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Richard Tsimba | |||||||||||||
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Dati biografici | |||||||||||||
Paese | ![]() | ||||||||||||
Familiari | Kennedy Tsimba (fratello) | ||||||||||||
Rugby a 15 ![]() | |||||||||||||
Union | ![]() | ||||||||||||
Ruolo | Tre quarti centro | ||||||||||||
Ritirato | 1995 | ||||||||||||
Carriera | |||||||||||||
Attività di club | |||||||||||||
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Attività da giocatore internazionale | |||||||||||||
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1. A partire dalla stagione 1995-96 le statistiche di club si riferiscono ai soli campionati maggiori professionistici di Lega Il simbolo → indica un trasferimento in prestito | |||||||||||||
Statistiche aggiornate al 25 novembre 2020 | |||||||||||||
Richard Utete Tsimba (Salisbury, 9 luglio 1965 – Harare, 30 aprile 2000) è stato un rugbista a 15 zimbabwese, di ruolo centro, è stato il primo giocatore nero a indossare la maglia dello Zimbabwe. Morto a causa di un incidente stradale, nel 2012 è stato inserito nel World Rugby Hall of Fame insieme al fratello Kennedy Tsimba.
Nato a Salisbury, odierna Harare, frequentò la Peterhouse Boys' School giocando a rugby, malgrado fosse considerato "sport per bianchi". Soprannominato Black Diamond, nel 1985 si unì al Chaminuka RFC e nel 1987 fu convocato per la coppa del mondo 1987. Segnò due mete nella partita dei gironi con la Romania e fu schierato per la seconda partita con la Francia. Terminata l'esperienza mondiale si trasferì negli Stati Uniti giocando con il Belmont Shore per un anno. Tornò in patria all'Old Georgians e nel 1991 fu nuovamente tra i convocati alla coppa del mondo. Giocò tutte le tre partite del girone mancando una meta con il Giappone[1].
Il 30 aprile 2000 morì in un incidente stradale nei pressi di Harare.
Il 25 ottobre 2012, è stato inserito postumo nella World Rugby Hall of Fame, insieme al fratello minore Kennedy Tsimba[2]. Durante la cerimonia Oregan Hoskins, allora vicepresidente dell'IRB, motivò il premio dicendo: “I fratelli Tsimba hanno lasciato un segno indelebile nel rugby dell'Africa meridionale. Sono i pionieri di questo gioco, che le generazioni a venire ricorderanno. È giusto che siano presenti nel luogo della memoria più famoso del rugby"[3].