Nel mondo di oggi, Arma bianca è un argomento che ha catturato l'attenzione di tutti, sia per la sua rilevanza storica, sia per il suo impatto sulla società moderna o per la sua influenza sullo sviluppo della tecnologia. Per secoli Arma bianca è stato oggetto di studi, dibattiti e controversie e la sua importanza continua ad aumentare. In questo articolo esploreremo le varie sfaccettature di Arma bianca, dalle sue origini fino alla sua influenza oggi, considerando il suo impatto su diversi ambiti della vita quotidiana. Esamineremo anche le opinioni e i punti di vista degli esperti del settore, con l’obiettivo di offrire una panoramica ampia ed esauriente su questo affascinante argomento.
Con arma bianca si intendono tutti gli strumenti offensivi dotati di lama, in grado di ferire di punta o di taglio; si tratta comunque di definizioni convenzionali suscettibili di variazioni:[1] sono dette armi bianche le armi che non provocano rumore, o gli strumenti atti ad offendere sfruttando solo la forza del combattente,[2] oppure tutte le armi in metallo che non siano armi da fuoco.[3]
Più estensivamente l'arma bianca rientra nella categoria delle armi proprie, arma da mischia o arma da combattimento ravvicinato, o qualsiasi arma utilizzata nel combattimento corpo a corpo, vale a dire per l'uso all'interno della portata fisica diretta dell'arma stessa, che funziona essenzialmente come un'estensione del braccio di chi la utilizza. Al contrario, un'arma a distanza è qualsiasi altra arma in grado di colpire bersagli a una distanza superiore al contatto fisico immediato.
Nell'età della pietra si fabbricarono lame, coltelli, scudi di selce, e mazze semplici o formate da un bastone spaccato a una delle estremità, avente dentro lo spacco una pietra tenuta a posto con una legatura fatta di strisce di corteccia di albero o con una cordicella fatta di minugia attorcigliata.
In età antica, la hasta dei Romani era lunga circa 1.75 metri, quanto l'altezza di chi la portava il quale era chiamato hastatus. Nei secoli XV secolo, XVI secolo e XVII secolo si chiamò picca ed era per la fanteria molto lunga, facendo riscontro all'antico κόντος, arma propria dei cavalieri o all'antica sarissa della fanteria dell'esercito macedone.
Gli oggetti contundenti basano il danno inferto sul principio dell'urto col bersaglio e per questo, sono chiamati anche armi da botta e ne sono tipici rappresentanti i bastoni, i martelli, le mazze, le clave. Infatti, queste sono armi da offesa, con manico più o meno lungo atte a ferire, ammaccare, contundere mediante percossa. I bastoni nodosi e le clave rappresentano i rudimenti di tali armi e sono antichi quanto l'umanità. Dopo le clave vennero le mazze e quindi la scure nell'età della pietra. Seguì il mazzafrusto (o flagello) simile al flagrum degli antichi romani, strumento di punizione formato da parecchie catene con palle di metallo alla loro estremità, sospese ad un manico corto: tale strumento fu anche usato come arma da guerra.
Le lame invece, si basano appunto sull'utilizzo della lama: questa è un pezzo di metallo di forma adeguata che presenta una o più parti affilate chiamate "filo".
Le lame possono essere più adatte a tagliare (in questo caso si parla di armi da taglio e ne sono tipici rappresentanti le spade, i coltelli, le sciabole e le asce) o a colpire di punta per penetrare nel bersaglio (da qui la nascita del termine armi da punta), come i pugnali o le lance, le picche e le baionette: a questo scopo, alcune armi da punta non prevedono nemmeno la presenza del filo sulla lama, ma hanno solamente la punta acuminata necessaria per penetrare e/o sfondare (come alcuni stiletti, i fioretti, i "centodieci", il "becco di corvo").
Esistono pure le armi da lancio come l'arco e la balestra; esse grazie alla forza fisica dell'uomo e in abbinamento a dispositivi meccanici (ma sempre caricati dalla forza del lanciatore) servono per lanciare - anche a distanze considerevoli - proiettili di vario tipo come pietre, frecce, quadrella, o vengono esse stesse lanciate (giavellotto, asce da lancio, coltelli da lancio).
Rientrano nella famiglia delle armi bianche le spade, i pugnali, le baionette e le loro varianti lunghe o corte: quindi spadone, stocco, daga e coltello; in tempi recenti nella categoria delle armi bianche sono state fatte rientrare anche le armi (che non siano alimentate da meccanismi o da polvere da sparo) montate su aste (alabarde) e quelle cosiddette immanicate usate per lo sfondamento: martello, mazza, scure.
Le armi da mischia possono essere ampiamente suddivise in tre categorie principali:
Altre armi lanciano oggetti bellici (come archi, balestre, cerbottane e catapulte),[4][6] e altre fungono da difesa (come scudi, "spray antiaggressione" e armature)[8].
La locuzione deriverebbe dal bianco riflesso del sole sopra le superfici metalliche da parte di queste armi[5]. Esso trova origine in tempi remoti, quando si volle indicare il passaggio tecnologico dalle lame di pietra, rame, bronzo e ferro, a quelle molto più efficienti in acciaio, che in confronto apparivano, appunto, di colore bianco. Tale termine non figura nel lessico giuridico, quindi non è adatto a definire correttamente questa categoria di armi nell'ambito legale.
Si possono suddividere le armi bianche secondo la dimensione: armi corte da mano, armi lunghe da mano e armi inastate.[9]
Inoltre possono essere divise pure a seconda del fine per cui sono state costruite, quindi in:
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