In questo articolo affronteremo il tema Santoniano, che ha generato molteplici dibattiti e suscitato l'interesse di diversi settori della società. Santoniano è un argomento di attualità che è stato oggetto di studio e ricerca in diversi contesti e discipline. Nel tempo Santoniano ha subito diverse trasformazioni e ha acquisito diversi significati, il che lo rende un argomento di grande complessità e ampiezza. Pertanto, è essenziale analizzare in profondità i diversi aspetti e dimensioni che Santoniano racchiude, al fine di comprenderne la portata e l’impatto in diversi ambiti. Esplorandone le origini, l'evoluzione e le conseguenze, si intende offrire una visione esaustiva e obiettiva di Santoniano, con lo scopo di contribuire alla comprensione e alla riflessione su questo argomento.
È compreso tra 85,8 ± 0,7 e 83,5 ± 0,7 milioni di anni fa (Ma),[1] preceduto dal Coniaciano e seguito dal Campaniano.
Definizioni stratigrafiche e GSSP
Lo stadio Santoniano fu definito dal geologo francese Henri Coquand nel 1857. Il suo nome deriva dalla cittadina francese di Saintes, nel dipartimento della Charente Marittima dove sono stati identificati gli affioramenti stratigrafici di riferimento.
Il GSSP della base del Santoniano è definito nella cava di "Cantera De Margas", a sud di Olazagutia, Navarra, in Spagna, a metà strada fra Bilbao e Pamplona, alle coordinate 42º 52′ 05.3″ N, 2º 11′ 40″ W.[3]
La sezione lungo il lato orientale della cava di Cantera de Margas, ora inutilizzato, è composta da ca. 160 m di marne e calcari marnosi che vanno dal Coniaciano medio al Santoniano medio. La parte inferiore, più marnosa, appartiene al membro de La Barranca della Formazione El Zadorra; la parte superiore alla Formazione Olazagutia.
Il Limite inferiore del GSSP è definito l'evento di comparsa del bivalveinoceramidico Platyceramus undulatoplicatus, e come marker secondario si ha la comparsa del foraminifero planctonico Sigalia carpatica, il quale si trova 7m sotto il primo marker.
^ab Commissione internazionale di stratigrafia, International Chronostratigraphic Chart, su stratigraphy.org, Unione internazionale di scienze geologiche. URL consultato l'8 marzo 2024.