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Carlo Antonio Bianchi, detto anche Bianchetti (Pavia, 18 aprile 1714 – dopo il 1784), è stato un pittore italiano.
Formatosi alla scuola barocca romana seppe coniugare l'influsso di tale scuola con la pittura lombarda dalle forme più aggraziate fino a tendere alla moda neoclassica. Le scarse notizie sulla sua vita riguardano solo le partecipazioni alle riunioni della confraternita della Santissima Trinità presso la chiesa di San Luca a Pavia che frequentò a fasi alterne dal 1735 al 1774.
Artisticamente iniziò alla bottega del pavese Giuseppe Crastona ed in seguito fu attivo con continuità presso la famiglia del marchese Luigi Botta Adorno che, fra l'altro, gli affidò l'incarico di seguire la formazione artistica del sansebastianese Felice Giani, per il quale scrisse nel 1778 una sorta di testamento artistico (ora conservato integralmente nella biblioteca comunale di Forlì). Nel 1784 il pittore pavese, ormai settantenne, veniva contattato per un restauro delle tappezzerie del Castello di Branduzzo (lettere di Luigi Botta Adorno al figlio). Altri documenti lo segnalano nella squadra di artisti ed artigiani che seguivano l'architetto Lorenzo Cassani, durante la realizzazione di chiese e palazzi per le famiglia Olevano nei loro feudi in Lomellina, dimostrando il legame anche con questa famiglia che, come i Botta Adorno, avevano in Pavia il palazzo di città.
F. Bartoli attribuisce al Bianchetti numerosissime opere sparse in Pavia e nella provincia, molte delle quali ora perdute o dimenticate; fra le tele, ancora visibili, si ricordano:
Notevole anche la sua attività di affrescatore:
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