizb al-Miṣrī al-Dīmuqrāṭī al-Ijtimāʿī) è un partito politico egiziano fondato durante la Rivoluzione egiziana del 2011.[4]
È membro del Partito Socialista Europeo dal 29 agosto 2012.[5]
Tra i fondatori del partito figurano Muḥammad Abū l-Ghār, Samer Soliman (attivista di sinistra, professore di Scienze politiche nell'Università Americana del Cairo), Muḥammad Nūr Farḥāt, ʿAmr Ḥamzāwī, Īhāb al-Kharrāṭ, il regista Dāwūd ʿAbd al-Sayyid, Farīd Zahrān, Ziyād al-ʿAlīmī (collaboratore di Muhammad al-Barādeʿī), e Hazem al-Beblawi (futuro Primo ministro dell'Egitto).[4][6]
Il Partito Socialdemocratico Egiziano è stato fondato il 29 marzo 2011 in seguito alla fusione del Partito Democratico Egiziano e del Partito Liberale Egiziano.[7]
A seguito del golpe del 2013, il 9 luglio il suo esponente Hazem al-Beblawi è stato nominato Primo ministro dell'Egitto dal Presidente ad interim Adli Mansur.[8]
Il Partito Socialdemocratico Egiziano è un partito di centrosinistra riformista, formato da una combinazione di esponenti liberali e socialdemocratici.[4] e sostiene convintamente la necessità del libero mercato.[4][7] Tra i suoi obiettivi ci sono la lotta alla povertà, la riduzione del divario tra ricchi e poveri e la realizzazione di uno Stato laico.[4]
Sostiene una forma di governo mista presidenziale-parlamentare, in cui una leadership esecutiva stabile sia limitata e soggetta al controllo del Parlamento.[4]