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Il nunsploitation è un sotto filone dei film d'exploitation, opere cinematografiche di basso profilo artistico che ricorrono spesso al sensazionale ed al contenuto erotico per attirare il pubblico con fini economici, ambientato in conventi e monasteri femminili.
Il termine "nunsploitation", intraducibile, è una parola macedonia composta dai termini inglesi nuns, suore, ed exploitation, sfruttamento. In Italia, ci si riferisce a questo genere cinematografico parlando di "cinema conventuale" o "tonaca movie".
Tale genere ha avuto la massima diffusione lungo gli anni settanta del XX secolo.
Le trame di questi film non si discostano eccessivamente l'una dall'altra, presentando dei topoi ben definiti: ambientate in un convento, preferibilmente in epoca medioevale o rinascimentale, hanno per protagoniste delle novizie che, spinte a prendere il velo contro la loro volontà, vengono seviziate da suore badesse o compagne divenute sadiche e perverse per l'isolamento coatto o per motivi diversi come, ad esempio, la perdita di un amore o il desiderio di maternità.
Non manca l'intervento di agenti esterni, quasi sempre maschili, che possono assumere la forma del prete confessore, del diavolo, talvolta rappresentato sotto forma di libertino dai baffi a punta, o della Santa Inquisizione. Quest'ultima, in particolare con la sua pittoresca fama di torturatrice, forniva agli sceneggiatori il pretesto per mostrare le nudità di giovani donne, promesse nelle locandine dei cinema.