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La catapulta indica genericamente un tipo di macchina da assedio che sfrutta un braccio per scagliare con tiro curvo grosse pietre di cento, duecento e più chili, proiettili di metallo o dardi e frecce.
Il nome deriva dal greco "kata pelta", ovvero "attraverso lo scudo": il pelta è il piccolo scudo di legno e cuoio dei peltasti, schermagliatori greci. Originariamente i greci chiamavano "catapulta" le baliste che lanciavano dardi invece che pietre ma presso i romani e macedoni il termine assunse il significato moderno. Anche se oggi questo termine sta ad indicare un insieme di armi, nel gergo popolare con "catapulta" ci si riferisce alla versione romana, il cui nome specifico è onagro.
Le prime catapulte della storia sono le baliste che appaiono nel mondo greco verso la fine dell'epoca classica; tra i primi ad adottarle furono Dionisio di Siracusa e Onomarco di Foci. Lo stesso Dionisio di Siracusa introdusse l'idea di usarle come copertura sul campo di battaglia oltre che come strumento di assedio: le usò per attaccare la flotta Cartaginese che soccorreva la alleata città di Mozia che egli stava assediando (Diod.XIV,50,4).
Le catapulte aumentarono potenza e gittata nel periodo ellenistico, soprattutto grazie all'introduzione delle catapulte a torsione e al loro perfezionamento. Possiamo seguire il loro sviluppo attraverso la lettura dei trattati sull'argomento scritti da Bitone, Filone di Bisanzio, Erone di Alessandria e altri autori.
Nel periodo imperiale e nella tarda antichità l'efficacia in battaglia delle catapulte andò decrescendo, finché se ne abbandonò la costruzione. Nel medioevo fu introdotto il trabucco a contrappeso, più potente della classica catapulta a torsione ma anche più ingombrante. Infine l'avvento della polvere da sparo e del cannone resero obsoleta questa tipologia d'arma.
L'immagine tipica di catapulta è quella dell'onagro e quindi costituita da due montanti verticali, disposto orizzontalmente un fascio di materiale elastico, in mezzo alla quale viene piazzata l'estremità di un braccio di legno. L'altro capo del braccio è terminato da una specie di cucchiara in cui si mettono dei blocchi di legno o di metallo, oppure dei liquidi infiammabili chiusi in un recipiente. Per far agire la macchina, si abbassa il braccio orizzontalmente e lo si blocca, piazzando poi il proiettile nella cucchiara. Quando si libera il braccio, esso, ritornando con forza per mezzo del fascio elastico, scaglia il proiettile, il quale abbandona la cucchiara descrivendo una traiettoria parabolica.
La gittata di queste macchine (a seconda del peso del proiettile) era di circa 300-400 metri per la balista, 200-600 metri nel caso dell'onagro e 100 - 200 per il mangano e trabucco.[senza fonte]
Le catapulte possono essere classificate secondo il sistema fisico usato per immagazzinare e rilasciare l'energia necessaria alla propulsione del proiettile.
Controllo di autorità | GND (DE) 4358171-7 · BNE (ES) XX543823 (data) · BNF (FR) cb14491458x (data) |
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