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Carro d'assalto CV33 sul fronte della Catalogna. Cavalleria e carri in prossimità della città di Tortosa.Carri armati M-13/40 in operazione vicino a Tobruk nel corso del 1941.
Rimpatriato nel 1932, due anni dopo frequenta il corso per l'abilitazione all'uso del materiale per la difesa chimica, e ottiene l'abilitazione alla guida delle motociclette e delle automobili.[3]
Rimpatriato nell'aprile 1942, poco più di un mese dopo, raggiungeva in volo il 133º Reggimento carrista della 133ª Divisione corazzata "Littorio" già impegnato nell'offensiva in Africa Settentrionale, assumendo il comando del LI battaglione carri su carri mediM13/40;[1] il 30 giugno 1942, nel corso di un combattimento a El-Dabaa, sotto il fuoco dei mezzi corazzati nemici, gravemente ferito, venne colpito a morte fra il rogo di 11 dei suoi carri spegnendosi il 2 luglio nell'ospedale da campo nº 469 di Sollum in seguito alle ferite riportate in combattimento.[1] Il 7 luglio 1972 il governo libico autorizzò il rimpatrio della salma che fu poi tumulata nel cimitero di Petralia Sottana.[3]
«Figura fulgidissima di eroe che in tutte le guerre dal 1915 in poi ha dato continue prove di valore divenendo poi con la specialità carrista un esempio ed un simbolo. In terra d'Africa, comandante di battaglione carri M 13, ricevuto ordine di attaccare una formazione corazzata avversaria operante sul fianco sinistro dello scaglione avanzato divisionale, nonostante l'inferiorità tecnica e numerica dei suoi carri con meditata, disperata audacia, conscio del supremo sacrificio cui andava incontro per proteggere la colonna, impegnava, a distanza ravvicinata la formazione nemica, riuscendo a trattenerla e dando in tal modo possibilità alla divisione di proseguire la marcia. Impavido, sotto l'implacabile fuoco delle artiglierie nemiche, sebbene gravemente ferito, persisteva eroicamente nell'impari lotta, fino a che, colpito a morte, cadeva sul campo fra il rogo di ben undici dei suoi carri. El Dabà - Egitto (A.S.), 30 giugno 1942.[5]» — Decreto Presidenziale del 10 febbraio 1953[6]
«Da solo, risolutamente, affrontava un gruppo di nemici rifugiatisi in una caverna sbarrata da una mitragliatrice, e, con l'aiuto di pochi uomini sopraggiunti li faceva prigionieri, liberando dalla cattura nostri soldati. Valloncello dell'Hermada, 25 maggio 1917.[1]»
«Ferito gravemente il comandante della propria compagnia, di sua iniziativa ne assumeva il comando, portandola, attraverso zona intensamente battuta, al contrattacco. Riconquistata la posizione, la manteneva, infliggendo enormi perdite al nemico che tornava all'attacco. Ferito rimaneva al suo posto di combattimento. Losson (Piave), giugno 1917.»
«Comandante di battaglione motomeccanizzato prima e comandante di battaglione carri d'assalto poi, e stato in ogni circostanza l'animatore e il trascinatore dei suoi motomeccanizzati e carristi. Audacemente portava i suoi reparti alla conquista di una importante posizione, vincendo d'impeto le resistenze avversarie e sorprendendovi un comando di divisione nemico. Nella difesa di importante località, in situazione critica, manteneva ammirevole calma, nonostante le forti perdite, contribuendo a sventare un serio tentativo di contrattacco nemico sul fianco sinistro del corpo legionario. In quest'ultima circostanza svolgeva lunga e serrata lotta a colpi di bombe a mano contro agguerriti reparti d'assalto della divisione “Lister” che venivano sbaragliati dopo lunga e cruenta lotta. Alcanò-Alfes, 25-26 dicembre 1938.» — Regio Decreto 14 marzo 1940.[7]
«Comandante di battaglione carri d'assalto, guidava più volte i suoi reparti contro formazioni nemiche, infliggendo loro gravissime perdite. In successiva azione offensiva per la rottura della fronte nemica, vista la prima ondata di carri infrangersi contro il potente schieramento avversario, riusciva sotto il potente fuoco dell'artiglieria e delle armi anticarro nemiche, col suo personale intervento, a guidare i carri della seconda ondata e, lanciandosi alla testa di essi nel profondo dello schieramento avversario, contribuiva validamente alla riuscita dell'azione. Settore Nord Scutarino, 15 aprile 1941.[4]»
«Irrompeva tra i primi in una importante trincea nemica, fugandone i difensori. Ferito alla testa, si tratteneva sulla posizione fino ad azione ultimata. Monfalcone, 6 agosto 1916.»
«Durante un forte attacco col quale il nemico, sfondando la nostra prima linea si era infiltrato, minacciando di aggirare un intero battaglione, con calma, fermezza ed energia fermava e riuniva elementi dispersi e sbandati, incorandoli alla resistenza. Rimasto gravemente ferito il comandante del battaglione, lo portava in salvo sottraendolo a sicura prigionia. Capo d'Argile-Losson (Piave), 16 giugno 1918.»
«Audace Comandante di Battaglione carri d'assalto, in ogni circostanza conduceva il reparto con ardimento e sprezzo del pericolo. Precedendo notevolmente le fanterie, irrompeva di sorpresa in un abitato fortemente presidiato, scardinandone la difesa e catturando numerosi prigionieri e ingente materiale bellico che, in quel momento, su autocarri, giungeva nel paese per rinforzare la organizzazione difensiva in atto. Con la sua audace e decisiva azione facilitava l'avanzata della divisione retrostante. Hostalric, 1 febbraio 1939.[4]»
«Comandante di Compagnia carri d'assalto, volontariamente si offriva per compiere ardite incursioni, assolvendo numerosi e difficili compiti, sempre con gli sportelli del suo carro aperti, per meglio osservare e in terreno insidiato dai ribelli. Esempio di tenacia, sprezzo del pericolo ed alto sentimento del dovere. Lago Sciala, 8 febbraio 1937.[4]»
«Comandante di battaglione carri, durante la battaglia di rottura alla testa di ponte di Toledo, dava prova di coraggio e sprezzo del pericolo. Nelle successive puntate offensive cooperava, con gli altri reparti del nucleo a catturare numerosi prigionieri. Toledo-Tarancón, 27-30 marzo 1939.[4]»
«Comandante di battaglione carri, durante vari giorni di aspra lotta, manteneva saldamente le posizioni audacemente raggiunte infrangendo reiterati tentativi nemici di riconquistarla. Nei successivi ripiegamenti, sempre ultimo, si prodigava generosamente a favore delle altre armi. Valle Kalamas - Valle Kormos - Lago Zarovina - Bivio Delvinaki-Arinista-Borgo Tellini-Piana di Giorgiucat-Valle del Drino (Fronte Greco), 2 novembre - 8 dicembre 1940.»
«Valoroso combattente della Grande Guerra – volontario in Libia e nell'Africa Orientale – sei volte decorato al valore nelle precedenti campagne – giunto in Spagna assumeva successivamente il comando di due battaglioni già duramente provati e li riorganizzava rapidamente forgiandoli in formidabili strumenti di guerra. Alla testa di essi durante i 45 giorni della battaglia della Catalogna in numerosi aspri combattimenti otteneva ovunque tali successi da contribuire in modo efficientissimo al trionfo delle fanterie legionarie. Ufficiale superiore di elette qualità di capo, forte animatore, capace organizzatore, di eminenti virtù militari. O.M.S., 24 dicembre 1938-10 febbraio 1939.» — Regio Decreto 12 luglio 1940[9]