Nel mondo di oggi, Fascination (film 1979) è un argomento ricorrente che genera grande interesse e dibattito. Dalle sue origini fino al suo impatto sulla società odierna, Fascination (film 1979) è stato oggetto di studio e analisi da parte di accademici, esperti e appassionati. Che si tratti dell'influenza di Fascination (film 1979) sulla cultura popolare, della sua rilevanza nella storia moderna o della sua connessione a questioni contemporanee, questo articolo cerca di esplorare diversi aspetti di Fascination (film 1979) e di far luce sulla sua importanza nel contesto attuale. Attraverso un'analisi dettagliata e una visione critica, miriamo a offrire una prospettiva completa su Fascination (film 1979) e sulla sua rilevanza nel mondo di oggi.
Fascination | |
---|---|
![]() | |
Titolo originale | Fascination |
Paese di produzione | Francia |
Anno | 1979 |
Durata | 80 min |
Genere | orrore, erotico |
Regia | Jean Rollin |
Sceneggiatura | Jean Rollin |
Produttore | Joe de Palmer |
Fotografia | Georgie Fromentin |
Montaggio | Dominique Saint-Cyr |
Musiche | Philippe D'Aram |
Interpreti e personaggi | |
|
Fascination è un film del 1979, scritto e diretto da Jean Rollin.
Agli inizi del Novecento, in un castello francese, due donne, appartenenti ad una setta, ospitano un ladro in fuga. Il loro intento è quello di dissanguarlo per poter celebrare un rito esoterico.
In una intervista del 2006, l'attrice Lahaie ricorda che il film doveva essere concepito, inizialmente, come un lavoro hardcore. Successivamente, Rollin, intenzionato a redigere una pellicola soft con forti tinte horror, convinse la casa di produzione a fare un'opera meno spinta.[1]
È stato presentato, in anteprima mondiale, a Monaco di Baviera, per una convention sul cinema fantascientifico.
Per i contenuti espliciti (in particolare, alcune sequenze softcore e splatter) la pellicola venne vietata ai minori di 18 anni.
Attualmente, non è presente in Italia una copia home video.
Ard Vijn (Screen Anarchy) sostiene che sia uno dei migliori lavori di Rollin.[2] Dello stesso avviso Paolo Mereghetti che ricorda, in particolare, la celebre scena di Brigitte Lahaie con la falce.[3]