Clizia (ninfa)

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Clizia, Evelyn De Morgan, circa 1887.

Clizia è un’oceanina greca, figlia di Oceano e Tethi. Ripudiata dall'amato, il Sole, verrà trasformata in un girasole (per la precisione in Eliotropio, tipo di pianta presente ai tempi dei Greci antichi) proprio da quest’ultimo, impietosito. Viene raffigurata in due modi: nelle vesti di una fanciulla piangente oppure mentre si compie la sua trasformazione.

Clizia è una delle giovani amate dal Sole. Il dio si innamora però di Leucotoe, figlia del re Orcamo, e, assunte le sembianze della madre della ragazza, si introduce nella sua stanza e la seduce. Ingelosita e offesa, Clizia riferisce l'accaduto al padre di Leucotoe, che, in preda all'ira, ordina di seppellire la figlia viva in una buca profonda. Disperato, il Sole cosparge il luogo della sepoltura di un nettare profumato; dalla terra inumidita nascerà la pianta dell'incenso.
La bella Clizia, sentendosi in colpa per l’accaduto e ripudiata dall'amato, passa i giorni seduta a terra, senza toccare né acqua e né cibo, nutrendosi di sola rugiada, intenzionata a seguire con lo sguardo il percorso del carro del Sole, finché quest'ultimo impietositosi vedendo la ninfa consumarsi d'amore per lui, la trasforma in "girasole" , il fiore sempre rivolto verso il Sole.

Clizia viene raffigurata nel compiersi della metamorfosi oppure il girasole compare vicino alla fanciulla o sul suo capo. In lontananza appare solitamente il carro del Sole. Il fiore, peraltro, compare in alcuni autotratti di Van Dyck a indicare la profonda devozione dell'artista per Carlo I, re d'Inghilterra, presso il quale l'artista soggiornò per un breve periodo.
La figura di Clizia pertanto, nella mitologia greca viene associata al fiore omonimo.

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