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Lucio Caracciolo | |
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Nascita | Pastorano, 14 maggio 1771 |
Morte | Torre del Greco, 2 dicembre 1833 |
Religione | Cattolicesimo |
Dati militari | |
Paese servito | |
Forza armata | |
Arma | Cavalleria |
Grado | Tenente generale |
Comandanti | Gioacchino Murat |
Guerre | |
Battaglie | Battaglia di Tolentino |
Decorazioni | Reale e militare ordine di San Giorgio della Riunione |
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Lucio Caracciolo, duca di Roccaromana (Pastorano, 14 maggio 1771 – Torre del Greco, 2 dicembre 1833), è stato un generale e nobile italiano.
Appartenente a una famiglia aristocratica, suo padre era Vincenzo Caracciolo, duca di Mignano e di Roccaromana, e sua madre, Petronilla de Lignéville, era figlia del generale lorenese Léopold-Marc. Roccaromana che poi in epoca moderna passa alla famiglia dei principi di Giovine.[non chiaro]
Lucio Caracciolo si distinse sconfiggendo, alla guida da un reggimento di cavalleria, le truppe francesi che avevano occupato Caiazzo durante l'invasione francese del Regno di Napoli (8 gennaio 1799)[2].
Assieme a Girolamo Pignatelli, principe di Moliterno, il 14 gennaio 1799 Lucio Caracciolo fu nominato comandante del popolo napoletano deciso a difendersi da solo contro gli invasori francesi[3] dopo che furono conosciute le clausole del gravoso armistizio di Sparanise sottoscritto con lo Championnet dal Vicario generale l'11 gennaio[4]; aggiunge il Colletta che i due ufficiali erano popolari perché «nobili, domatori arditi di cavalli, e (che più val su la plebe) grandi e belli della persona»[5]. Pignatelli e Caracciolo non riuscirono tuttavia a controllare la reazione dei lazzari, e mentre Napoli precipitava all'anarchia, i due si rifugiarono a forte di Sant'Elmo, il cui comandante era Nicola Caracciolo fratello di Lucio. Nella notte tra il 19 e il 20 gennaio cedettero il forte ai patrioti filofrancesi, permettendo il successivo arrivo dello Championnet a Napoli[6][7].
Costituita la Repubblica Napoletana, mentre il Moliterno veniva spedito a Parigi[8], «il duca di Roccaromana, propenso a femminili lascivie, avendo scarse le forze alle ambizioni del dominio, restò scordato»[9].
Fedele a Murat[10], Lucio Caracciolo fu colonnello del reggimento dei Veliti a cavallo (1808)[11]; prese parte valorosamente alla Campagna di Russia nella quale subì il congelamento degli arti[12]. Con la Restaurazione e il ritorno dei Borbone, il 26 dicembre 1818 fu nominato tenente generale[13].
Massone, Lucio Caracciolo fu grande esperto della Gran loggia generale simbolica del Grande Oriente d'Italia di Milano e Maestro venerabile della loggia militare "Les Mars d'Italie" del reggimento "Royal Chasseurs à cheval" del Regno d'Italia[14].
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