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La biozona è l'unità di base della biostratigrafia, ovvero quella porzione di successione rocciosa caratterizzata da un preciso contenuto fossilifero, che permette di differenziare una parte di successione dalle altre. In genere l'individuazione delle biozone si attua analizzando le successioni sedimentarie marine a strati; però è necessaria una successione di un'area geografica di riferimento. Per capire meglio si può prendere un esempio significativo, come quello del piano Toarciano, rappresentato in Italia dal Rosso lombardo e dal Rosso Ammonitico umbro-marchigiano. Il Toarciano viene generalmente suddiviso in zone ad ammoniti, che sono considerati generalmente i migliori fossili guida del Giurassico; quelle del Rosso Ammonitico per i recenti progressi in Italia sono 7: dal basso verso l'alto, "Hildaites" striatus, Hildaites undicosta, Hildoceras bifrons, Merlaites gradatus, "Geczyceras" bonarellii, intervallo poco indagato, Dumortieria meneghinii e Pleydellia aalensis. Tutte queste zone tetidee sono correlabili con quelle ad ammoniti delle successioni nordeuropee (Cariou e Hantzpergue 1997 e Venturi e al. 2010). Le biozone sono quindi definibili dai limiti inferiore e superiore, come avviene per i piani. Ciò comporta che piani e zone sono da considerare intimamente connessi, malgrado occupino campi concettuali differenti; infatti le biozone sono le unità fondamentali della biostratigrafia, mentre i piani lo sono per la cronostratigrafia (Brouwer, 1972).
I differenti tipi di biozone vengono stabiliti in funzione degli eventi biostratigrafici che si manifestano, come il numero di taxa contemplati, la loro frequenza, l'abbondanza, la prima apparizione o l'ultima all'interno di una data successione stratigrafica.[1] I nomi delle biozone sono formati dal tipo di biozona (ad esempio biozona di acme, associazione o distribuzione) seguito dal nome completo, secondo le regole della nomenclatura binomiale, di uno o al massimo due taxa rappresentativi della zona stessa. Così si avrà ad esempio " Biozona di estensione dell'Exus albus", che si può anche abbreviare in "zona dell'E. albus". Si possono anche utilizzare le lettere in ordine alfabetico per denominare biozone successive (A,B,C), senza tuttavia darne una numerazione formale.[1]
Si possono così identificare vari tipi di biozone: