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Franco Cavicchi | |
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Nazionalità | ![]() |
Pugilato ![]() | |
Categoria | Pesi massimi |
Termine carriera | 25 febbraio 1963 |
Carriera | |
Incontri disputati | |
Totali | 89 |
Vinti (KO) | 71 (45) |
Persi (KO) | 14 (1) |
Pareggiati | 4 |
Francesco Cavicchi, meglio noto come Franco (Pieve di Cento, 12 maggio 1928 – Pieve di Cento, 22 agosto 2018), è stato un pugile italiano, campione europeo nei pesi massimi.
Campione italiano dilettanti dei massimi a Trieste nel 1952[1] (5 matches in azzurro) Franco Cavicchi esordì al professionismo nello stesso anno a Bologna.
Nel 1954, dopo aver battuto Uber Bacilieri, conquistò il titolo italiano professionisti[2].
Il 26 giugno 1955 Cavicchi divenne campione europeo dei pesi massimi battendo ai punti in 15 riprese il tedesco Heinz Neuhaus. Un traguardo tagliato tra i pesi massimi italiani solo da Erminio Spalla nel 1924 e Primo Carnera nel 1933. Assistettero all'incontro nello Stadio Comunale di Bologna circa 60.000 spettatori, per un incasso di 50 milioni, un record assoluto per un match di boxe a quel livello[3]. La stampa inneggiò ad un nuovo Carnera[4]. A fine anno, Nat Fleischer, il più importante giornalista di boxe del secolo scorso e fondatore della rivista "The Ring Magazine" e del "Ring Record Book and Boxing Encyclopedia", classificò Cavicchi nella top ten mondiale dei pesi massimi, inserendolo al nono posto[5].
Il 21 luglio 1956, sul ring di casa, concesse la rivincita a Neuhaus, spedendolo al tappeto per il conto finale all'undicesima ripresa[6]. Il 30 settembre dello stesso anno, invece, sempre a Bologna, perse il titolo contro lo svedese Ingemar Johansson per un KO alla tredicesima ripresa[6]. Johansson tre anni dopo a New York conquistò il titolo mondiale contro Floyd Patterson.
Cavicchi combatté ancora, a livello internazionale, contro il futuro campione mondiale dei mediomassimi, Willie Pastrano e il futuro campione europeo dei massimi e avversario di Muhammad Ali, Karl Mildenberger, perdendo sempre ai punti. Tra i due incontri, una sconfitta contro Mino Bozzano, per KO all'8º round[7].
Il 2 ottobre 1961 gli fu accordato un nuovo tentativo di conquistare il titolo italiano, a Bologna, contro il detentore Rocco Mazzola. Purtroppo non andò oltre il pareggio. Nella rivincita concessagli da Mazzola, il 18 marzo 1962 sul ring casalingo, riuscì a riprendersi il titolo, ai punti in dodici riprese. Dovette però cederlo alla prima difesa a Santo Amonti, il 31 maggio 1962 a Brescia, per squalifica alla quinta ripresa[8].
Dopo altri tre incontri, l'ultimo perso per Ko, abbandonò il pugilato.
In possesso di un fisico straordinario e di una forza enorme, Cavicchi non amava le battaglie. A volte devastava rapidamente l'avversario, a volte faceva il minimo indispensabile. I suoi sbalzi d'umore fecero di Cavicchi un personaggio unico. Spesso amato, talvolta odiato, sempre discusso.
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