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Peito (a sinistra) con Eros e Venere con Anteros, Affresco pompeiano, I sec. dc.
Nome orig.
ΠειΘω
Caratteristiche immaginarie
Specie
divinità
Sesso
Femmina
Professione
Divinità della persuasione
Peito o Pito[1] (in greco antico: Πειθώ?, Peithṓ) è la divinità o daimona della mitologia greca personificante la persuasione[2] (la quale è «auspicabile nelle relazioni amorose»[3] ed è denominata presso i Romani Suada o Suadela[4]), della seduzione e della "persuasione retorica"[5][6].
Spesso compare, con le Cariti[4], tra le divinità che accompagnano Afrodite. Gli altri due geni a lei associati sono Eros e Himeros.
^Paul Veyne, François Lissarrague, Françoise Frontisi-Ducroux, Glossario, in I misteri del gineceo, Bari, Editori Laterza, 2000 , p. 327, ISBN88-420-6135-2.
(inglese) «PEITHO (Peithô). 1. The personification of Persuasion (Suada or Suadela among the Romans), was worshipped as a divinity at Sicyon, where she was honoured with a temple in the agora. (Herod. VIII. 11; Paus. II. 7. § 7.) Peitho also occurs as a surname of other divinities, such as Aphrodite, whose worship was said to have been introduced at Athens by Theseus, when he united the country communities into towns (Paus. i. 22. § 3), and of Artemis (II. 21. 1). At Athens the statues of Peitho and Aphrodite Pandemos stood closely together, and at Megara, too, the statue of Peitho stood in the temple of Aphrodite (Paus. I. 43. § 6), so that the two divinities must he conceived as closely connected, or the one, perhaps, merely as an attribute of the other. 2. One of the Charites. (Paus. IX. 35. § 1 ; Suid. s. v. Charites.) 3. One of the daughters of Oceants and Thetis. (Hes. Theog. 349.) 4. The wife of Phoronens, and the mother of Aegialeus and Apia. (Schol. ad Eurip. Orest. 920.)»
(italiano) «PEITHO (Peithô). 1. La personificazione della Persuasione (Suada o Suadela presso i Romani), era venerata come divinità a Sicione, ove in suo onore fu costruito un tempio nell'agorà. (Erod. VIII. 11; Paus. II. 7. § 7.) Peito occorre anche come nome di altre divinità, come Afrodite, il cui culto si diceva introdotto ad Atene da Teseo, quando unì le comunità di campagna in città (Paus. I.22.3), e di Artemide (II.21. 1). Ad Atene la statua di Peito e Afrodite Pandemos erano collocate molto vicine, ciò anche a Megara, ove la statua di Peito era situata nel tempio di Afrodite (Paus. I.43.6), per questo le due divinità vanno ritenute come strettamente connesse, o, forse, l'una semplicemente come un attributo dell'altra. 2. Una delle Cariti. (Paus. IX. 35. § 1 ; Suid. s. v. Cariti.) 3. Una delle figlie di Oceano e Teti. (Es. Teog. 349.) 4. La moglie di Foroneo, e la madre di Egialeo e Api. (Schol. ad Eurip. Orest. 920.)»
(italiano) « O è perché essi pensano che la coppia nuziale necessita di cinque divinità?: Zeus Teleios, Era Teleia, Afrodite, Peito, ed infine Artemide, che le donne partorienti e in travaglio sono solite invocare?»
(EN) Amy C. Smith, Peitho (Persuasion), su Athenian Political Art from the Fifth and Fourth Centuries BCE: Images of Political Personifications, Dēmos, stoa.org, 18 gennaio 2003. URL consultato il 27 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2012).