In questo articolo esploreremo l'affascinante mondo di Camillo Tutini, dove daremo uno sguardo alle sue origini, evoluzione e significato nella società odierna. Camillo Tutini ha occupato un posto di rilievo nella storia dell'umanità, ricoprendo un ruolo fondamentale in diversi ambiti, dalla cultura e scienza, alla politica e all'economia. Nel corso degli anni, Camillo Tutini è stato oggetto di studi, dibattiti e controversie, suscitando l'interesse di accademici, esperti e hobbisti. Attraverso un'analisi dettagliata ed esaustiva, approfondiremo le molteplici sfaccettature di Camillo Tutini, scoprendone l'influenza e la rilevanza nel mondo contemporaneo.
Camillo Tutini (Napoli, 1594 – Roma, 8 agosto 1666) è stato uno storico italiano.
Camillo Tutini nacque nel 1594 a Napoli in una famiglia numerosa: aveva quattro sorelle (Laudomia, Ippolita, Lella, Livia) e un fratello (Metello). Compì da giovane i primi studi a Napoli, nella Certosa di San Martino e, tra il 1628 e il 1630, strinse rapporti amichevoli e di collaborazione con molti studiosi e letterati a Napoli, dove vivevano con lui la madre e le sorelle Laudomia e Lella.
Entrato in monastero, lo abbandonò, pur continuando a frequentarlo per gli studi e ricevendo l'ordinazione sacerdotale[1]. Agli inizi degli anni quaranta era già solida la sua fama di studioso; con lui - e con Francesco De Pietri e Gennaro Grasso - strinse amicizia il Vossius, giunto a Napoli nel maggio 1642 per condurvi alcune ricerche. Fra i suoi amici c'erano uomini come Antonio Basso e Salvatore Di Gennaro.
Nel 1647 fu molto vicino a Matteo Cristiano, un capopopolo della rivolta di Masanielloː anzi, Tutini fu probabilmente un uomo del partito francese della rivolta, avendo anche contattato Enrico II, duca di Guisa. Tutini, già negli anni precedenti la rivolta, non fu estraneo a progetti politici vicini al repubblicanesimo, tanto che la sua opera sui Seggi di Napoli fu, a posteriori, ritenuta fondamentale per la nascita di un'ideologia repubblicana a Napoli[2]. Avvertito di un ordine di arresto nei suoi confronti, fuggì a Roma, dove si pose sotto la protezione del cardinale Francesco Maria Brancaccio[3].
Tutini, che già a Napoli aveva svolto una prolifica attività storiografica, approfittò della Biblioteca Vaticana e dell'Archivio del Campidoglio per perfezionare lo studio storiografico sui documenti vaticani[4]. Inoltre, strinse un solido rapporto con Ferdinando Ughelli, che lo ebbe tra i suoi più validi collaboratori[5].
Secondo le fonti, Tutini morì in povertà nell'Ospedale di Santo Spirito, a Roma, nel 1667[4].
Controllo di autorità | VIAF (EN) 32131749 · ISNI (EN) 0000 0001 1885 1530 · BAV 495/105427 · CERL cnp01358629 · LCCN (EN) no98091874 · GND (DE) 143902113 · BNF (FR) cb13011106c (data) |
---|