Per molto tempo Giuseppe Mazzini (1883-1961) è stato argomento di interesse e dibattito nella società. Fin dalla sua nascita ha suscitato la curiosità e la riflessione di varie persone in tutto il mondo. Nel corso degli anni, Giuseppe Mazzini (1883-1961) si è evoluto e ha assunto significati e approcci diversi, diventando un argomento che racchiude un ampio spettro di idee e opinioni. Dal campo accademico a quello sociale, Giuseppe Mazzini (1883-1961) è stato oggetto di studio e ricerca, generando un grande impatto sul modo in cui comprendiamo e affrontiamo vari aspetti della vita. In questo articolo esploreremo alcune delle prospettive e degli approcci che si sono sviluppati attorno a Giuseppe Mazzini (1883-1961), nonché la sua rilevanza nella società odierna.
Giuseppe Mazzini (Livorno, 7 aprile 1883 – Torino, 12 novembre 1961) è stato un imprenditore e politico italiano.
Giuseppe Mazzini | |
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Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXVI, XXVII, XXVIII, XXIX |
Gruppo parlamentare | Gruppo liberale democratico |
Coalizione | destra storica |
Circoscrizione | Torino (XXVI legislatura); Piemonte (XXVII legislatura); C.U.N. (XXVIII-XXIX legislatura) |
Sito istituzionale | |
Consigliere nazionale del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXX legislatura del Regno d'Italia |
Gruppo parlamentare | Partito Nazionale Fascista |
Circoscrizione | C.U.N. (XXX legislatura) |
Incarichi parlamentari | |
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Senatore del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXX |
Gruppo parlamentare | PNF |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Nazionale Fascista |
Titolo di studio | Laurea in Ingegneria |
Professione | industriale |
Nato a Livorno, si trasferisce a Torino per effettuare gli studi superiori, e poi laurearsi al Politecnico di Torino in Ingegneria a pieni voti[1]. Alle elezioni politiche del 15 maggio 1921 venne eletto deputato nella lista del "blocco Liberale-Democratico", e divenne segretario del gruppo parlamentare dei Liberali Democratici. Nel febbraio 1943 venne nominato Senatore[2].
Nel 1925 viene espulso dal Partito Liberale Italiano, sia per causa delle sue posizioni in netta contrapposizione con l'allora direzione nazionale del partito, che per le sue posizioni filofasciste[3]. Alle successive elezioni si presenterà nel collegio del Piemonte come candidato del Partito Nazionale Fascista.
Fu presidente della Lega degli industriali di Torino durante gli scioperi dei metalmeccanici del 1925, che portarono nel 2 ottobre dello stesso anno ad un accordo che cancellava le elezioni delle commissioni interne dei sindacati corporativi. Nell'agosto del 1943, durante il governo Badoglio venne nominato commissario della Confindustria, in questa veste sigla l'accordo fra le Confederazioni dei lavoratori dell'industria e la Confederazione degli industriali che reintroduce le norme sindacali soppresse nel precedente accordo. Questo accordo prese il nome di "patto Buozzi-Mazzini"[4].
Fu presidente della Confederazione Italiana di Scherma, a partire dall'aprile del 1925, che nel 1933 mutò nome in Federazione Italiana Scherma. Mantenne questo incarico complessivamente per 15 anni, tra prima e dopo la guerra. Nel 1935 diviene membro d'onore della Fédération internationale d'escrime, per divenirne presidente a pieni voti nel luglio 1953, uno dei due presidenti italiani nella storia del massimo organismo mondiale della scherma.
Muore per un collasso cardiaco la mattina dell'11 novembre 1961 nella sua casa di Torino. Al suo capezzale la moglie Stefania Marchesi.[5]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 8290148947784754950008 · SBN TO0V615663 |
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