Nel mondo di oggi, Vincenzo Ciardo ha acquisito una rilevanza senza precedenti. Che sia a livello personale, professionale, sociale o politico, Vincenzo Ciardo gioca un ruolo fondamentale nella nostra vita quotidiana. Nel corso della storia, Vincenzo Ciardo è stato oggetto di studio, dibattito e ammirazione, ma mai prima d'ora ha occupato un posto così importante nella società come lo occupa oggi. Dalle sue origini ad oggi, Vincenzo Ciardo si è evoluto e adattato ai cambiamenti e alle sfide che ha dovuto affrontare nel tempo. In questo articolo esploreremo da vicino l'impatto di Vincenzo Ciardo su diversi aspetti della vita quotidiana e come ha influenzato il modo in cui ci relazioniamo con il mondo che ci circonda.
Vincenzo Ciardo (Gagliano del Capo, 25 ottobre 1894 – Gagliano del Capo, 26 settembre 1970) è stato un pittore italiano.
Studiò pittura presso l'Istituto delle Belle Arti delle Marche di Urbino dal 1908 al 1913 e si trasferì a Napoli nel 1920. Fu inizialmente influenzato dal verismo tradizionale, con radici nel naturalismo della scuola di Posillipo. Fece quindi parte del "Gruppo Flegreo" (1927) e del Novecento napoletano, aggiornando la propria pittura verso un postimpressionismo, ispirato a Paul Cézanne e a Pierre Bonnard.
Insieme a Giuseppe Uva, Saverio Gatto, Alberto Buonoconto, Biagio Mercadante, Carlo Striccoli, Giuseppe Rispoli, Antonio Bresciani, Ettore Lalli, Francesco Paolo Prisciandaro e al critico d'arte e pittore Alfredo Schettini, fu tra i protagonisti dell'esperienza bohémien del Quartiere Latino a Napoli. Frequentò il poeta e barone di Lucugnano Girolamo Comi, contribuendo all'esperienza culturale iniziata con Michele Pierri, Ferruccio Ferrazzi, Maria Corti e Donato Valli.
Nel 1953 è tra i protagonisti della mostra di arti figurative "L'Arte nella vita del Mezzogiorno d'Italia" tenutasi al Palazzo delle Esposizioni di Roma con l'opera "Primavera pugliese".
Nel 1960 fu invitato alla “11ª edizione del premio Avezzano-rassegna nazionale delle Arti Figurative” ad Avezzano (AQ), insieme a R. Brindisi, S. Cavallo, G. Ceracchini, E. Fantuzzi, C. Levi, G. Omiccioli, M. Rosa, G. Strachota, F. Trombadori, A. Vangelli e altri[1]. Pur non condannando le nuove tendenze artistiche che, negli anni successivi al dopo guerra, si avviavano verso la ricerca di nuove strade nel campo pittorico, restò fedele alla sua visione figurativa, nella quale raggiunse la maturazione di un suo stile personale.[2]
Non disdegnò il confronto e il dibattito con altri artisti e nel 1965 partecipò a una mostra collettiva, con Antonio Vangelli, Antonio Enotrio, Giulio Turcato, Michele Rosa, Pier Carlo Pantieri e Mario Russo[3] presso la galleria “la Saletta” di Frosinone[4].
Controllo di autorità | VIAF (EN) 18111470 · ISNI (EN) 0000 0000 6680 7027 · SBN SBLV029488 · BAV 495/304691 · ULAN (EN) 500021443 · LCCN (EN) n91084686 · GND (DE) 122676718 |
---|