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Iperfagia | |
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Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 783.6 |
ICD-10 | R63.2 |
MeSH | D006963 |
Sinonimi | |
Polifagia | |
L'iperfagia o polifagia è l'aumento della sensazione di fame o dell'appetito[1]. Il termine deriva dal greco antico πολύς, polys, "molto", e la radice φαγ-, phag-, relativa al "mangiare". In medicina rappresenta un segno clinico di fame eccessiva cui consegue l'assunzione per via orale di una quantità di cibo solido insolitamente maggiore della norma del soggetto.
Può derivare da disordini quali il diabete mellito, la sindrome di Kleine-Levin, la sindrome di Prader-Willi[2] e la sindrome di Bardet-Biedl[3].
Altre cause comprendono stati d'ansia, disturbi del comportamento alimentare come bulimia e sindrome premestruale, alterazioni endocrinologiche e metaboliche quali ipertiroidismo, malattia di Basedow-Graves e ipoglicemia[4].
La polifagia rappresenta anche una delle manifestazioni precoci del quadro clinico di chetoacidosi diabetica[5], mentre nelle fasi avanzate, quando la carenza di insulina diventa più grave e la chetoacidosi diabetica si sviluppa completamente, l'appetito è soppresso[6].
Può derivare anche dall'assunzione di certi farmaci o sostanze, quali corticosteroidi, ciproeptadina, antidepressivi triciclici[4] e tetraidrocannabinolo assunto dalla cannabis[7][8].
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