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Il termine apticità[1] (derivato dal greco ἅπτω hàpto, afferrare, legare[2]) viene usato in chimica di coordinazione per descrivere come un gruppo di atomi contigui di un legante si coordina ad un atomo centrale. Il termine si usa in genere con leganti che contengono sistemi π estesi, o quando un'interazione agostica non è evidente dalla formula.
L'apticità di un legante si indica con la notazione ηn, contenente la lettera greca η ('eta', in corsivo), come simbolo, e con n ad esponente, il quale indica il numero di atomi contigui del legante che sono legati al metallo.[3] La figura seguente illustra diversi modi di coordinazione del ciclopentadienile rispetto a un metallo generico (M). I termini η5, η3 e η1 si leggono rispettivamente come pentaapto, triapto e monoapto.
A metà degli anni cinquanta apparve chiara la necessità di un'ulteriore nomenclatura per i composti organometallici, dopo che Dunitz, Orgel e Rich avevano determinato tramite diffrazione dei raggi X la struttura del composto a sandwich ferrocene, dove il metallo è posto tra due leganti arenici paralleli tra loro.[4] Cotton coniò in seguito il termine apticità (derivato dal greco haptein, legare) proponendo di anteporre la notazione ηn al nome dell'olefina per indicare il numero di atomi contigui legati al metallo.[5] La notazione di apticità fu poi estesa a tutti i possibili leganti, senza limitarsi a leganti organici.
Alcuni composti storicamente importanti dove la coordinazione di leganti richiede la notazione dell'apticità sono i seguenti:
L'apticità di un legante può variare durante una reazione.[8] Ad esempio nella seguente reazione redox un anello η6-benzene diventa η4-benzene:
Variazioni di apticità possono aver luogo durante una reazione di sostituzione:
Qui un legante η5-ciclopentadienile diventa η3-ciclopentadienile, lasciando spazio sul metallo per coordinare un altro legante a 2 elettroni, L. Dopo la rimozione di un legante CO il ciclopentadienile dona altri due elettroni e ridiventa η5-ciclopentadienile. Anche il cosiddetto effetto indenile coinvolge variazioni di apticità.
L'apticità non deve essere confusa con la denticità, che si applica a leganti polidentati coordinati ad un atomo centrale tramite atomi donatori non contigui. Se si vuole (o se è necessario) specificare la denticità, gli atomi che si coordinano sono identificati dalla notazione κn. Ad esempio quando il 1,2-Bis(difenilfosfino)etano (Ph2PCH2CH2PPh2) si coordina a NiCl2, secondo le regole di nomenclatura il nome del complesso che si forma è dicloronickel(II). Quando gli atomi coordinati sono contigui si usa invece la notazione η. Ad esempio secondo le regole di nomenclatura il dicloruro di titanocene è diclorobis(η5-2,4-ciclopentadienil)titanio.[9]
Legante polidentato | Legante poliapto |
---|---|
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Molecole con leganti ad apticità multipla sono spesso flussionali, o detto altrimenti stereochimicamente non rigidi. I complessi organometallici di questo tipo appartengono per lo più a due categorie:
Legante | Elettroni donati (conteggio neutrale) |
Elettroni donati (conteggio ionico) |
---|---|---|
η1-Allile | 1 | 2 |
η3-Allile ciclopropenile |
3 | 4 |
η3-Allenile | 3 | 4 |
η2-Butadiene | 2 | 2 |
η4-Butadiene | 4 | 4 |
η1-ciclopentadienile | 1 | 2 |
η3-ciclopentadienile | 3 | 4 |
η5-ciclopentadienile pentadienile cicloesadienile |
5 | 6 |
η2-Benzene | 2 | 2 |
η4-Benzene | 4 | 4 |
η6-Benzene | 6 | 6 |
η7-Cicloeptatrienile | 7 | 6 |
η8-Cicloottatetraene | 8 | 10 |