In questo articolo esploreremo tutto ciò che riguarda Monte Vulture, dalla sua origine storica al suo impatto sulla società odierna. Monte Vulture è stato un argomento appassionato e controverso nel corso degli anni, generando dibattito e interesse in diversi ambiti. Attraverso un'analisi esaustiva e dettagliata, approfondiremo la complessità di Monte Vulture, esaminandone le diverse sfaccettature e prospettive. Dalle sue origini alla sua evoluzione contemporanea, questo articolo offre una visione completa di Monte Vulture e della sua rilevanza nel mondo di oggi.
Monte Vulture | |
---|---|
![]() | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Altezza | 1 326 m s.l.m. |
Prominenza | 696 m |
Catena | Appennino lucano |
Ultima eruzione | Pleistocene |
Codice VNUM | 211812 |
Coordinate | 40°56′54.12″N 15°38′08.33″E |
Mappa di localizzazione | |
Il Vulture è un vulcano spento situato nella parte settentrionale della provincia di Potenza, in Basilicata.
La montagna, che raggiunge i 1326 mt di altitudine, sorge in posizione nord, nord-est rispetto al Monte Santa Croce (1407 mt), Monte Pierno (1268 mt), Monte Caruso (1236 mt), Monte Carmine (1228 mt) e Monte dello Squadro (1342 mt), dai quali è separata dalla Fiumara di Atella, affluente del fiume Ofanto.
Da novembre 2017 fa parte del parco naturale regionale del Vulture.
Vulcano isolato e in posizione esterna rispetto ai coevi complessi vulcanici tirrenici, orientato verso l'avampaese apulo, il Vulture è stato attivo fino al Pleistocene superiore, ossia fino a circa 130 000 anni or sono, con lunghe fasi di quiescenza. Fenomeni vulcanici secondari si sono verificati anche in epoca contemporanea, fino al 1820[2].
I versanti dell'edificio vulcanico sono interamente ricoperti da una fitta e rigogliosa vegetazione favorita dalla naturale fertilità dei terreni che si sviluppano da rocce vulcaniche. Immersi in uno scenario verdeggiante, a un'altitudine di circa 660 m s.l.m., si distendono i due laghi di Monticchio, tipici laghi vulcanici occupanti il principale cratere dell'edificio vulcanico esistente durante la sua fase finale di attività.
Estesi e pregiati sono i boschi di castagno, da cui si produce il Marroncino di Melfi DOP.
Nella zona del Monte Vulture si estendono oltre 1500 ettari di vitigno rosso Aglianico. L'Aglianico del Vulture è infatti annoverato tra i migliori vini rossi d'Italia[3]. Le aziende del settore nel territorio sono circa quaranta e producono, annualmente, circa due milioni e mezzo di bottiglie.
Alle pendici sorgono numerosi stabilimenti per l'imbottigliamento dell'acqua minerale oltre a numerosi centri abitati, tra i quali: Melfi, Rapolla, Barile, Rionero in Vulture, Ripacandida, Ginestra ed Atella.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 239591650 · LCCN (EN) sh2002001440 · J9U (EN, HE) 987007530322905171 |
---|