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Vittorio Alinari (Firenze, 4 luglio 1859 – 1932) è stato un fotografo italiano.
Il padre, Leopoldo Alinari, fondò una società fotografica nel 1854 e i suoi fratelli, Giuseppe e Romualdo, ne divennero ben presto soci. Era noto per la sua specialità di documentare capolavori dell'arte. Nel 1892 Vittorio rilevò l'azienda e spostò l'enfasi di fotografia documentaria italiana. Il suo lavoro è conosciuto per un'attenta composizione, uso frequente della prospettiva frontale, e delle grandi lastre (circa 21 × 27 cm), formato che usò fino al 1920.
Pubblicò nel 1900 un'edizione illustrata della Divina Commedia di Dante Alighieri, reclutando importanti artisti contemporanei per le illustrazioni.[1] Tra questi artisti presenti nel volume, tutti partecipanti al concorso a tema La Divina Commedia, sono da sottolineare quelli appartenenti da un punto di vista stilistico e culturale all'ambito liberty e simbolista. Tanto che nel 1986, anno in cui Firenze è capitale della cultura, l'Accademia delle Arti del Disegno dedica loro una mostra, Dante Liberty[2], selezionando esclusivamente i disegni fatti dagli artisti di segno modernista, «alternativo al tradizionale formalismo offerto da altre partecipazioni». «Quando, nel maggio 1900, Vittorio Alinari - cogliendo i segnali della diffusa vocazione di un revival dantesco - promuoveva il concorso per le illustrazioni della Divina Commedia, non immaginava, probabilmente, di costruire le premesse per la prima consistente rassegna di grafica italiana di gusto simbolista e liberty».[3] Dal saggio introduttivo di Cresti possiamo conoscere i nomi degli autori delle opere messe a confronto: Alberto Martini, Giovanni Mataloni, Galileo Chini, Duilio Cambellotti, Giovanni Buffa, Libero Andreotti, Aristide Sartorio, Armando Spadini, Giovanni Costoletti, Adolfo De Carolis, Vincenzo La Bella, Giulio Bargellini, Giorgio Kienerk, Alfredo Baruffi e Plinio Nomellini.
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